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Cazzo che casa.
Era una reggia. Altro che casa mia.
Minchia! Mi trasferirei qui per tutta la vita.
Immensa.
Un cancello maestoso. In bronzo.
Con il cognome stampato.
Cazzo!
Si aprì automaticamente. Ha riconosciuto la macchina del padrone e...TAC! Che si é aperto!
Una fontana all'interno!
Con una donna nuda al centro, dove fuoriusciva l'acqua.
Si tratta bene sto tizio insomma.
Mi metterò anch'io a correre con una macchina per infiniti giri e prendere un sacco di soldi.
Cazzo che figo!

Elise:" Dio che casa!"

Io:"questa non é una casa é una reggia"

Elise:" me lo sposo"

Si illuminò.
Sposare un uomo solo per i soldi...
Che schifo.
Io me lo sposo perché con lui ci faccio una vita. Una famiglia.
No per i soldi...
Pff...
La guardai malissimo.
Notai che Sebastian scese dall'auto con la sua eleganza.
Si tolse gli occhiali da sole.
Un 007...
Proprio...
Il suo collega ci fece segno di parcheggiare in fianco alla sua Ferrari.

Elise:" Cristo che macchina"

Te credo! Pilota delle Ferrari vuoi che non guidi una Ferrari!?
Eh dai!
Scesi dalla macchina. Chiusi la portiera con forza.
Incazzata é a dir poco.

Sebastian:" potresti chiudere la porta con più calma signorina"

Mi avvicinai a lui.
Quasi non ci battevo il naso.

Io:"io la sbatto come voglio"

Dissi con un filo di voce. Intanto il suo collega, si mise a ridere incessantemente.
Lui e il suo modo di capire le frasi.
Simpatico proprio...
Intanto lo squadravo.
Male.
E mollò di ridere.
Pensa di scherzare con me...
Sbagli!

Elise:" entriamo ho dobbiamo rimanere qua a vita?!"

Sebastian:" entriamo..."

Disse a bassa voce. Guardandomi.
Che gli passa per la testa a questo qui.
Vorrei capirlo.
Fece segno con la mano per proseguire.
E con calma seguii il padrone di casa.
Feci i scalini.
Una fatica tremenda.
Non finivano più o sono io che sono priva di forze?
Grazie a Dio riuscii a portare a termine la mia lunghissima scalinata.
Devo assolutamente fare qualcosa.
Sono presa malissimo.
Non faccio niente dalla mattina alla sera.
Si...lavoro. Ma ora che arrivo a casa sono morta.
In tutti i sensi.

Kimi:" benvenuti alla casa Raikkonen"

Wow!
Complimenti!
Uno spettacolo.
Due colonne al centro in porfido!
Pavimenti in marmo.
Davanti un'enorme spazio.
Un buon modo per accogliere la gente!
A sinistra una bellissima scala in legno chiaro. Con una ringhiera di legno intrecciati.

Kimi:"venite avanti!"

Elise mi superò e andò in fianco al suo nuovo 'eroe'.
Io pian piano con calma ammiravo la casa.
Era meravigliosa.
Non ho parole...
Subito un corridoio portava al salotto.
Una volta a crociera enorme portava al salotto.
Divani in pelle e un enorme televisione sospeso sopra al muro.
Con dei mobili altrettanto sospesi. Erano in legno nero. Meravigliosi.
I muri cambiarono di tonalità.
Prima erano bianchi perlati. Ora leggermente più scuri.
La bellezza di quel salotto che c'erano le finestre alla stessa altezza del muro e mostrava il giardino fuori.

Elise:"é un campo da golf!?"

Kimi:" no! É un giardino normale. Infondo c'è la piscina! Dopo te la mostro"

La guardò con occhi dolci. E lei navigava con i pensieri.
Non oso immaginare quanti film mentali si farà di quel uomo.

Sebastian si lanciò nel divano. E cadde come un salame. Rimbalzando.

Io:" non hai altri modi per sederti in un stupido divano? Che pure non é tuo"

Girò la testa.

Sebastian:" non ti comoda come sono caduto? Se vuoi lo rifaccio"

Io:" non c'è bisogno..."

Fa finire che non arriva a stasera.
Oh no!
Non arriverà.

Mi sedetti come le 'persone cristiane'
Tranquillamente e con eleganza.
Non sono a casa mia.
Devo portar rispetto.
Non mi chiamo Sebastian Vettel.

Mi girai verso di lui.
E notai che aveva le scarpe sopra il divano in pelle.
Ora mi viene un'infarto.

Io:"ma non ti vergogni?"

Sebastian:" perché dovrei vergognarmi scusa?"

Io:" ti par modo questo?"

Sebastian:" ma di cosa?"

Io:" LE SCARPE SOPRA IL DIVANO"

Si alzò. Dallo spavento.
Forze ho urlato un po' troppo...?
No caro devi imparare!

Sebastian:" weee! Calmati ragazza! Cosa urli a fare"

Io:" vedi di toglierti quelle scarpe"

Sebastian:" perché scusa!? Non posso fare quello che voglio?"

Io:"non sei a casa tua!"

Sebastian:"uff! Un'altra mamma!"

Non sono una mamma!
Forse ho imparato bene dell'insegnamento.
E odio!
Dico odio!
Vedere gente maleducata!

Io:" non sono una mamma! Voglio solo darti un'insegnamento!"

Sebastian:" e non serve che ti agiti"

Restai in silenzio per un po'. Ad osservare le stampe delle fotografie di Kimi.
C'è n'erano una sopra e sotto. Sia in versioni piccole e anche una grande.
Quella grande era lui con Sebastian con la divisa della scuderia.
Erano veramente belli!
Poi le altre erano foto miste. Sia dei suoi viaggi sia delle vittorie e gare.

Poi buttai lo sguardo a quel screanzato.
Era lì, comodo e beato, disteso a quel divano.
Se non sbaglio ha gli occhi chiusi.
Dorme?
Bene...
Ora vado lì....
E gli tolgo le scarpe.
Non c'è lo vinta.
Quindi mi alzai, facendo molto piano.
Arrivai lì. Presi la gamba l'alzai pianissimo. E pian piano sfilai la scarpa.
Via una.
Ruby 1- Sebastian 0

Arrivai alla seconda gamba. Presi il piede sinistro. E cominciai a sfilargli la scarpa. Ma era durissima. Spinsi forte.
Persi l'equilibrio e con la schiena andai di nuovo sopra al mio divano.
Causando un tonfo impressionante.
E come non volevo. Svegliai Sebastian.

Sebastian:" che hai fatto?! E questa?!"

Con la mani teneva la scarpa. Mi venne davanti incazzato.

Io:" io...io volevo solo toglierle in silenzio, ma la seconda era durissima."

Sebastian:" dammi la mia scarpa?"

Io:" se non appoggi quella via"

Sebastian:" dammela"

Io:" appoggiala"

Sebastian:" non farmelo ripetere. Dammela"

Io:" tu appoggia l'altra e te la darò scarpa"

Sebastian:" niente più scuse"

Prese la scarpa che avevo in mano. Ma cominciò a tirarla forte. Io facevo resistenza.
E no! Tu appoggiala io te la darò l'altra.

Sebastian:" MOLLALA!"

Io:" MAI!"

Perse l'equilibrio e si schiantò sopra di me.
La scarpa mi schiaccio il seno. Un male tremendo.
Più lui sopra. Ancora peggio.
Alzò la testa e mi guardò.
Ed io non potevo restare lì a non far niente.
Lo guardai anch'io cercando pian piano a togliere la scarpa incastrata.

Sebastian:" hai visto cosa vuol dire non obbedire?"

Io:"ho visto"

Eravamo attaccati. Sentivo il suo profumo, il suo respiro.
Eravamo naso a naso.
Ero intenta a guardare i suoi occhi.
E nient'altro. Solo i suoi occhi.
So solo che i nostri litigi in quel istante svanirono.
Erano volati via.
Pochi centimetri dalle sue labbra.

Sebastian:" ti aiuto a togliere la scarpa"

Io:" meglio"

Un perfetto disastro || F1 Onde histórias criam vida. Descubra agora