Capitolo 3

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Silenziosa e aggraziata, Cornelia vagava solitaria nell'unica parte del Regno in cui nemmeno i sovrani dei sette regni osavano avventurarsi. Un luogo da cui chiunque avesse avuto un barlume di saggezza si sarebbe tenuto a distanza.

La foresta di Siles non era verde e luminosa come qualsiasi altra, ma scura e tetra, inghiottita nei colori della notte anche quando il sole scalpitava alto e luminoso nel cielo.

Forse era quella sensazione di costante oppressione che scoraggiava chiunque dall'avventurarsi al suo interno, oppure la non troppo remota possibilità di essere catturati dalle ombre che abitavano la foresta, o ancora la presenza dei draghi che dominavano incontrastati su quella terra disabitata.Era la loro terra dopotutto, il luogo che gli dei avevano lasciato loro dopo l'aiuto che avevano dato cinquecento anni prima, aiutandoli a sconfiggere e sigillare il male.

Una terra neutrale a qualunque disordine creato dai sette regni, ma soprattutto misteriosa e temuta dalla maggior parte delle persone.

Si mormorava fra la gente che gli spiriti insoddisfatti ed incolleriti col mondo giacessero al suo interno, sotto forma di ombre indistinte che assalivano chiunque fosse così pazzo da passare per il loro territorio. Tutti eccetto i draghi ovviamente.

Forse era stato folle da parte sua avventurarsi in quella zona, ma aveva bisogno di risposte, e l'unica persona che poteva fornirgliele aveva ben pensato di trasferirsi a vivere in quella maledetta foresta.

Non era comunque sua intenzione appurare se le dicerie sulle ombre fossero vero o se invece fossero frutto di qualche favola dell'orrore, tanto meno pianificava di diventare uno spuntino per draghi. Aveva ben altri progetti in mente.

Fortunatamente, sembrava che quel giorno le ombre avessero altro da fare che disturbare il suo cammino, così come i draghi sembravano preferire l'immensità del cielo piuttosto che starsene a terra, troppo vicini a lei. Li sentiva ruggire tra loro, parlarsi, scontrarsi, per poi esibirsi in mirabolanti danze acrobatiche tra le nuvole del cielo. Ogni qual volta il fitto fogliame le permetteva di scorgerli nel loro volo, Cornelia si fermava qualche secondo ad ammirarli, rimembrando il tempo in cui per ogni eroe nasceva un drago, quando il legame con quelle magnifiche creature era ancora solido e indissolubile.

Ma era passato così tanto tempo che la sua mente faticava a ricordare, e tutto ciò che visualizzava era il dolore che quelle maestose creature avevano dovuto subire per mano dei sovrani. Non si stupiva che alcuni di loro li odiassero.Al limitare della foresta, un'imponente parete rocciosa si ergeva in tutta la sua maestosità sul bosco sottostante, apparentemente impenetrabile anche per il più esperto degli scalatori, ma non per lei.

Toccò la roccia in vari punti, fin quando una piccola sporgenza non più grande del suo palmo si mosse, e allora Cornelia seppe di aver trovato l'ingresso. Premette con la mano sulla sporgenza, ed un sentiero stretto ed intricato si fece largo sul fianco della parete. Cornelia sorrise soddisfatta, nonostante sapesse che anche così non sarebbe stato facile salire; impiegò quasi mezz'ora per attraversarne solamente la metà. Il sentiero roccioso era crollato in più punti. Ogni singolo pezzo della parete minacciava di staccarsi da un momento all'altro e, come se non bastasse, una stramaledetta illusione le impediva un avanzamento costante e molto meno rischioso. Tratta in inganno da quel banale trucchetto, aveva temuto più volte di precipitare di sotto. Pochi metri di cammino e qualche imprevisto dopo Cornelia poté finalmente vedere coi propri occhi color prato l'ingresso di una caverna, ed il guardiano che sonnecchiava placidamente davanti all'unica entrata disponibile.

«Lunaris.» sussurrò a qualche metro di distanza, svegliando la possente creatura dal suo sonno.

Lunaris si erse davanti alla donna in tutta la sua imponenza. Era alto sei metri circa, forse sette, maestoso come ogni appartenente della sua specie. Le squame che gli ricoprivano il corpo erano grigio argento, più chiare e luminose quelle che dal collo arrivavano sino alla punta della coda, passando per il ventre del grosso animale.

KnightsWhere stories live. Discover now