Capitolo 10 - La misteriosa luce

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-Mio nonno era un minatore e so per certo che per tutta la fazione ci sono 3 tunnel sotterranei e tutti quanti conducono al centro della città, l'orologio-.
L'effetto sorpresa ma certo! Sarà un grosso vantaggio se i nemici non sapranno da chi vengono attaccati o da dove vengono attaccati.
-Sei un genio Stone- initimó Land.
Ma io sentivo come se in tutta la faccenda ci mancasse qualcosa, come se il puzzle non fosse tutto completo e ci mancasse un pezzo, il più importante. Mi girai e guardai l'edifico scolastico difronte a me, le pareti erano stracolme di buchi e le finestre erano ormai diventate solo grandi pezzi di vetro sparsi per terra, era un edificio fantasma? non totalmente.
-I professori e il preside sono ancora lì dentro, nessuno è uscito da lì- indicai la porta stranamente chiusa della scuola
-Sospetto- replicò uno dei gemelli
-Forse è troppo tardi per azionare il nostro piano, forse i nemici ci hanno già raggiunti- Land quasi sussurrò per non farsi sentire.
-Non lo so- risposi secco, non sapevo nulla effettivamente di cosa stessa accadendo, ma di una cosa ero più che sicuro: non sarebbe morta altra gente innocente.
Mi incamminai verso l'entrata della scuola e mi girai un'ultima volta alla ricerca degli occhi di Land, il loro colore smeraldo non si era spento ed era sempre vivido.
-Ci rivedremo, questo ve lo prometto- sorrisi amaramente ad ogni persona del gruppo
-Che cosa vuoi dire?- chiese Stone
-Qualunque cosa ci sia lì dentro io andrò a controllare e voi rimarrete qui a fare la guardia- mi girai e aprii il portone della scuola facendo un grosso frastuono.
-Land, Stone mi raccomando confido in voi, abbiate cura del gruppo ormai siamo rimasti solo noi e dobbiamo tutelarci a vicenda- sospirai pensando a quella ragazza che minuti prima corse da sola e senza rinforzi nella città
-non lascerò che altre persone muoiano-.
Land e Stone capirono e non osarono ribattere, si limitarono semplicemente ad annuire.

Un altro rumore assordante e la porta dietro di me si chiuse. Mi girai  e la solitudine che regnava in quella scuola era soffocante e fin troppo sospetta.
-Sono Sky Hoover, c'è qualcuno?- avanzai a passi lenti evitando di fare rumori. Mi incamminai verso le scale e andai al piano superiore.
-C'è qualcuno?- continuai a ripetere questa domanda per tutto il tragitto, ma l'unica risposta che ebbi era il rumore agghiacciante del vento che si infrangeva contro le pareti.
-Aula 2021, Aula 2022- sussurrai ogni numero della aule che mi si presentavano davanti mentre camminavo ricordandomi per ogni classe la sua materia appartenete. Dopo aver percorso tutto il lungo corridoio mi ritrovai davanti la porta più bella di tutte, placcata completamente d'oro, con un dipinto raffigurata su di essa: un bellissimo fiume stracolmo di monete d'oro sul fondo e di gente felice attorno le sponde. esso rappresentava la gioia e la speranza. Aprii la porta ed entrai.
-Ci ha messo troppo tempo per i miei gusti signorino Hoover- il preside era seduto dietro la sua cattedra di mogano e mi scrutava attentamente con un sorriso compiaciuto. Indossava una camicia bianca macchiata di molteplici schizzi di sangue, una giacca nera e un pantalone elegante dello stesso colore della giacca. Anche la sua lunga barba bianca, come la camicia che indossava, era completamente sporca di sangue vivo, rosso come il colore del vino che stava sorseggiando con gusto.
Serrai i pugni e strinsi i denti fino a sentire dolore, la rabbia stava iniziando a impossessarsi di me, volevo spiegazioni e le volevo subito.
-Sa questo vino è invecchiato di non so quanti anni ed è celestiale- il suo tono a quella parola si fece più alto.
-Mi rincuora, ma non posso offrirle neanche un bicchiere, perché significherebbe privarmi dal bere tutta la bottiglia- tracannò con ingordigia l'ultimo sorso del vino presente nel bicchiere di cristallo, e iniziò a ridere rigorosamente tra un colpo di tosse e un altro.
Capii che egli si stava prendendo gioco di me, e tutto questo non era un gioco, ma la vita reale. Chiusi gli occhi a causa di un'improvvisa emicrania fortissima che mi costrinse a portare l'indice e il medio di entrambe le mani alle tempie per massaggiarle, iniziai a compiere dei movimenti rotatori con le dita e contemporaneamente il pavimento sotto di me incominciò a muoversi sempre più forte. Un terremoto fortissimo mi faceva vibrare e spostare da terra, faceva cadere gli armadietti e i banchi, ma io continuano a massaggiarmi le tempie e il preside continuava a ridere chiassosamente.
-Lei è molto potente- urló il preside per farsi sentire -è una vera e propria rarità-.
Quelle parole mi fecero fermare e portare le mani lontane dalle tempie, improvvisamente la scossa sismica cessó, lui sapeva qualcosa riguardante me e io dovevo scoprirla. Decisi di continuare il suo gioco perverso e malato.

-Allora mi dica signor preside cosa ci fa lei qui?- mi avvicinai ancora di più a lui, ormai solo la cattedra ci separava.
-Beh oggi avevo annunciato a tutta la scuola che ci sarebbe stata un gioioso annuncio, ricordi?- continuò a sorridermi.
-Proceda- picchiettai col dito contro la cattedra per cercare di contenere il crollo nervoso che sentii stare per avere.
-È la nazione delle tenebre che vi sta attaccando, loro cercano l'eroe celeste, loro cercano te-.
A quelle parole rabbrividii, avevo sentito parlare della leggenda dell'eroe celeste ma era stato tutto smentito anni ed anni fa, starà palesemente cercando di controllarmi affermando il falso, starà cercando di dissuadermi per farmi abbassare la guardia, ma io non lo faró.
-e lei fa parte della nazione delle tenebre?- diedi un forte pugno alla cattedra che la fece spezzare a metà. Non so da dove proveniva quella strana forza, ma sapevo che era una cosa che mi apparteneva e che avrei imparato a controllarle.
Il preside ricominciò a ridere -Certo che no-.
Ne avevo abbastanza di quelle futili risate, mi gettai addosso alla sagoma robusta a pochi metri da me e portai le mani al suo collo stringendo con forza, il suo volto divenne rosso ma continuava ad avere un'espressione di divertimento, perchè? Nei suoi occhi non riuscivo a percepire neanche un briciolo di paura.
Egli portò le mani in alto e solo a quel punto notai che indossava dei guanti neri come la pece cuciti ai suoi polsi con dei fili di argento sottilissimi. Schioccò le dita e la sua espressione si fece improvvisamente seria. Un'aura viola improvvisamente si formò attorno a lui e una nube di oscurità mi fece sobbalzare e sbattere di faccia conto il muro facendomi perdere molto sangue dal naso.
-Il mio momento non è giunto ancora, lasciami finire di spiegare- la sua tonalità di pelle ritornò normale ed un sorriso enigmatico ritornò vivo sul suo volto.
-Vedi questo potere? È il potere oscuro e proviene dai guanti, loro me l'hanno offerto per catturare l'eroe celeste e portarglielo vivo sanno già tutto di te, ti hanno studiato- si fermò un secondo e sospirò -cosa non si fa per il potere- sussurrò a bassa voce.
Il dolore che sentivo in petto era straziante, il sangue dal naso continuava a colare ed era nero, a stento riuscivo a respirare...era davvero finita?
-Ho ucciso tutti gli insegnanti senza pietà, dovevi vedere le loro facce mentre spezzavo i loro arti uno ad uno, una morte lenta e dolorosa- il suo tono era quasi orgoglioso -E non mi farò scrupoli ad uccidere un misero ragazzino come te per poi prendere il potere dell'eroe celeste direttamente dal centro vitale di tutto, il tuo cuore-.
Immediatamente si materializzò davanti ai miei occhi con una velocità inumana, mi prese per i capelli e mi alzò da terra. Portó la mano rivestita dal guanto al mio petto e con uno scatto deciso affondò le mani nel mio torace. Urlavo, mi dimenavo, ma niente. Riuscivo a percepire solo l'oscurità che penetrava nel mio animo. Improvvisamente sentii qualcosa in me di diverso, un meccanismo di difesa si attivò in me: il mio animo bianco rigettava quell'oscurità con una intensa luce accecante. Essa iniziò ad avvolgermi ed in un istante l'intera stanza fu completamene travolta dalla strana luce. Un urlo di dolore e poi tutto ritornò silenzioso e calmo. Il dolore sparì e non notai che non vi era alcuna ferita sul mio addome. Abbassai lo sguardo e il corpo esanime del preside era gettato ai miei piedi, la sua pelle presentava numerose bruciature ed il suo viso era ormai sfigurato. La luce bruciava e faceva cessare di esistere l'oscurità.
Mi avviai di corsa verso l'uscita per raggiungere le uniche persone che mi erano rimaste e nel mentre ripetevo più e più volte la stessa frase -Sono Sky Hoover ho 16 anni e sono la causa di questa apocalisse, sono la causa di tutto, sono l'eroe celeste e sono maledetto-.

Mi ritrovai difronte il portone chiuso e lo aprii. non c'era traccia di nessuno, il terreno era arido e desolato, che fine avevano fatto tutti?
Mi accasciai a terra disperato, non urlai, non piansi, rimasi immobile sperando solo di svegliarmi da questo incubo.

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⏰ Poslední aktualizace: Aug 24, 2016 ⏰

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