Capitolo 14

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L'aria di casa nei polmoni dopo tanto tempo lontana era una sensazione piacevole, quasi rigenerante. Nikki aveva quasi scordato quanto Vètra fosse bella, e soprattutto quanto fosse piacevole essere di nuovo a casa dopo quasi due mesi di assenza.

Se non fossero stati in grave pericolo, con un moribondo sulle spalle e nessun rinforzo contro Faust e il suo esercito, probabilmente avrebbe anche tirato un sospiro di sollievo.

Dopo quasi un mese di viaggio era contenta di potersi rilassare nel proprio letto, dopo un bagno caldo che aveva lavato via tutta la sporcizia e la fatica accumulata. Era stato lungo, il più lungo che avesse mai fatto, e si era goduta ogni momento di pace.

Due giorni di dormita poi le avevano ridato tutta l'energia di cui aveva bisogno, e mentre si rivestiva Nikki pensava già alla prossima missione che le sarebbe stata affidata.

Scese le scale con calma, trovando nel soggiorno già tutti i suoi compagni di viaggio, intenti a servirsi di una sostanziosa e nutriente colazione studiata appositamente per riequilibrare la loro dieta dopo giorni di quasi totale digiuno. Erano stati rari i pasti sostanziosi, soprattutto perché non avevano considerato di viaggiare in così precarie condizioni.

C'era suo fratello, seduto a capotavola con la piccola Lily tra le braccia, più intento a far mangiare la bambina che non a nutrirsi lui stesso. Baba gli si era seduta in testa, canticchiando quanto avesse sentito la sua mancanza e quanto non volesse più che partisse senza di lei per così tanto tempo.

Carhan era accanto a lui, le spalle curve e le mani intrecciate nervosamente tra loro, probabilmente sentendosi fuori luogo. Anche lei aveva toccato poco o nulla della colazione.

L'unico che sembrava godersi a pieno il pasto era Caius, che una forchettata dopo l'altra ingoiava con avida ingordigia tutto ciò che gli capitava davanti agli occhi, senza guardare in faccia niente e nessuno. Non vedeva più bende sul suo petto nudo, il che probabilmente significava che i suoi sforzi e le cure che gli aveva prestato erano per lo meno serviti a qualcosa. Ciò che rimaneva delle sue ferite era null'altro che una lunga cicatrice.

Infine, anche loro intenti a mangiare qualcosa dal sontuoso banchetto in silenzio, Nikki vide Axel e Remelee. Il cuore si fece all'improvviso leggero, ed un dolce sorriso le si aprì in volto, mentre cercava di ricordare quando era stata l'ultima volta che aveva potuto vedere i visi dei suoi compagni.

Decisamente troppo.

«Buongiorno.» salutò, e la prima cosa che fece fu andare dritta verso Axel, abbassarsi alla sua altezza e baciarlo sulle labbra.

Da quanto aspettava di poterlo fare? Dei, quanto le era mancato.

Caius tossì ripetutamente, quasi incredulo alla scena che gli si stava presentando davanti, salvo poi scuotere le spalle e riprendere la propria abbuffata.

Carhan li fissò con un vivido rossore sulle guance per svariati minuti, le mani portate a chiudere la bocca, distogliendo poi lo sguardo per non sembrare maleducata.

Che audacia... pensò di Nikki. Lei non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, era troppo imbarazzante anche solo pensarlo.

«Mi sei mancato.» si staccò appena, sussurrandogli ancora quanto avesse sentito la sua mancanza, e fu la volta di Axel di tirarla a se e baciarla. Ancora una volta nessuno disse nulla.

«Stavo diventando impaziente.»

Nikki sorrise, la voglia di ignorare il richiamo del proprio stomaco e trascinare Axel in camera sempre più pressante.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 17, 2018 ⏰

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