Capitolo 21

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Una figura con la testa china faceva capolineo dalla porta della stanza di Shin. All'interno una piccola folla le puntava gli occhi addosso. Yukiko, Heiji, Yusaku e persino Kid, nessuno di loro si azzardava ad aprire la bocca vedendo tanto dolore negli occhi di Ran che si trascinava verso il letto di Shinichi. Pian piano tutti uscirono dalla stanza volendo lasciare la ragazza sola, per ultimo Heiji che passó il suo sguardo da Ran a Shinichi e viceversa e prima di chiudere la porta sospirò stanco di tutta quella sofferenza. Ran restò in piedi davanti Shinichi. Sorrideva mentre le lacrime disegnavano linee perfette sul suo viso. Prese la mano del detective e la poggiò al suo viso. Sentiva ancora il calore di Shinichi, quel calore che l'aveva cullata e portata in un altro universo, quel calore che stava ad indicare che Shinichi era lì, vivo. La felicità sembrava così lontana per Ran. I sogni, la serenità, emozioni soppresse dal dolore nel vedere quel ragazzo steso in un letto che aveva sempre le stesse pieghe. Aveva provato a fare la forte cercando di non cedere ai sentimenti ma tutta la stanchezza e la debolezza che Ran nascondeva da un mese intero le era crollata addosso tutta in una volta, come una frana in montagna, facendole perdere la forza di reggersi in piedi . Cadde a terra come una bambola, immobile. Le braccia incrociate sul letto di Shinichi e affondò il suo viso e le sue lacrime in esse. Erano un dolce cuscino dove affogare tutto il dolore, la tristezza, la nostalgia di un amore mai vissuto fino in fondo.
-Non sopporterò la tua morte...svegliati Shinichi...fallo per me, svegliati...apri gli occhi, fammi vedere il loro azzurro, Shinichi...prendimi in giro, come sempre!-
Era una supplica lenta e dolorosa. Quelle parole colpivano al cuore di chi le sentiva come lame affilate. Ran aveva iniziato a sussurrarle senza poi accorgersi di aver iniziato a gridare quella supplica facendola diventare una tormentante morte. La piccola folla non si era ancora mossa da dietro la porta. Stavano attenti a quello che succedeva intorno a loro. A ogni singolo ronzio di mosca si allarmavano. E si allarmarono ancora di più quando sentirono le urla della karateka provenire da dentro la stanza chiusa, facendo passare spaventose idee per la loro testa. Entrarono tutti quanti per capire cosa stesse succedendo. Trovarono Ran che piangeva straziata dalle lacrime e dalla gola ormai graffiata dalle urla.
-Perchè mi lasci sola? Sai che da sola, senza nessuno non ce la faccio!-
Yukiko si avvicinò a Ran e le si lanciò vicino inginocchiandosi. La strinse a se e appoggiò la testa di Ran sulla sua spalla tenendola con una mano. Le strilla di Ran però non finirono, era come se la stessero veramente uccidendo. Anche Yukiko inizió a piangere anche se silenziosamente.
-Shhh, piccola! Stai tranquilla, tesoro mio...fai silenzio...dolce stella neanche io che sono sua madre posso fare niente...perdonami e perdona lui-
Yukiko provò a consolarla ma fu tutto vano. Ran doveva veramente cercare di perdonare Shinichi se non avrebbe mantenuto la promessa fatta. Ma lei non poteva arrendersi, lui non poteva... Ran si staccò da Yukiko e iniziò a prendere a pugni una parte del letto di Shinichi.
-No io non mi arrendo! Svegliati Shinichi! Svegliati...sono Ran, la tua Ran, amore mio, sono qui...svegliati e sorridimi!-
Ran affondò di nuovo il suo viso nelle lenzuola del letto di Shinichi continuando a dare pugni al letto.
-Ti ricordi quando ti ho detto di non chiamarmi con il mio nome perchè era imbarazzante? Pensavo mi avresti odiato ma non l'hai fatto...-
Ran sollevò la testa di scatto dal lenzuolo credendo di aver sentito la voce del suo Shin. Ma lui era ancora lì, inerme. Riaffondò il suo viso tra le mille lacrime.
-Ti ricordi quando volevi chiedermi qualcosa, ma io ti ho presa in giro? Pensavo mi avresti ignorato, ma non l'hai fatto...-
Di nuovo quella voce, credeva veramente di essere diventata pazza. Guarda a che punto l'aveva portata l'amore per quel detective.
-Ti ricordi quando ti ho detto che sarei tornato e che tutto sarebbe andato bene, ma ho fallito ancora una volta? Pensavo avresti rinunciato a me, ma non l'hai fatto...-
Non fece più caso a cosa sentiva. Non le interessò più se era veramente pazza o meno. Ma le andava bene così e si lasciò cullare dalla voce di Shinichi. Gli lasciò fare, si fece condurre nei suoi sogni dal ragazzo che amava.
-Si, c'erano un sacco di cose che non avresti potuto fare, ma ti sei messa con me, mi hai amato, hai creduto in me. C'erano un sacco di cose che avrei voluto fare fin quando non sarei finalmente tornato...è per questo che, Ran, ti ho detto di stare lontana da tutto questo casino, ma tu non l'hai fatto..-
No, non poteva essere diventata pazza. Ok che magari sentiva la sua voce, ma non anche la sua mano che le accarezzava la testa. Quella non poteva essere l'immaginazione! Senza alzare la testa dalla lenzuola, sollevó la mano per afferrare quella che le stava accarezzando i capelli. La afferrò per paura che fosse solo un inganno e non voleva che quel sogno scappasse di nuovo. Al tatto riconobbe subito quelle mani. Ma non voleva alzare la testa sempre per la stessa fottuta paura che fosse solo un sogno.
-Shinichi...-
Riuscì solo a pronunciare il nome di quel ragazzo. Sollevò il capo senza però guardare Shinichi e si giró a guardare il viso di tutti i presenti. Tutti sorridevano e piangevano contemporaneamente. Si voltò ad osservare anche il viso di Yukiko alle sue spalle. Sorrideva felice, senza piangere. Poi fece cenno a Ran di girarsi a guardare il figlio.

Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritornoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora