Capitolo 12

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Levi's Pov

Mi sveglio, guardo l'ora e subito mi prendo un colpo, sono le 8:40 e io mi sono appena svegliato. Immediatamente guardo la sveglia, ero convinto di averla impostata.
Appena sblocco il cellulare vedo la data 24 dicembre.
Mi ero dimenticato che oggi sono iniziate le vacanze; mi rilasso e rimango sdraiato nel letto ancora per alcuni istanti, ogni anno mi dimentico delle vacanze invernali.
Mi alzo dal letto e come il solito mi faccio una doccia, dopodiché mi metto a studiare; per fortuna quella settimana di sospensione non ha inciso sui miei voti, infatti sono ancora il primo della classe e il moccioso, che ha continuato a prendere ripetizioni da me, ha solo buoni voti. Quando finisco di studiare è quasi ora di pranzo così preparo qualcosa velocemente quando sento il mio cellulare suonare; lo prendo e vedo un messaggio da parte di Eren.
Clicco sul messaggio e leggo "Ehi Levi, hai visto che nevica? *^* " istintivamente mi viene da ridacchiare, chi altro potrebbe scrivere un messaggio così se non lui?
Sospiro e mi rimetto a cucinare intanto che apparecchio.
Pranzo e quando finisco sparecchio, per poi lavare velocemente i piatti e vado in camera per cambiarmi.
Tiro fuori dall'armadio un paio di pantaloni neri, una maglia bianca e una felpa dello stesso colore dei pantaloni e li indosso.
Mi sto mettendo le scarpe quando suona il campanello; le allaccio velocemente e vado alla porta.
Appena la apro mi trovo due braccia al collo e la sua voce che dice poco distante dal mio orecchio "Buongiorno Leviii!" io sospiro, faccio finta di sembrare scocciato ma in teoria i suoi abbracci mi piacciono, solo che non voglio farglielo vedere.
Alzo gli occhi al cielo e gli dico "quanto imparerai a salutare in modo normale la gente?"
Lui si stacca dall'abbraccio, lo osservo oggi mi sembra più bello del solito; indossa dei pantaloni grigi, una felpa verde con due ali stilizzate, una bianca e una nera, una giacca che ha lasciato aperta e una sciarpa.
Guardo il suo volto e mi ci soffermo alcuni istanti; ha le guance arrossate, un sorriso dipinto in faccia e gli occhi sono accesi da una luce di pura felicità; in questo momento mi ricorda un bambino.
Mi incanto ad osservarlo quando la sua voce mi porta al mondo reale "allora andiamo?" è chiaramente impaziente, sembra davvero un bambino.
Al pensiero sorrido, prendo la giacca, la infilo velocemente e annuisco.
Chiudo la porta e usciamo al freddo; sta nevicando tantissimo, per terra c'è già uno strato bianco e continuano a cadere grossi fiocchi.
Ammetto che era da alcuni anni che non nevicava così, è bello da vedere ma allo stesso tempo ti mette una tristezza infinita; penso che il bianco sia simbolo di neutralità e poi quando nevica c'è sempre un silenzio che non mi piace.
Vengo distratto dai miei pensieri quando vedo Eren correre sotto la neve, con il volto all'insù e che cerca di prendere più fiocchi possibili con le mani; continuo a camminare seguendolo e osservandolo, sembra che si stia divertendo.
Andiamo avanti così per quasi un ora, inizio a sentire freddo e sicuramente anche il moccioso ha freddo visto che il suo naso è diventato rosso, così gli dico "andiamo in un bar a riscaldarci"
Eren annuisce, mi viene vicino e mi prende la mano per poi intrecciare le sue dita con le mie; mi aspettavo che la sua mano fosse fredda ma invece è piacevolmente calda, così istintivamente la stringo di più.
Andiamo nel primo bar che vediamo, lui ordina una cioccolata con panna mentre io ordino un the e ci sediamo ad un tavolino.
Iniziamo a parlare, quando ci arrivano le bevande le beviamo e lentamente entrambi ci scaldiamo; Eren è davvero felice, glielo si legge in faccia e lo noto anche dal tono della sua voce. Parla allegramente di tante cose, ma quando dice la parole "domani è Natale" io mi irrigidisco e so per certo che il mio sguardo è diventato impenetrabile; di fatto lui si zittisce, mi osserva e dice "perché questa reazione? Se non sbaglio è anche il giorno del tuo compleanno quindi dovresti essere doppiamente felice..."
Gli lancio un occhiata di ghiaccio facendolo zittire poi mi alzo e vado alla cassa, pago velocemente ed esco dal locale, non ho intenzione di affrontare questo discorso con lui.
Eren mi segue e dopo alcuni minuti di silenzio lui mi chiede "perché non mi rispondi?"
Io lo guardo, sento che mi sta salendo una lontana rabbia, ma cerco di reprimerla e dico "odio quel giorno punto e basta" la mia voce è fredda e si sente chiaramente che non ho voglia di parlarne, ma lui insiste "perché? è un giorno bellissimo. Se lo odi allora te lo farò piacere io, ti farò una bella festa!" 
Lo guardo male e gli rispondo "non voglio nessuna festa" aumento il passo; dentro di me sento che se parliamo ancora di quest'argomento non andrà a finire bene, ne sono certo.
Eren mi raggiunge quasi subito e dice "Perché no? Si tratta solo di una festa..." io lo interrompo, lo guardo, la rabbia mi sta salendo sempre di più "ho detto che non voglio la tua stupida festa!" il mio tono è duro, da quel che mi ricordo non ho mai usato questo tono con lui, infatti vedo che i suoi occhi si rattristano, ma poi con lo stesso tono calmo di sempre mi dice "non è stupida...sono convinto che ti piacerà, per fartela non ho bisogno che tu lo voglia o meno"
Io lo guardo sorpreso, ora la mia rabbia è incontenibile e gli urlo "NON VOGLIO LA TUA MALEDETTA FESTA!" nella mia voce si sente tutta la rabbia che provo e gli occhi di Eren si riempiono di lacrime.
Mi volto dall'altra parte e riprendo a camminare, prima lentamente poi sempre più velocemente fino a quando non mi ritrovo a correre.
Ora dal cielo scende tantissima neve e in giro non c'è alcun rumore, come se non ci fosse nessuno.



*angolino dell'autrice: penso che questo capitolo per ora sia il mio preferito, mi sono "divertita" molto a scriverlo. Avrei voluto aggiornare prima ma ho avuto dei contrattempi, sta settimana non sono sicura di riuscire ad aggiornare. A presto!

Sei il mio piccolo stupido (Ereri)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu