Capitolo 23

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Andammo a casa dei Mikaelson. Ripensai alle parole di Elijah e agli sguardi di Klaus. I loro occhi mi avevano convinto, mi aveva stregato e mi ero fatta prendere dal momento. Sentirmi parte di una famiglia, però, mi sarebbe piaciuto. Quando arrivammo in città i Mikaelson sparirono nel nulla, forse per non farsi vedere insieme a me e così rimasi sola con Charles.

- Avete fatto la scelta sbagliata - disse lui guardando la gente per strada.

- Lo so ma qualunque scelta lo sarebbe stata -

- Avreste dovuto scegliere il vostro popolo... non loro - disse con disgusto.

- Signor Charles io sono sola. Non ho un popolo né una famiglia. Sapete che mia madre e mia zia hanno usato la magia nera su di me? Nessuno mi accetterebbe. Ora basta - dissi abbassando lo sguardo - Avete detto che leggete nel mio pensiero... - dissi ricordando le sue parole.

- Oh era solo per convincere quel vampiro a non uccidermi - fece spallucce.

- Non vi credo... - dissi guardandolo. Lui si voltò a guardarmi e sorrise.

- Perché dovrei mentirvi? -

- Non lo so ma in fondo tutti lo hanno fatto... - lui mi guardò dispiaciuto.

- È vero... posso leggervi nella mente. Posso leggere nella mente di tutti... - alzai lo sguardo.

- Anche la mente dei vampiri? -

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- Anche la mente dei vampiri? -

- Anche la loro mente e se vi interessa saperlo, credo che a nessuno in quella famiglia importi di voi -

- Perché dite questo? -

- Ho letto la loro mente Clare, o almeno ci ho provato. Sono potenti, a volte è difficile... -

- Avete un potere straordinario...- terminai la sua frase.

- Certe volte, però, non vorrei sapere ciò che pensa la gente. Certe volte le persone hanno dei pensieri terribili, malvagi - disse con dispiacere - Decido io se e quando leggere nella mente delle persone ma a volte vorrei non avere questa capacità -

Io annuii e cercai di trovare quel "macello" di cui aveva parlato Charles. A dire il vero, c'era qualcosa di strano. I musicisti c'erano ma erano meno delle altre volte.
Strinsi le braccia al petto, una strana sensazione pervase il mio corpo.
Notai il negozio nel quale lavorava la ragazza dai capelli biondi che avevo incontrato nei giorni precedenti.

- Voglio entrare lì - dissi indicando il negozio. Charles ci pensò su e poi annuì. Quando entrammo nel negozio, vedemmo la ragazza sistemare degli scatoloni. Non si accorse della campanella che suonò e continuò a svolgere il suo lavoro. Charles fece un colpo di tosse, come per schiarirsi la voce.

- Oddio! - disse la ragazza girandosi verso di noi spaventata.

- Scusate non volevamo spaventarvi -

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