Capitolo 3 - Together Forever

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Haku era sempre stato bello, ma ora non riuscivo quasi a staccargli gli occhi di dosso tanto era diventato affascinante. Il fisico alto e muscoloso quanto bastava lo si indovinava anche se indossava una semplice casacca larga simile a quella che gli vidi addosso la prima volta che ci incontrammo, sul ponte davanti alle terme. I capelli neri avevano lo stesso taglio di sempre tranne che per alcune ciocche sulla nuca che si allungavano fino alle spalle, come una densa cascata di sottili fili di denso e nero petrolio.
Dopo i primi attimi di smarrimento entrambi ci eravamo ripresi abbastanza da salutarci senza balbettare. O io almeno ci avevo provato, con tutte le mie forze, ma con un adone così davanti era pressoché impossibile, stavo sbavando e ce lo avevo davanti da soli due minuti!

"C-Ciao Haku. C-Come va?"
"B-Bene, non c'è male. Tu?"
"Non c'è male."

C'era tanto male invece, anche troppo. Avevo bisogno di un po' di tempo per riorganizzare le idee, ma come e soprattutto quando?!

"Ehi piccioncini! Se non vi sbrigate ci mangiamo tutto noi!"
"Mamma! La vecchiaia ti sta dando forse alla testa o dici sul serio?! ... AHIA!!"

Yubaba era entrata nella lista di persone a cui volevo più bene al mondo, dandomi una scusa per allontanarmi da Haku per un momento e pensare a cosa dire, mentre lei era impegnata a colpire Bõ con un randello di legno probabilmente fabbricato a quel solo scopo (mai visto randello più lucido e all'apparenza nuovo) e Haku intanto stava probabilmente facendo lo stesso mentre aiutava Bõ a calmare Yubaba.
Vederli così uniti era una gioia per gli occhi e per il mio cuore. Negli anni ero sempre stata preoccupata di quello che Yubaba aveva fatto ai miei amici una volta che me ne ero andata, una domanda che scavava un buco nel mio cuore e vi imprimeva a fuoco la scritta Haku. Quante notti insonni ho passato pensando a lui e a tutti gli altri, a come le cose stessero andando anche senza di me. Un pensiero che fa male ogni volta, quando pensi che il mondo e la vita degli altri va avanti anche senza di te. Avevo pianto molto per la nostalgia, che ora non provavo più per questo mondo, bensì per l'altro in cui non avrei più vissuto. Chissà come stavano mamma e papà, e il mio piccolo fratellino Misaki a cui non avrei mai più cantato la sua ninna nanna preferita...

"Chihiro, avanti che si mangia. Stasera sei l'ospite d'onore quindi vedi di goderti il tuo banchetto, siamo intesi?"
"Sai Yubaba, tu sei davvero brava a far sentire le persone a proprio agio."
"Smettila col sarcasmo e vieni a mangiare, o ti trasformo in una pallina di fuliggine e poi ti mando a lavorare da Kamaji. E ora a tavola!"

Mi rimangio tutto quello che ho detto di carino su Yubaba. Lei è sempre la solita strega, non è cambiata di una virgola. Eppure ci avevo sperato tanto, uffa! Se non mi aspettavo una valanga di baci e abbracci al mio ritorno, almeno un 'ciao, come stai?' non mi sarebbe dispiaciuto.
I posti a tavola vennero così occupati e il banchetto privato poté iniziare. Ovviamente Yubaba mi aveva fatto mettere vicino ad Haku (brutta kitsune*!) per farci parlare un po', eppure in quasi mezz'ora nessuno di noi due rivolse la parola all'altro, troppo nervosi e imbarazzati. Accorgendosi del nostro reciproco silenzio Yubaba non smise un attimo di parlare e anche di sgridare Bõ se la interrompeva perché stufo di sentirla parlare. Passai così, tra cibi prelibati e risate, la mia prima sera nella mia nuova casa. Ad un certo punto della serata Yubaba era crollata per una sbronza colossale e Bõ l'aveva accompagnata in stanza con l'aiuto di Haku, sicché rimasi sola nella grande sala dorata. Decisi così di andare un po' fuori sul terrazzo. In realtà più che un terrazzo era un vero e proprio portico che costeggiava tutte le stanze più esterne su tutti i lati della pagoda. Mi concessi così una breve passeggiata nell'aria fresca della sera, lontano da tutti e sola con me stessa e il mio cuore. Le stelle illuminavano il mio cammino e la Luna brillava tonda e piena nel cielo, malinconica e sola. Sembrava quasi che volesse tenermi compagnia con la sua tenue luce azzurrina. Un gesto gentile da parte sua. Camminai fino a fermarmi tra due colonne e alzai il viso per ammirare meglio il cielo di mezzanotte che mi si presentava davanti agli occhi, dono speciale degli dei a chi si fermava ancora a guardare le stelle. La malinconia mi gonfiò il cuore come un'onda improvvisa e le lacrime cominciarono a scendere copiosamente dai miei occhi. Piansi per un po' e quando mi fui calmata iniziai a cantare la ninna nanna che cantavo a mio fratello e che avevo scritto pensando a questo mondo che avrei sempre voluto vedere di nuovo.
(Ndr. Fate partire il video con la canzone, così rende di più)

Together Forever - La città incantataTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon