Capitolo 13

13 1 0
                                    



Il fuoco scoppiettava vivacemente. Un grosso pezzo di carne e qualche pesce cuocevano appesi a pezzi di legno piantati attorno al fuoco, frutto dell'improvvisata battuta di caccia che si era rivelata migliore di quanto avrebbero anche solo sperato.

Quando arrivarono al campo improvvisato, Nikki si precipitò accanto al falò sentendo mani e viso riprendere finalmente sensibilità. Pian piano sentiva il calore invaderle il corpo, fin dentro le ossa congelate dal gelo della neve.

«Detesto il freddo.» non avrebbe mai smesso di ripeterlo.

Carhan si sentiva a disagio in quello strano gruppo di persone, senza contare che avere lo sguardo di Caius puntato addosso la irritava più di quanto avrebbe mai ammesso.

E proteggerla da quegli occhi ferini, selvaggi, indiscreti, vi era soltanto il proprio intimo ed il mantello che Nikki le aveva gentilmente prestato. E le scarpette, miracolosamente scampate al passaggio di Caius.

«Di la verità, stai cercando di sedurmi non è così?» e non sapeva se a darle più fastidio fosse il tono arrogante che usava o il ghigno fastidioso che non l'aveva abbandonato un singolo istante da quando l'aveva incontrato.

Non rispose e voltò lo sguardo. Col cavolo che dava una qualsiasi soddisfazione a quell'energumeno.

Cercò Nikki con lo sguardo, accucciata accanto al ragazzo ferito di cui Carhan non aveva chiesto nulla, un po' per paura, un po' per discrezione. Sentiva come se chiedendo qualsiasi cosa, potesse riaprire ferite che non avevano avuto il tempo necessario per rimarginarsi.

«Tu si che sai come si tratta una donna, pel di carota. Ricordami di non chiederti mai lezioni a riguardo.»

Distratta, trattenne a stento una risata quando il commento canzonatorio di Sho le arrivò alle orecchie, completamente inaspettato.

Non si era soffermata troppo su Sho, che non aveva praticamente parlato da quando li avevano raggiunti, quindi si soffermò su di lui solo in quel momento.

Aveva i capelli biondi come il grano, con particolari sfumature verdastre qui e lì, a dargli un'aria particolare che, poteva giurarlo, era la stessa emanata dalla sorella.

Gli occhi verdi come un prato primaverile l'avevano colpita per il loro colore, e per l'apparente freddezza che questi sembravano trapelare, ipnotici, bellissimi e magnetici.

Nel complesso, era davvero un bellissimo ragazzo: misterioso, ammaliante e seducente, quanti cuori poteva involontariamente aver spezzato Carhan non lo sapeva, ma era impossibile non sentirsi attratti fisicamente da qualcuno come lui.

«Tze, scommetto che ho avuto più donne io di quante tu potrei mai averne in una vita, testa di muschio.»

Sho non gli rispose stavolta, eppure Carhan riuscì a scorgere appena un accenno di incertezza nel suo sguardo, come se nascondesse qualcosa della sua vita che non voleva assolutamente riportare a galla.

«Ma per favore. Le uniche donne che potrebbero mai essere state con te sono le prostitute del bordello, e scommetto anche che sono state pagate piuttosto bene per lasciarsi scopare da uno come te.» intervenne ironica Nikki, facendo arrossire Carhan oltre l'inverosimile.

Come poteva una ragazza parlare con quel linguaggio tanto sfacciato e volgare? Lei, per come era stata cresciuta, non ci sarebbe mai riuscita.

«Ora vedete di fare meno casino possibile, Nate sta riposando.»

Stancamente, Nikki si lasciò cadere scompostamente accanto a Carhan, afferrando con veemenza un pezzo di carne e offrendolo anche all'ospite, che rifiutò con garbo.

KnightsWhere stories live. Discover now