Capitolo 22

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Sorrideva, sorrideva furbabente come sempre. Come quando aveva appena finito di risolvere uno dei suoi complicati casi ed era fiero di se stesso. Come quando teneva le mani in tasca sicuro di sè. Aveva quel sorriso, quello che aveva sempre aiutato Ran a tirare avanti e a non farla mai sentire sola. E restarono lì a guardarsi senza dire parola e senza fare movimento. L'aria cupa dei giorni prima era improvvisamente cambiata. Adesso si respirava serenità. Lo facevano capire tutti i sorrisi, le lacrime di commozione e quelle di gioia raffigurate nei volti delle persone presenti in quella stanza. Le persone che tenevano di più a Ran e Shinichi, quelle che c'erano sempre state senza mai abbandonarli neanche un attimo. Come Sonoko che era sempre stata vicina a Ran quando soffriva per quel liceale che si credeva un grande detective. Oppure come Ai che pur essendo stata scontrosa con Ran, la ammirava molto e le ricordava tanto la sorella. E voleva bene, anche a Shinichi, anche se non era semplicemente così. Heiji che era sempre stato preso in giro da quello scavezza collo di Shinichi , era consapevole del fatto che in realtà il detective dell'Est gli voleva molto bene essendo il suo migliore amico. Poi c'erano Yusaku e Yukiko che erano stati vicini a Shinichi quando Ran si stava avviando verso l'altare, e vicini a Ran in quegli ultimi giorni difficili. E tutte le altre persone presenti lì, in quella stanza d'ospedale, avevano fatto sempre qualcosa di speciale per Ran e Shin. Yusaku si avvicinò alla moglie e le sorrise per poi metterle una mano sulla spalla. I genitori di Shinichi si avvicinarono a lui e gli diedero un bacio in fronte per poi uscire dalla stanza. Heiji si avvicinò all'amico e gli strinse la mano come facevano da sempre, stessa cosa fece Kid col suo manto bianco. E tutti, a poco a poco, salutarono Shinichi dandogli il bentornato e uscirono dalla stanza. Shiho restò lì, un po' al centro dell'attenzione visto che molti si chiedevano chi fosse, e sorrise con un ghigno a Shinichi come a volergli dire che adesso le doveva un favore. Tutti uscirono dalla stanza, qualcuno dalla finestra, per lasciare Ran e Shinichi lì persi nei loro pensieri.
-Ran, avrei fatto di tutto per non deluderti di nuovo e per mantenere la promessa che ti ho fatto-
-Mi hai fatto spaventare, Shinichi...non lo fare più-
Ran inzió a piangere e a prendere a pugni sul petto il ragazzo. Shinichi la strinse a se accarezzandole la testa.
-Non ti senti protetta quando non sono con te, vero? Ma tranquilla piccola, è tutto finito...adesso siamo solo io e te-
Con movimenti sicuri alzò il mento della ragazza e la baciò dolcemente. Le sue labbra si posarono su quelle della karateka come una delicata farfalla su di un fiore. Quando la farfallà volò via dal suo fiore, la guardò e le sorrise. -Ran, tu mi sposerai un giorno, vero? Adesso sono io a non poter stare più senza te-
Ran si alzò di scatto incrociando le braccia e guardando in modo offeso Shinichi.
-E tu pretendi che io ti dica sì a 17 anni con una proposta all'ospedale? Ma è ovvio, stupido-
Si buttò al collo di Shinichi contentissima. Ora sarebbe finalmente andato tutto bene.
-Io, Shin, esco...la tua famiglia e gli altri vorranno stare un po' con te. A domani amore mio-
Un altro bacio a fior di labbra e via. Ran stava uscendo dalla stanza per dare accesso agli altri.
-Ran!-
-Si?-
-Prima di fare entrare gli altri potresti chiedere ad Ai di entrare da sola?-
-Certo-
Ran sorrise ed uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle ed insieme a quella una pagina della sua vita. Quella stessa porta che poco dopo fu aperta da una ragazza dai capelli rossastri. Lei non si avvicinò completamente al letto di Shinichi. Lui teneva il viso basso, non la guardava negli occhi. Al contrario di lei che lo scrutava attentamente.
-Kudo, cosa vuoi?-
-Non ho una risposta alla tua domanda Ai, non sono bravo con queste cose..-
Ai lo guardava come si guarda una persona fuori di testa.
-Che è? Il coma ti ha dato alla testa? Se è così sei il primo caso al mondo perchè io non ti ho chiesto nulla!-
Shinichi sorrise come se quello che lui volesse dire fosse ovvio.
-Mi hai detto che due persone come noi non possono innamorarsi perchè sono troppo simili caratterialmente, ma dopo mi hai chiesto perchè allora tu ti sei innamorata...-
Scarlatta...era diventata di quel elegante colore in viso la nostra Sherry. Shinichi pur essendo in coma aveva sentito tutto!
-Tranquillo Kudo, ero solo stressata e delirante...falso allarme. E poi, grande detective, pensaci...io innamorarmi della persona che mi ha preso da terra e mi ha tirata su facendomi diventare forte, della persona che mi ha sempre protetta? Ma non farmi ridere...-
E invece lo amava con tutta la sua vita, con tutta se stessa. Ma neanche se Dio le avesse bussato alla porta per chiederle ció lei lo avrebbe ammesso.
-Shiho...-
Ai che si era girata per l'imbarazzo, sentendosi chiamare col suo nome da Shinichi, si rigirò stupita. Non l'aveva mai chiamata con quel nome per paura di ferirla, di farle ricordare il suo faticoso e duro passato. L'aveva fatto per aiutarla ancora una volta a superare le sue paure.
-Abbracciami..-
-Hai perso la ragione? Io che ti abbraccio?-
Shinichi, anche se ancora con poche forze, si alzò dal suo lettino un po' barcollante e andò ad abbracciare l'amica. Lei restò li, con le braccia immobilizzate da quel abraccio. Iniziò a piangere...si, anche Shiho Miyano, Ai Haibara, Sherry iniziò a lasciarsi cullare dai sentimenti.
-Vedi Shinichi, mi stai di nuovo tirando su...così non mi aiuti a dimenticarti-
-Non devi farlo, io sarò sempre un tuo amico e ti proteggerò sempre da tale-
E Ai era consapevole che se Shinichi lo diceva, allora, lo faceva. Nessuno le poteva più torcare un capello.
-Dai staccati idiota...esci e fatti vedere dagli altri...a te un mese di come non ti ha fatto nulla-
Appena Ai aprì la porta tutti iniziarono ad applaudire a Shinichi, stringendolo e facendogli le feste.
Tutto sarebbe cambiato.

Non basta più il ricordo, ora voglio il tuo ritornoWhere stories live. Discover now