Capitolo 1 - Ti ricordi di me?

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Finalmente ero tornata, e stavolta nessuno mi avrebbe più trattata da emarginata, come se fossi un mostro.
Eppure non avevo mai odiato Yubaba ne nessun altro di quelli che mi avevano maltrattata quando ero arrivata qui la prima volta. Allora ero sciocca e svogliata, eppure mi ero fatta assumere, e con l'aiuto del tempo gli altri mi avevano accettato. Stavo camminando in mezzo all'immenso prato che separava quella strana stazione in cui avevo riaperto gli occhi e i primi gradini di quella città meravigliosa in cui non vedevo l'ora di tornare per poter riabbracciare tutti quanti. Mi erano mancati tutti, compresa Yubaba ( ne avevo avuto paura a volte e spesso non ero stata capace di capirla, ma nonostante tutto mi era mancata molto più di quanto non volessi ammettere). Eppure una persona mi era mancata più di tutti in quei 6 lunghi anni: Haku.
Il mio cuore batteva ancora solo per lui, il mio amore mi aveva impedito di trasformarmi in uno spettro, intangibile e freddo, tramutando la mia anima nello spirito protettore del luogo in cui ero morta, dove la mia città aveva eretto un piccolo altare. E ora che ero lì lo avrei rivisto, e questo pensiero mi faceva venire il batticuore. Che fosse questo l'amore di cui mia madre mi aveva parlato poco tempo prima? Infatti a mia madre sembrava strano che a 16 anni ancora non mi fossi innamorata di nessuno e così mi aveva fatto il terzo grado, scoprendo (con suo grande disappunto e mio sommo piacere) che nemmeno uno dei miei amici mi piaceva.
Aveva detto che col tempo mi sarei innamorata di qualcuno, ma quello che non sapeva era che il mio cuore lo avevo donato allo spirito che mi salvò da morte certa anni prima. E come poteva saperlo? Per molto tempo anche io non ero stata certa di esserne davvero innamorata. Ma ora nessun dubbio mi era rimasto nel cuore, se non l'ultimo di tutta una vita: Haku mi ricambiava? Cos'ero io per lui?
Raggiunsi i primi scalini e cominciai a salire verso le affollate vie della città, lasciandomi alle spalle la grande distesa di erba, verde come la speranza, che separava il mio vecchio mondo e quello nuovo. Mentre camminavo lungo la tortuosa stradina in salita che conduceva alle terme degli spiriti, mi guardai un po' intorno. Niente era cambiato. Tutto era identico a come lo ricordavo: i negozi, i piatti colmi dei cibi più succulenti e le strade piene di spiriti che si saziavano con quel cibo, che una volta i miei genitori avevano incoscientemente mangiato e per questo erano stati trasformati in maiali per punizione. Nemmeno le piccole crepe sui muri dei negozi erano cambiate. Salivo sempre di più verso l'alto mentre gli edifici si facevano sempre più eleganti e sfarzosi. Infine eccoli lì, in cima alla collina: i bagni degli spiriti di Yubaba. Il via vai di spiriti era sorprendente, come sempre, e tutte le luci erano accese e dal comignolo che si stagliava alto nel cielo usciva una grande quantità di fumo. Kamaji si stava dando da fare e a lui si doveva il reale successo di quelle terme. Altro che Yubaba! Nessuno fece caso a me quando entrai e chiesi di vedere la padrona, col tempo ero cambiata parecchio.
I miei capelli erano più lunghi e legati sempre con lo stesso nastro che Zeniba mi regalò, il mio corpo era cresciuto in altezza ed era diventato slanciato al punto giusto. Mi era anche cresciuto il seno, che mi faceva sembrare una vera signorina insieme alla leggera canotta bianca con dei pizzi sulle spalline e alla gonna nera che indossavo ora. Ero anche diventata più carina e tutti i cuori che avevo spezzato con i miei rifiuti alle proposte di appuntamenti ne erano la conferma. Ma io avevo aspettato questo giorno per dichiarare finalmente il mio amore al diretto interessato.
Ma che lavorasse ancora per Yubaba, oppure se ne era andato per sempre?
Non lo potevo sapere, ma di certo non mi sarei arresa per nulla al mondo ora che più nessuna barriera ci divideva.
Stavo aspettando davanti al caporeparto da alcuni minuti, mentre attendevo che mi desse il via libera per salire nell'ufficio di Yubaba.

"Avanti, la padrona ti aspetta."

Presi l'ascensore e salii fino all'ultimo piano. Entrai nello spazioso ufficio, che non era cambiato di una virgola negli ultimi anni. Ordine, lusso ed eleganza. Queste erano le parole d'ordine in quel posto. Yubaba era seduta dietro la sua scrivania, intenta a scarabocchiare qualcosa su un foglio. Quando entrai nella stanza alzò lo sguardo su di me, sussultando lievemente dopo che mi ebbe riconosciuto.

Together Forever - La città incantataWhere stories live. Discover now