Capitolo 9

12 3 0
                                    



N.d.A- Chiedo scusa se questa settimana ho saltato degli aggiornamenti, ma aveva un esame e ho dovuto prepararmi per quello. Da oggi si ricomincia con regolarità :)

Bacione a tutti e alla prossima!

ArhiShay



Carhan tornò in camera sua subito dopo la cena, sola, senza proferire alcuna parola.

Chiuse la porta con garbo, senza sbatterla, e si assicurò di girare la chiave nella fessura. Non voleva rischiare che qualcuno entrasse.

Solo quando fu certa di essere sola, lontana dagli sguardi di tutti, allora si lasciò andare ad un lungo sospiro, stanco e sconsolato.

Era fatta, ormai non poteva più tornare indietro. A partire da quel giorno, era ufficialmente una promessa sposa.

Non credeva sarebbe mai davvero giunto il giorno, i suoi genitori si erano sempre dimostrati amorevoli e comprensivi, attenti a non imporle mai nulla andasse contro i suoi principi... eccetto quella volta.

«Lo facciamo per il tuo bene, tesoro.» aveva detto sua madre, mentre le carezzava con dolcezza il viso.«Ormai non sei più una bambina.»

Molte delle sue coetanee erano già sposate, madri di uno o più figli, mogli di uomini anche più vecchi di loro. E tutte sembravano noiosamente felici.

Lei era stata un'eccezione, poiché avida di libertà aveva pregato i suoi genitori di posticipare quanto più possibile ogni incontro combinato, lasciandole vivere quella vita che per anni le era appartenuta.

Presto, tutto ciò che conosceva sarebbe finito. Ma Carhan non si sentiva affatto pronta ad affrontare un matrimonio, perché lei non era come le altre nobildonne, docili e romantiche, amanti del lusso e dell'amore.

No, l'unico amore di Carhan era rivolto ai cavalli delle loro scuderie, alla neve che bagnava il suolo di Ledus nove mesi all'anno, dei venti che sciavano tra le vette delle montagne, e dell'avventura che si celava a pochi passi da lei, oltre il confine che separava la sua terra da quella di Èrimos.

Era buffo pensare a quanto fossero vicine due terre all'apparenza così distanti, come la sabbia del deserto infuocato confinasse proprio con la neve più gelida aveva quasi dell'assurdo, dell'incredibile, e chissà quante altre stranezze correvano tra le terre di Alador.

Carhan avrebbe voluto vederle tutte. I boschi sempre verdi di Godwing, le praterie di luce che erano il vanto di Lumina, l'acqua cristallina che ricopriva l'intera Apon, le spaventose piogge di fulmini che venivano benedette dai credenti di Vètra, i deserti ed i vulcani che infuocavano le terre di Èrimos e, perché no, anche le bellissime stelle che si potevano ammirare nel cielo sempre notturno dell'oscura Tamsus.

Non ne aveva mai avuto l'occasione, ora meno che mai.

Rifiutò però di piangere e arrendersi alla realtà. Non sarebbe stato da lei.

Si lasciò cadere sul morbido e grande letto a baldacchino della sua stanza fissando il telo sulla sua testa, assorta in pensieri che avrebbe preferito ignorare.

«È per il tuo stesso bene.» le parole di suo padre ancora le rimbombavano nella testa.«Una volta sposata, non dovrai più temere le minacce del barone.»

Lo sapeva, lo capiva, ma l'amara sensazione di essere stata tradita dalle persone che più amava al mondo premeva ugualmente sul suo cuore.

Nonostante tutto però, sapeva che la causa di ogni decisione era unicamente colpa di un'unica persona: il barone Doiltor.

KnightsWhere stories live. Discover now