Capitolo 16

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Yusaku e Yukiko, Sonoko, Heiji e Kazuha, Ran, Goro ed Eri, e il professore erano seduti in sala d'attesa già da un paio di ore. C'eraro anche Shiratoti, Megure, Sato e Takagi,  Jodie e Shuichi con Masumi lì ad aspettare notizie dai dottori. Tutti sembravano assenti ma vigili e attenti ad ogni minimo movimento. L'ospedale metteva agitazione anche se era un posto calmo. Forse a dare quella sensazione era il colore bianco di pareti e pavimenti o forse era la paura. Insomma le sensazioni che si provavano in quel corridoio non erano delle migliori. Mentre tutti i presenti cercavano di scacciare quelle angosce, finalmente, uscì il dottore dalla sala operatoria. Si alzarono tutti in piedi in attesa di notizie. La prima a chiederle fu Yukiko che era abbracciata al marito da cui traeva conforto.
-Dottore mi dica come sta mio figlio? La prego...-
-Signora siamo riusciti a estrarre il proiettile. Ma a causa della posizione in cui era, gli ha lesionato gravemente un'arteria importante del cuore. Non sappiamo se supererà la notte...se questa notte si sveglierà verrà considerato fuori pericolo. Possono entrare a vederlo per qualche minuto solo due persone. Vi avverto che il paziente non è cosciente..mi dispiace-
Il dottore andò via addolorato ma purtroppo non poteva fare più nulla. Yukiko cadde a terra piangendo e il marito la abbracciò a sè. Anche dagli occhi di Yusaku uscì qualche lacrima. Heiji iniziò a piangere sia per la paura di perdere l'amico ma piangeva anche di rabbia verso le persone che avevano causato ciò. Il detective dell'Ovest notò che anche la sua Kazuha stava piangendo, allora, le appoggiò la testa sulle sue spalle. Perfino Sonoko, che sembrava disprezzare sempre Shinichi, si mise a piangere. Goro ed Eri si stringevano le mani strette. Il professore sentì il bisogno di andare a sfogarsi da un'altra parte e così uscì fuori da quel triste luogo. Takagi stringeva Sato, invece, Megure e  Shiratori sbatterono i pugni contro il muro. Jodie si sentì mancare e dovette sedersi, la stessa cosa fece Masumi. Shuichi andò via da lì come il dottore dopo aver dato una pedata ad un sedile della sala d'attesa. Ma la persona che soffrì di più fu Ran che si accasciò a terra strillando dal dolore mentre si stringeva le braccia come se le mancasse l'abbraccio di qualcuno. Il suo sguardo diventò vitreo, spento. Eri abbracciò la figlia a terra cercando di condividere quell'insostenibile dolore. Delle mani strinsero quelle di Ran: era Yukiko che piangendo sollevò Ran da terra e la portò con se dentro la stanza in cui si trovava Shinichi. Ovviamente nessuno sarebbe potuto entrare tranne loro se no avrebbero visto Conan apposto di Shinichi. Lì dentro si sentivano solo i bip delle macchine collegate a Shinichi. Il respiro del ragazzo era talmente debole che si percepiva stentatamente. Era buio dato che le finestre si potevano aprire solo leggermente. Yukiko si avvicinò al figlio e gli diede un bacio inumidito dalle lacrime sulla fronte. Poi andò verso Ran e le toccò la spalla per incoraggiamento e uscì subito per lasciarli soli per qualche minuto. Ran si avvicinò a Shin e gli si sedette vicino.
-Stupido...mi avevi promesso che non mi avresti abbandonato più, invece, lo stai facendo di nuovo...ti diverte tanto farmi soffrire Shinichi?! Rispondimi...fammi sentire la tua voce...-
Ma Shinichi non poteva rispondere purtroppo. Le lacrime di Ran stavano bagnando il volto del ragazzo che amava. Sperava tanto che, come nelle favole, il suo principe azzurro si svegliasse improvvisamente. Ma sapeva che nella vita reale non sarebbe accaduto. Ran appoggiò le sue labbra su quelle di Shinichi. Lasciò andare pure tutte le sue emozioni insieme a quel bacio. Quando si allontanò da Shinichi sentì come una mancanza di ossigeno ma non per il bacio, per la paura di perdere Shinichi e di non poter più avere le sue labbra.
-Sappi che ti odierò per sempre se non manterrai la tua promessa, amore mio...-
Ran si alzò dal letto e si girò intorno. Poggiata su un piccolo tavolo vicino la porta vide un po' di carta. La prese in mano e iniziò a piegarla in dieci parti uguali per poi tagliarne i lati. Ne uscì fuori un piccolo fiore di ciliegio che Ran posò sul cuscino del detective. Proprio da un fiore di ciliegio come quello tutto aveva avuto inizio. Ran tornò un po' indietro nel tempo e ripensò a tutti i momenti passati con Shinichi. Come sarebbe andata la sua vita se quel bambino tanto arrogante non le si fosse avvicinato quel giorno di tanti anni fa? Quel bambino che era diventato la sua unica ragione di vita, o meglio, la sua vita stessa. Si ricordò di quando da bambini Shinichi la portò dentro la scuola per convincerla che i mostri non esistevano e che alla fine avevano finito col dover risolvere un enigma coll'aiuto del professor Agasa. Si ricordò del primo caso risolto da Shinichi sull'aereo e del viaggio a New York. E infine si ricordò di Tropical Land e di quel maledetto giorno. Tutti questi ricordi stavano scorrendo nella mente di Ran come un filmino della propria vita. Una mano toccò dolcemente la spalla destra di Ran. 
-Sono felice che mio figlio abbia scelto te-
Yusaku era dietro Ran con malinconico sorriso in viso. Si vedevano sul suo volto i segni lasciati dalle lacrime versate. Abbracciò Ran proprio come un padre e le disse che Shinichi sarebbe tornato da lei e l'avrebbe anche sposata.
-I piccoli suoni emessi da queste macchine corrispondono ai battiti di Shinichi. Prova a mettere la tua mano sul suo volto e accarezzalo-
Ran non capiva qual'era l'obbiettivo di Yusaku ma fece quello che le fu detto. Si avvicinò a Shinichi e gli toccò dolcemente il viso. Dopo due carezze, improvvisamente, i bip delle macchine collegate a Shinichi aumentarono facendo un po' preoccupare Ran.
-Tranquilla...i suoi battiti sono aumentati perché ha percepito la tua presenza e ha sentito pure la tua mano sul suo viso-
-Allora può sentirmi?-
-Non so se effettivamente può sentire la tua voce. Il suo non è proprio coma ma c'è vicino. Ma sicuramente sente la tua presenza-
Yusaku poi portò Ran fuori di lì per farle mangiare qualcosa dato che anche lei era uscita dall'ospedale quel giorno stesso. Prima di andare al bar dell'ospedale, Yusaku si fermò davanti a quella sfilza di gente presente per Shin.
-Grazie per essere venuti. Purtroppo finché Shinichi non si sveglierà non sapremo niente. Andate tutti a risposare, ci penserò io a stare qui. Goro porta Ran a mangiare qualcosa poi la riporti a casa-
-No, io voglio restare-
Heiji si alzò dalla sedia con fare sicuro.
-No Ran, Yusaku ha ragione. Qui resteremo io e lui-
E dopo qualche altra ribellione da parte di Ran, finalmente si convinse e andò a casa insieme a tutti gli altri. Lì restarono Yusaku e Heiji. Dopo sarebbero venute Eri e Yukiko.

Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritornoWhere stories live. Discover now