Capitolo 9

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Levi's Pov

Arrivo a casa velocemente, non so nemmeno io perché mi sia comportato così; potevo benissimo salutarlo in un modo normale o anche semplicemente con un 'ciao' ma no, io non potrò mai fare qualcosa di normale, è troppo difficile per me.
Sospiro ripensando al modo in cui l'ho salutato e spero che non ci sia rimasto male, anche se conoscendolo non penso proprio. 
Passo la mattina a cucinare il pranzo, voglio sorprendere il moccioso; quando finisco di cucinare mi metto a fare alcuni esercizi di varie materie, giusto per evitare di dimenticarmi le cose, e successivamente leggo; sto leggendo un libro molto bello e interessante, anche se non è esattamente il genere di libri che leggono i giovani.
Quando controllo l'orologio mancano meno di quindici minuti alla fine delle lezioni e a quando il moccioso dovrebbe uscire da scuola, il problema è che sta piovendo a dirotto e quello stupido non ha preso l'ombrello nonostante gliel'avessi suggerito.
Sospiro, non ho voglia di uscire ma non ho alternative; mi vesto velocemente, prendo l'ombrello ed esco.
Arrivo davanti alla scuola in fretta, per fortuna il moccioso non è ancora uscito, così non si è bagnato e non rischia di prendersi il raffreddore.
Sento il suono della campanella e lentamente alcuni studenti iniziano ad uscire, tra cui anche Eren; per fortuna è sempre uno dei primi ad uscire così almeno non devo aspettarlo molto. Appena mi vede sul suo volto compare un sorriso gigantesco e i suoi occhi s'illuminano di una luce allegra.
Mi corre incontro e appena arriva vicino mi abbraccia, mi tiene stretto a sé e mi sussurra "non pensavo venissi" 
E' strano come anche in una giornata così riesca ad essere allegro ed emani felicità e allegria, riuscendo a rallegrare l'ambiente e le persone che gli stanno attorno; in questo momento penso che lo vorrei con me per sempre, così che rallegri tutte le mie giornate.
A differenza dei miei pensieri gli rispondo dicendo "tsk sappi che l'ho fatto solo perché non avevo nulla di meglio da fare"
Lui mi guarda, sorride e annuisce, so di non essere stato convincente e probabilmente non ci crede nemmeno lui ma fa niente.
Camminiamo verso casa, intanto che lui mi racconta com'è trascorsa la sua giornata scolastica, ha avuto un'interrogazione che gli è andata bene; da quando ha iniziato a studiare con me i suoi voti sono migliorati notevolmente e presta molta più attenzione in classe, prendendo appunti anche se spesso non capisce alcune cose.
Arriviamo a casa e mangiamo velocemente, intanto gli faccio qualche domanda qui e lì e, quando abbiamo finito, usciamo; ormai ha finito di piovere da un pezzo e anche se il cielo non è ancora azzurro lascio l'ombrello a casa per accompagnarlo al lavoro.
Lavora in un bar, poco distante dalla scuola, non è molto grande ma sembra accogliente; guardo il moccioso e gli dico "vengo a prenderti quando finisci" 
Eren scuote la testa, abbassa lo sguardo e dice "questa settimana non ho molto tempo libero, finisco tardi e dopo devo studiare quindi non ci potremo vedere"
Lo guardo, sto per controbattere quando si avvicina e mi lascia un dolce bacio sulle labbra, sussurrando un "ti scrivo appena posso" ed entra nel bar, lasciandomi da solo nel silenzio autunnale.
Attorno a me non c'è anima viva, anche se siamo in pieno giorno non c'è nessuno. 
Mi sento come se fossi stato abbandonato di nuovo, sospiro e cammino, tenendo lo sguardo a terra.
Dopo alcuni passi mi metto le cuffiette, con delle canzoni solo di pianoforte a volume massimo; in questi momenti queste canzoni sono le migliori, calme e tristi. 
Vado in un parchetto, non troppo distante e mi siedo su un'altalena, spingendola debolmente. Dopo alcuni minuti inizia a piovere, guardo il cielo, è grigio e non sembra che smetterà di piovere tanto in fretta.
Abbasso lo sguardo e guardo un punto nel vuoto, sento le gocce gelide che mi bagnano i capelli, il collo e i vestiti, ma non mi importa; questa sensazione di freddo sul corpo mi aiuta a pensare, a cercare di calmarmi o di sfogarmi.
La pioggia aumenta sempre di più, le gocce sono sempre più grosse e fredde e, lentamente, assieme ad essa iniziano a scendere anche le mie lacrime.
Mi sento solo, abbandonato di nuovo da qualcuno a cui volevo del bene e a cui mi ero affezionato, inoltre i ricordi dolorosi del passato iniziano a riaffiorare nella mia mente.
Sapevo che non dovevo fidarmi di lui, ma ormai è troppo tardi, lui è entrato nel mio cuore e sarà difficile farlo uscire, soprattutto perché non voglio dimenticarlo.
Lentamente le mie lacrime aumentano, sono l'unica cosa che c'è di caldo in questo momento, e la pioggia ormai cade fortissima, è congelata ma mi sembra di non sentirla.
Il mio è un pianto disperato, un pianto pieno di paura e di emozioni, ed è la prima volta da quel giorno che piango così forte e non ho intenzione di smettere; ho tanta paura di perderlo e voglio far uscire tutti i miei sentimenti.
Urlo il nome di Isabel, seguito da quello di Eren, per fortuna continuano ad esserci tanti tuoni che coprono la mia voce e sono sicuro che le mie grida non le ha sentite nessuno, con questa convinzione continuo ad urlare altre cose in modo disperato.
Ormai ho i vestiti e i capelli appiccicati al corpo, completamente fradici, il mio respiro è irregolare; il mio corpo è scosso dai singhiozzi e trema dal freddo, si sta alzando un vento gelido, ma voglio restare qui ancora un po'.
Mi alzo dall'altalena e mi avvicino a un palo, per poi iniziare a prenderlo a pugni; ora mi sento arrabbiato, arrabbiato per la mia debolezza.
Dopo poco mi ritrovo con le nocche sanguinanti, ma non sento alcun dolore così continuo.
Il freddo aumenta sempre di più, il vento mi penetra fin dentro alle ossa e inizio ad avere la vista offuscata.
Faccio qualche passo per andare verso casa quando sento tutto attorno a me girare, non vedo più niente e cado a terra; appena urto il pavimento sento un dolore tremendo alla testa, sono sicurissimo di aver urtato contro qualcosa; cerco di aprire gli occhi ma sento tutto il corpo così pesante e lontano e dopo alcuni istanti perdo i sensi.



*angolino dell'autrice: scusate, so che avevo detto che avrei aggiornato ieri ma ho avuto alcuni imprevisti. Non so quando aggiornerò la prossima volta perché sono arrivata in un punto un po' difficile, non ho molte idee per andare avanti e ho alcuni problemi per conto mio quindi non sono esattamente dell'umore per scrivere. A presto.

Sei il mio piccolo stupido (Ereri)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora