Capitolo 52

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La neve coprì tutta New Orleans e si creò una strana atmosfera in città. Tutto era diverso, l'inverno non era come gli altri. Le persone sembravano così vuote, così tristi. E se a New Orleans, città di festa e musica, tutto era così spento c'era davvero qualcosa che non andava.

Persi nel giro di una settimana altri due chili, stava scomparendo. La mia pelle diventava sempre più grigiastra e i miei occhi sempre più gonfi e rossi. La signora Kathleen preparava sempre pietanze splendide le quali però non avevo mai il coraggio di assaggiare. 

- Signorina Clare, dovreste mangiare, sembra che nessuno vi sfami - 

- Ma io mangio - dissi mostrando una mela che avevo tra le mani.

- Non potete vivere di mele e acqua, non ve lo permetto - 

Osservai il suo collo. Era guarito quasi del tutto. Sospirai e mi sedetti sulla tavola della cucina.

- Posso fare qualcosa? - 

- Cosa vorreste fare? - 

- Qualcosa, qualsiasi. Mi annoio da morire in questa casa - dissi guardando il frutto che avevo tra le mani.

- Il signor Logan ha lasciato delle lettere su quel tavolino - dice indicandole mentre lava le tazze - Portatele nella stanza del signor Elijah, lasciatele sul suo scrittoio e non dimenticate di chiudere la porta, odia quando viene lasciata aperta - 

- La cosa più orribile di tutte mi dovete far fare - 

- Sbrigatevi, su, su - 

Sbuffai e salii controvoglia le scale. 

- Clare - Marcel fece un cenno con il capo.

- Marcel qual è la stanza di Elijah? -

- Quella dopo quella di Niklaus, perché? - 

- Oh nulla, devo dargli delle lettere -

Annuii e scese frettolosamente le scale. Non ci parlavo più tanto, non sapevo cosa avrei dovuto dirgli. Bussai alla porta ma nessuno rispose così lentamente l'aprii. Era ordinata e profumava di primavera proprio come Elijah.

Poggiai le lettere sullo scrittoio e mi soffermai a leggere un invito che era su di esso.

"... mi farebbe davvero piacere rivedervi e soprattutto conoscere la vostra nuova"

Mi fermai quando la porta si aprii. Mi voltai verso di essa e la mia faccia divenne rossa come le pareti della mia stanza.

- Clare.. - Elijah, che indossava un paio di pantaloni e nient'altro, mi guardò interrogativo.

- E.. ero venuta si, ho portato delle lettere - dissi indicandole e sorridendo.

Era perfetto, un corpo perfetto, non che ne fossi esperta ma era impossibile dire il contrario. Le spalle larghe ma non troppo, gli addominali scolpiti ma non troppo.

- E' un invito anche per te quello - 

- E' un invito anche per te quello - 

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