Capitolo 5

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La discesa fu lunga, quasi interminabile, avvolti per tutto il tempo nell'oscurità più totale.

Una torcia presa all'ingresso era l'unica cosa che illuminava il loro cammino, impedendo loro di inciampare ad ogni passo.

Nikki continuava a pensare che seguire Nate nella tana del leone non fosse stata la più brillante delle idee, ma ormai era tardi per pentirsene.

Se mai si fosse rivelata una trappola erano abbastanza sicuri di potersela cavare con la testa ancora attaccata al collo.

«Certo che è buio pesto qui...» commentò la ragazza.

Voleva spezzare quell'insopportabile silenzio che si era creato tra loro, riempito soltanto dal suono dei loro passi che riecheggiavano a vuoto nella caverna.

«Una volta che ci fai l'abitudine non è poi così male.»

Sho non sembrò curarsi di nulla che non fossero i suoi pensieri. Cercava un buon modo per convincere Caius ad unire la sua Gilda, Phinix Flame, con il suo gruppo di ribelli.

Il capo dei predoni non era certo un esempio di disponibilità e buone maniere, soprattutto non dopo l'ultima volta che si erano visti.

A quel tempo aveva appena diciotto anni. Era un missione semplice, che si era trasformata in uno scontro all'ultimo sangue fra loro.

Ne era uscito con tre costole rotte, uno squarcio sul fianco e qualche bruciatura sparsa qua e là per il corpo. In compenso, Caius non era certo messo meglio di lui.

Da allora erano passati cinque anni. Tante cose erano cambiate nella sua vita, nella vita di entrambi, eppure quel combattimento ancora viveva nella mente del ragazzo come se fosse successo il giorno prima.

Pensò a Caius, a come fosse cambiato, a cosa avrebbe fatto non appena l'avesse riconosciuto.

Conoscendolo, ricordando il caratteraccio con cui l'aveva accolto la prima volta, non avrebbe nemmeno voluto ascoltarlo.

Sho lo sapeva che vi era solo un modo per fargli sentire la propria voce, e di certo non era parlando che l'avrebbe aiutato.

Non piaceva nemmeno a lui l'idea di chiedere aiuto ai predoni, ma bisognava fermare i sovrani prima che fosse troppo tardi.

Nonostante il campanello d'allarme che risuonava nel suo cervello sin dal primo momento in cui aveva messo piede in quell'antro oscuro, Sho ghignò compiaciuto.

Senza farsi notare dagli altri due ghignò compiaciuto. Finalmente una missione divertente.

Alla fine della scalinata, la torcia non servì più. Una tenue luce verdognola e opaca prese il posto dell'oscurità, rendendo finalmente visibile ciò che li circondava.

Pietre. Pietre in ogni angolo. Di ogni forma e dimensione, alcune avvolte da una particolare bagliore rossastro.

«Non toccate le pietre rosse, sono roventi.»

«Deve essere un ex vulcano.» constatò Sho. Nate annuì.

«Qui sotto scorre un fiume di lava che riscalda le rocce fino alla punta.»

«E come riuscite a vivere qui sotto? Si muore di caldo!»

Nikki dovette sbarazzarsi del turbante per non rischiare di soffocare.

Per lei, pensare che qualcuno riuscisse addirittura a vivere in quel posto era impensabile. Adorava il caldo certo, ma entro limiti umani!

«Noi ci siamo abituati dolcezza. Chiunque viva a Èrimos può sopportare le alte temperature. Noi maghi più degli altri.»

KnightsWhere stories live. Discover now