Capitolo 8

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Levi's Pov

Finiamo di prepararci e usciamo.
Fuori c'è bel tempo, il cielo è azzurro e c'è un bel sole caldo, anche se le temperature sono abbastanza basse e anche il vento è freddo, ma è normale visto che siamo quasi a novembre. Finisco di chiudere la porta a chiave quando sento la mano di Eren che prende la mia, intrecciando le nostre dita; è calda e mi trasmette un senso di dolcezza e tranquillità che mai nessuno fino ad oggi mi aveva trasmesso.
Lo guardo negli occhi per alcuni istanti, i suoi occhi sono felici e se lo sono loro anche lui lo è; mi sorride, è un sorriso spontaneo e dolce e, senza che io lo voglia, mi fa arrossire.
Distolgo lo sguardo, sento il mio cuore che ha iniziato a battere più velocemente, è una sensazione strana perché non mi era mai successo.
Camminiamo in silenzio, sempre tenendoci per mano, in modo da sentire il calore dell'altro, ma senza stare troppo vicini, così da non attirare l'attenzione.
Sinceramente non so dove stiamo andando, ma a me va bene andare ovunque, infondo sono con lui e questo mi basta.
Improvvisamente si alza un soffio di vento gelido e il moccioso inizia a starnutire.
Lo guardo, sembra avere freddo così gli dico "è meglio se rientriamo" 
Eren mi guarda, riesco a leggere la delusione nei suoi occhi, ma nonostante ciò si limita ad annuire.
Torniamo a casa e noto con mia grande sorpresa che siamo stati fuori più di due ore; allora è proprio vero che quando si sta con le persone a cui si tiene il tempo vola.
Il resto della giornata trascorre abbastanza tranquillo, pranziamo assieme, il pomeriggio studiamo e ci facciamo un po' di coccole, poi ceniamo e dopo cena lo accompagno a casa.
Certo volendo sarebbe potuto tornare a casa da solo, ma volevo stare ancora un po' con lui e poi è ancora un moccioso, potrebbe sempre cacciarsi nei guai e non voglio che questo accada. Quando torno a casa non so cosa fare, domani è lunedì ma per tutta questa settimana io sarò obbligato a stare a casa per la sospensione.
Mi guardo attorno, è tutto fin troppo pulito e ordinato, perciò non posso sistemare nulla. Guardo i libri di scuola e prendo in mano il diario, ho già fatto tutti i compiti per questa settimana e per la settimana dopo non ho nulla.
Sospiro, chiudo il diario e lo rimetto nella borsa; mi butto sul letto pigramente, prendo in mano il giornale con i sudoku e inizio a farne uno.
Lentamente senza accorgermene mi addormento e cado in un sonno agitato.
Tutto attorno a me è buio e silenzioso, poi lentamente inizia a schiarirsi attorno a me e al mio fianco compare Eren, è allegro e sorridente; camminiamo, intanto lui parla ma non riesco a capire cosa dice, poi all'improvviso lui inciampa ma invece di cadere scompare.
Attorno a me cambia di nuovo tutto, ora mi trovo in un bosco, sono a terra e ho il corpo dolorante e pieno di ferite.
Non riesco a capire quello che sta succedendo; all'improvviso davanti a me compare Eren, ha il volto in lacrime, due mani lo sollevano e lo portano via, lontano da me, mentre lui cerca di liberarsi da quella stretta per venire da me.
Si allontana sempre di più, sento la sua voce che urla il mio nome, poi tutto diventa nero e mi sveglio nel mio letto.
Ho il respiro veloce e irregolare, sono tutto sudato e sento il cuore che mi batte forte.
Cos'è stato quel sogno e perché ho l'impressione che non devo dimenticarlo?
Più ci ripenso più sento l'agitazione impossessarsi del mio corpo, così decido di non pensarci. Guardo l'ora, ormai sono già le quattro e decido di alzarmi.
Vado a farmi una doccia ghiacciata con la speranza di riuscir a far passare il mal di testa, ma si rivela inutile, anzi non fa che peggiorare.
Vado in cucina e mi preparo un caffè amaro, prevedo che oggi sarà una lunga giornata.
Mi siedo al mio solito posto, con la tazza di caffè in mano e accendo la tv a basso volume.
Le ore passano lentamente e io non so più cosa fare; ho già pulito tutta la casa e ripassato matematica e sono passate solo due ore e mezza.
Sospiro e guardo fuori, il cielo è nuvoloso e sembra fare abbastanza freddo.
Certo che il tempo non mi invoglia ad uscire, però ho promesso al moccioso che prima di andare a scuola avrei fatto una breve passeggiata con lui, così mi vesto velocemente ed esco.
Cammino in fretta, come immaginavo oggi fa più freddo di ieri.
Arrivo davanti a casa sua e gli mando un sms con scritto che sono qui fuori e dopo qualche istante lo vedo comparire.
Mi guarda, si avvicina velocemente e mi abbraccia "Leviiii" la sua voce è più squillante del solito, lo guardo con la coda dell'occhio e gli dico "moccioso mi stai soffocando e ho mal di testa" la mia voce è fredda e distaccata, ma questo non lo spaventa anzi, mi stringe ancora di più; quest'abbraccio mi sta piacendo moltissimo e probabilmente lui l'ha capito perché non mi lascia più.
Tossisco leggermente e gli dico "pensi di restare così per tutto il giorno o ti scolli?"
Lui sembra rifletterci seriamente, poi mi sussurra all'orecchio "non ti lascio andare"
Sospiro ma sorrido, certe volte sembra proprio un bambino.
Rimango stretto fra le sue braccia ancora per qualche istante, poi inizio a fargli il solletico e lui è costretto a lasciarmi andare; così ne approfitto e mi allontano di qualche passo.
Sta ancora ridendo, non pensavo che lo soffrisse così tanto; quando si riprende mi osserva, mi sorride e mi prende per mano, poi iniziamo a camminare in silenzio.
Decidiamo di non allontanarci troppo, così che lui non rischi di arrivare in ritardo.
Stiamo in silenzio per tutto il tempo, fino a quando non siamo davanti a scuola e lui dice "Levi dopo scuola devo andare a lavorare" lo osservo, annuisco e gli dico "mangiamo insieme, ti aspetto a casa mia" non gli lascio il tempo di dire nulla che gli do un veloce bacio sulle labbra e corro verso casa.



*angolino dell'autrice: ed eccomi con un nuovo capitolo, cosa ne pensate vi sta piacendo? Prevedo che sarà una ff molto lunga, come minimo penso saranno 25-30 capitoli, spero solo di non farla diventare noiosa. Se avete dei consigli da darmi lasciatemeli nei commenti, a presto!



Sei il mio piccolo stupido (Ereri)Where stories live. Discover now