CAPITOLO 11 - IL FUTURO E' OGGI

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Gli esami finali di questo primo anno, si stanno avvicinando ed io non so che fare, devo tornare in Italia per le vacanze estive o no?

Onestamente non è che ne abbia tanta voglia. Ho fatto più progressi qui, in questo poco tempo, che in anni di terapia psicologica. Mi capita ancora di tagliarmi ogni tanto e non vorrei caderci di nuovo.

Sono stata convocata dal professore di vulcanologia per una riunione con altri due studenti.

"Buongiorno signori, scusate il breve preavviso col quale vi ho chiamati, ma ne vale la pena" esordisce il prof. Lewis,

" Per farla breve si presenta l'occasione per tre studenti meritevoli del primo anno, di essere inseriti in uno stage di tre mesi al Centro di ricerca sui terremoti qui in UCLA. Pochi soldi, tante ore, una valanga di crediti extra. E la possibilità di lavorare alla tesi di laurea sin da ora. Inoltre sarete inseriti in un progetto di formazione attiva per studenti, che nel suo caso Miss Martini, potrebbe anche portarla all'ottenimento della green card. Mi serve una risposta entro..."

" Accetto" dico senza pensarci due volte.

E' il sogno della mia vita. Sono qui per questo. Il centro di osservazione terremoti. Uno stage! Retribuito per giunta. E crediti extra... la mia vita è completa!

Il professore ed io sbrighiamo le scartoffie di rito ed è fatta!

Vado velocemente alla Hell's. Entro allegra, ma l'atmosfera che trovo non lo è affatto. Regnar mi viene incontro, mi rassicura dicendomi che andrà tutto bene. ttraverso la porta a vetro vedo Pouly in giardino. Parla con qualcuno fuori dalla mia visuale. E' decisamente arrabbiato, molto arrabbiato.

Vado da lui e capisco il perché, mio zio se ne sta impettito di fronte a lui. Gli spiega come prendersi cura di una ragazza psicologicamente labile, sia stato difficile. Che nonostante le cure non ci siano stati progressi e che lui deve tutelare il patrimonio di famiglia e l'azienda. Pouly non lo fa neanche finire. Gli si scaglia contro vomitandogli addosso tutto il veleno ed il rancore che aveva covato dentro in questi mesi. Lo sbrana con le parole. Lo fa a pezzi con la dialettica. Lo zittisce annichilendolo letteralmente. Il tutto senza mai pronunciare una parola offensiva o volgare. E' inattaccabile ed inarrestabile. Mio zio impallidisce. Balbetta. Non riesce a reagire e si arrende.

Raggiungo Pouly, con il coraggio che mi è sempre mancato, tolgo il copri spalle e mostro le cicatrici a mio zio

"Di queste voi non sapevate nulla" inizio a parlare con la voce che trema,

" Non vi siete mai preoccupati di capire perché portassi maniche lunghe anche in estate. Da quando sono qui non lo faccio quasi più. Il merito è suo e degli amici sinceri che ho trovato. Ti avrei chiamato in giornata per dirti che non sarei tornata mai più. Sono decisa ad iniziare le pratiche per la richiesta della green card in modo da restare qui per sempre. Grazie alle mie capacità l'università garantirà per me e provvederà ad inserirmi in un progetto di studenti lavoratori. Puoi partire tranquillo non ti darò più fastidio. Per quanto riguarda l'azienda avrai mie notizie"

Gerard accompagna, poco elegantemente, mio zio alla porta.

E' finita, adesso sono libera. Ma soprattutto non sono più sola.

Racconto a Pouly del progetto. E' felice. Mi bacia facendomi il solletico con la barba,

"Al campus non possiamo viverci in estate" dice,

"Dovremmo trovarci una casa a L.A., la vuoi in collina o sul mare?"

Ovunque purché con lui.

la ragazza dai capelli viola  in revisioneWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu