Capitolo 6~ Niente trasformazioni strane, grazie

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Oh no

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Oh no.
Josephine.
Certo che la sfiga me la tiro proprio addosso, io.
Mi giro ritrovandomela di fronte, perfetta come sempre, con Maïa al seguito.
La bionda mi sembra stranamente depressa, sarà per la gemella morta. Mi dispiace, mi sento in colpa. Se Jordan non avesse attaccato la scuola per catturarmi, a quest'ora sarebbero tutti vivi.
" Ma ciao Josephine! Cosa ti ha portato a migrare da Polloville per parlarmi? Sono sorpresa!" Dico con un falso sorriso.
" Prima di tutto io non vengo da Polloville, angioletto. Secondo, era da un po' che dovevo pareggiare i conti." Mi dice avvicinandosi.
" Cosa?" Chiedo confusa indietreggiando.

" Mi pare ovvio! Sei stata tu che hai ucciso Darcy. Se tu non fossi una maledetta elettro figlia di quel traditore tutto questo non sarebbe mai successo! Tutti sarebbero ancora vivi." Dice avvicinandosi ancora di più, mentre io indietreggio.

Sento le lacrime pungermi gli occhi, cavolo, ha ragione. Ma io non posso dargliela vinta, non a quella gallina.

Ricaccio indietro le lacrime e con rabbia la rispingo in dietro, facendola quasi cadere da quei trampoli che si ritrova.

" Non è vero! Non sono stata io! Non ho deciso chi fossero i miei genitori, né cosa essere! Quindi smettila di prendertela con me, non ne vale la pena. Non accusare gli altri di qualcosa che dipende solo dal destino! Se invece di combattere si fosse rintanata in qualche aula, sarebbe ancora viva. Invece ha deciso di combattere, sapendo a cosa andava incontro. La scelta è stata solo sua, né mia né tua, sua." Quasi urlo, mentre sento le ali spalancarsi sulla mia schiena e gli occhi iniziare a brillare.

No! Niente trasformazioni strane, grazie.

Gli occhi di Josephine iniziano a scurirsi, prendendo una sfumatura più tendente al rosso, malvagia.

" Non incolpare Darcy delle tue colpe! Hai riportato in vita quella stupidotta dai capelli azzuri, perché lei no?! Ovviamente ti stava talmente antipatica da non riuscire a darle nemmeno una seconda possibilità!" Sbraita, pronta a saltarmi addosso.

Indurisco lo sguardo. Hai provocato il quasi-angelo sbagliato, gallinella.

Mi avvicino lentamente, maligna.

" Sai perfettamente che non dipende da me su chi usare il mio potere. Non ero quasi neanche me stessa in quel momento. Tu non sai cosa vuol dire buttarsi da una  torre, terrorizzata. Non hai idea del dolore che ho provato quando ho sentito i tessuti strapparsi per lasciare spazio alle ali. Non hai idea di quanta energia mi sia costata per riparare quel casino. Tu non hai minimamente idea di cosa vuol dire svegliarsi su un letto e sentirsi colpevole, anche se indirettamente, di tutte quelle morti. Quindi, per una buona volta, CHIUDI QUELLA BOCCACCIA DA OCA CHE TI RITROVI!" Urlo fuori di me, mentre nelle mie mani si creano due potenti sfere di energia viola.

Il vento si alza. La vista e gli altri sensi diventato più acuti. Sento che potrei ucciderla con un gesto della mano.

Sono un mostro.

Lei, molto intimorita cerca di avvicinarsi piano, mentre Maia si ritira dietro una colonna.

Prima che Josephine, che ormai mi aveva quasi raggiunta, mi salti addosso, una velocissima macchia nera si para fra me e lei.

Il mio angelo custode fa la sua comparsa in tutta la sua magnificenza, sfoderando due meravigliose katane e puntandone una al collo di Josephine.

" Charity..." Sussurro sorpresa.

La  mia custode non quasi cambiata per niente. Stessi lunghi capelli neri svolazzanti, stesi occhi che sembrano racchiudere l'infinito. Le labbra rosse e la pelle candida e perfetta. L'unica cosa che la distingue dalla ragazza che conosco io è la luce determinata e scontrosa che ha negli occhi,  a parte le katane e la tenuta da combattimento nera della scuola.

" Brutta pezzente, avvicinati ancora una volta alla signorina, che ti spezzo il collo lungo che ti ritrovi. Sai, non vorrei inciampare 'per sbaglio' e trafiggerti la gola. Sarebbe uno sfortunato incidente, sai?" Sussurra maligna l'angelo.

Caspita, questa si che era una minaccia!

La gallina prende la sua borsa e corre via spaventata, seguita dalla sua schiavetta.

Charity si gira verso di me e rinfodera le armi, abbagliandomi con un sorriso smagliante.

Cavolo, sono circondata da bipolari.

" Andiamo in mensa signorina?"


Spazio autrice

NON AMMAZZATEMI.

So di essere in immenso ritardo, ma la scuola chiama e io rispondo.

Mi farò perdonare più avanti!

Alilily

The Souler (#2)Where stories live. Discover now