CAPITOLO 5 - LA RAGAZZA DAI CAPELLI VIOLA

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Il messaggio di Pouly mi ha messa in agitazione.Perché vuole vedermi? Cosa si aspetta da me?

Altre decine di domande come questa affollano la mia mente. Sono sotto la doccia, l'acqua tiepida scende rigandomi la pelle. Ammorbidisce le croste dei miei tagli portandone via dei pezzi. Attraverso il vetro leggermente appannato della doccia guardo la mia immagine riflessa. Quella sono io. Una sagoma sfuocata in uno specchio.

Non mi sono mai piaciuta molto.

Ho sempre girato intorno a me stessa, cercando di capire chi fossi. Senza mai riuscirci.

I vari medici che mi hanno avuto in cura, dicevano che era lo choc per l'incidente e che era il modo in cui reagivo alla perdita dei genitori.

Forse è così, resta il fatto che io ancora mi cerco.

Indubbiamente veder morire i propri genitori, in un incidente stradale, a sette anni, non è cosa facile da superare. Essere affidata ad una coppia di zii neanche, ma credo che i miei problemi siano più riconducibili a me che a "una mancata elaborazione della perdita".

Quando sono arrivata alle medie ho cominciato ad odiarmi. Non mi piacevo. Ho trovato un alleato infedele nel cibo. Ho iniziato controllarlo, prima ai pasti diminuendolo gradatamente , poi in ogni momento.

Diminuivo le razioni con una caparbietà maniacale. Pesavo ogni alimento.

C'erano giorni in cui ingurgitavo cibo senza distinzione fra dolce e salato. Mangiavo fino a scoppiare. Fuggivo in bagno a vomitare.

Era facile. Ero spesso sola in casa. Nessuno si preoccupava di me.

Dominare la fame era consolante. Il cibo non parlava. Il cibo non giudicava. Il cibo era presente. Il cibo si poteva controllare.

Dopo svariati mesi ero molto dimagrita. I miei zii, resosi conto della situazione mi portarono in un centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare, la diagnosi fu chiara da subito: anoressia nervosa.

Avevo 16 anni, ne ho passato uno ricoverata al centro. Ne sono uscita sana e fisicamente in salute. i n quell'anno ho combattuto contro il cibo. Contro la fame. Contro i medici. Contro me stessa. Mi sono uccisa e sono resuscitata tante volte. Ho imparato a nutrirmi e a vivere col mio corpo. Credevo di aver imparato ad accettarmi.

Tornata a casa, a scuola e a una vita normale le cose sembravano funzionare. Una notte mi sono svegliata, volevo mangiare e vomitare. Sono andata in bagno. Ho smontato un rasoio di quelli a mano e l'ho fatto per la prima volta.

Ho passato la lama all'interno del mio braccio, subito sotto il gomito. Poche gocce di sangue sono uscite dal taglio ed insieme a loro tutto il mio dolore interiore è uscito fuori. Dopo non sentivo più nulla. Ho respirato serena. Ho disinfettato il taglio sono andata dormire. Tranquilla. Da quel giorno non ho più smesso. Quando l'angoscia mi assale io la taglio via.

In questo modo ho ripreso il controllo di me. Del mio peso. Della mia vita.

Adesso sono una ragazza carina, con tante curve al proprio posto. Faccio palestra per mantenermi abbastanza soda. Entro facilmente negli skinny e non mi servono i push-up. Mangio con gusto senza problemi. Ho un'ottima media scolastica.

Dicono io sia divertente ed ironica e tutto questo grazie ai tagli.

A dimenticavo, ho lunghi capelli viola.

la ragazza dai capelli viola  in revisioneTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang