Jealousy

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La mattinata era stata facile da superare, nonostante le risatine e le prese in giro di Arleen o le occhiate poco convinte di Barry. L'aveva superata indenne e si era lasciato trascinare dall'euforia della sua migliore amica, facendosi ribaltare l'armadio di casa propria sotto sopra. Un pomeriggio come un altro in casa Lafevre, in fondo. Arleen era un uragano della peggior specie, nessuno sarebbe mai stato in grado di fermarla quando in mente aveva qualcosa.

Ed era decisa più che mai a conciarlo per le feste in tutti i sensi, nonostante Joris le avesse ripetuto più volte che non fosse un vero appuntamento ma piuttosto un'uscita in amicizia con un ragazzo che aveva già visto una volta e che gli era sembrato simpatico. Però non aveva voluto sentire ragioni comunque e come una vera pazza, gli aveva accorciato il ciuffo sulla fronte, facendogli sgranare gli occhi. Aveva provato davvero a fermarla, ma era stato inutile e poi si fidava.

Ed aveva avuto ragione, guardandosi allo specchio vide sempre sé stesso ma con qualche ciocca di capelli in meno; un danno piuttosto contenuto e anche piacevole da vedere. Stava molto meglio senza tutta quella chioma davanti agli occhi. I vestiti che portava addosso erano stati gentilmente prestati - inutile dire che Arleen lo aveva costretto - da Barry, e consistevano in uno skinny jeans nero e molto stretto ed una maglia casual. Per fortuna era riuscita a convincerla ad indossare una delle sue giacche varsity ma "solo perché sta bene con le scarpe!".

Dopo un intero pomeriggio speso al rinnovo del suo look, entrambi sparirono con un buona fortuna sussurrato ed una promessa a richiamarli. Joris sapeva che non l'avrebbe scampata, perciò aveva annuito e li aveva lasciati andare sospirando.

Era rimasto un po' seduto sul letto, con lo sguardo sul proprio riflesso allo specchio, maledicendo Arleen per quel leggero strato di cipria che gli aveva messo sul naso, per coprire il pallore ed il correttore sotto agli occhi. Non si vedevano più le sue leggere lentiggini e nemmeno il suo volto niveo, ma per una sera avrebbe potuto fare a meno del francese strano e pallido, con la pelle di porcellana e gli occhi tristi.

Sua madre per fortuna era uscita misteriosamente ore prima con una sua amica e gli aveva fatto sapere che non sarebbe rientrata per cena, se non era un problema e per Joris non lo era, non solo per via di quell'uscita con Caleb ma anche per la felicità di sua madre. Se la meritava.

Alla fine, si ritrovò sotto al portico di casa sua, passeggiando avanti ed indietro con leggero panico. Ripensò agli occhi azzurri di Caleb e sentì una strana pace infondersi nelle vene; peccato che le immagini vennero sostituite da altri occhi azzurri, più belli e tempestosi. Scivolò oltre gli scalini e si ritrovò sul lastricato contro la quale più volte aveva lasciato cadere le sue chiavi e il suo ipod, ed in quel momento desiderò il proprio cappuccio sulla testa e le sue adorate cuffie.

Un paio di passi lo distrassero e pensò che fosse Caleb, anche se non aveva sentito assolutamente nessuna moto arrivare. Ed i suoi dubbi si sciolsero non appena Nathaniel fece tintinnare le chiavi contro al portachiavi in metallo e si accorse di Joris, fermandosi. Per un attimo non seppe cosa fare, ma con un passo deciso si volse in sua direzione.

"Nathaniel" lo chiamò, al che il ragazzo storse il muso e rizzò la schiena, dandogli però la possibilità di avvinarsi. Quando furono ad un paio di passi di distanza, il moro si mordicchiò il labbro, non sapendo esattamente cosa dire, come scusarsi magari o ringraziarlo per esserci stato. Anche se una parte di lui gli urlava di non farlo, di non lasciarsi andare, rimase inchiodato dov'era.

"Hai tagliato i capelli" fu però il riccio a prendere la parola. Joris schiuse le labbra per dire qualcosa, ma in realtà si fermò ad ascoltare le sue, un po' incerto. Istintivamente si portò una mano sul ciuffo corto, accorgendosi di non avere più l'occasione di spostarli o di nascondercisi dietro. "E' stata Arleen, non sono riuscito a fermarla" e Joris non riuscì a credere al fatto che stessero parlando a quella distanza, impacciati, come se non gli si fosse lanciato addosso come una bomba pronta ad esplodere, come se Nathaniel non l'avesse toccato con una spontaneità disarmante. "Ti stanno bene, si notano di più i tuoi occhi".

The Perfect StormWhere stories live. Discover now