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Si alzò con cautela in modo da non farsi male.
Gli ridai la scarpa in mano.
La prese senza distogliere lo sguardo da me.
Io non ero da meno.

Devo ancora capire che cavolo di problemi  ho.
Perché?!
Perché mi sono fatta trascinare così.
Da lui poi.
Un litigio vale l'altro.
E poi cadere in questo patatrac.
Non può essere.
Da me, da lui. Da noi.

Sebastian:" spero di non averti fatto male, dopo che ti sono salito sopra"

Io:"non ti preoccupare. Mi é passato un po'"

Notai che in batter d'occhio, i nostri toni di voce si sono fatti quasi più cupi, preoccupati.
Quasi che ci siamo resi conto di aver sbagliato entrambi.
Un errore ci può sempre stare.
Ma no di questo tipo.
Questo tipo di errore.

Sebastian:" scusa per..."

Io:" scusa per..."

Entrambi, allo stesso momento.
Qualcosa non sta quadrando come vogliamo noi.
No.
Sta succedendo qualcosa. E non va per niente bene.
No.
Niente.

Sebastian:" parla tu"

Io:" no, no. Comincia tu"

Sebastian:" ok! Così non stiamo a ripetercelo per ore. Volevo chiederti scusa. Sia per la scarpa, sia per...tutto"

Io:"abbiamo iniziato con il piede sbagliato. Lo so. Una conoscenza non deve cominciare proprio così. Nei peggior dei modi. Ehm...mi scuso anch'io"

Sebastian sorrise. Abbassò lo sguardo.
Si presentò con la mano rivolta a me. Come i bambini che per far pace si danno la mano.
Mi avvicinai a lui e con tanto coraggio li diedi la mano.

Sebastian:" pace"

Io:"spero che questa pace duri e che sia vera"

Sebastian:" non preoccuparti"

Da dietro arrivò Kimi che con la sua forza ci scaraventò le nostre teste una contro l'altra.
Testa, naso...e bocca.
Si scontrarono.
Sentii le sue labbra umide che si staccarono in fretta.
Da un certo punto, era meglio. Ho la testa che fa un male tremendo.
Che botta!

Kimi:" eh dai piccioncini! Venite a divertivi in piscina invece di star qua a baciucchiavi!"

Lo squadrammo entrambi.
1: non ti permettere di chiamarci piccioncini.
2: non ci stavamo baciucchiando. É stata colpa tua.

Sebastian:" ma sei scemo! Che ti passa per la testa! Ci hai fatto male"

Notai che Sebastian cominciava a sanguinare dal naso.

Io:"stai sanguinando"

Sebastian:" come sto sanguinando?"

Io:" si cazzo! Corri in cucina a bagnarti"

Sebastian si alzò di fretta e uscì dal salotto diretto in cucina.
Kimi era lì che fissava il vuoto.

Io:"perché hai fatto tutto questo?"

Kimi:"ehm...io non lo so! Volevo solo scaldare gli animi"

Io:"ehm mi sa che ci hai scaldato qualcos'altro...il nervoso"

Kimi:"io non pensavo...scusatemi"

Oggi é proprio la giornata delle scuse.
Non ci capisco una mazza.
Mi alzai per andare a vedere com'era messo Sebastian.
Lo ritrovai appoggiato alla colonna del corridoio con il ghiaccio in testa.

Io:"ti sei bagnato i polsi?"

Sebastian si girò di colpo.
E mi guardò.

Sebastian:"si l'ho fatto"

restai in piedi, li, davanti a lui.

Io:"sicuro di star bene?"

Sebastian:" si, si. Non ti preoccupare"

No. Non sta bene affatto.

Io:"no, tu non stai apposto"

Sebastian:"perché ti preoccupi tanto per me?! Non l'hai mai fatto."

Restai basita. Un'attimo fa le cose si erano sistemate ma ora, proprio no.
Che, siamo ritornati indietro?!
Dentro un'orecchio, fuori dall'altro?!

Io:"scusami ti ho visto perdere sangue, almeno mi preoccupo un po! Non posso? É un reato?"

Sebastian:"non ti ho detto che é un reato, o che non puoi. Ma non preoccuparti di me, sto bene"

Okay, come vuole. Me ne vado.
Ero lì per aiutarlo. Per sapere come stava.
Ma se vengo trattata così...
Me ne vado.
Proprio sul più bello.
Proprio quando le cose si sistemano un po.
Ecco che ritorna la sfiga.

Io:"okay, okay"

Lo guardai di nuovo.
Era serio. Non é il momento per parlare.
Era appoggiato alla colonna mentre guardava la porta d'entrata.
Con una mano teneva il ghiaccio appoggiato sulla tempia.
E l'altra era sulla tasca dei pantaloni.
Lo lasciai lì.
A riflettere.
E l'unica cosa da fare e prendere le cose e andare via.
Devo chiamare Elise.
Andai verso Kimi. Sperando che sia ancora lì.
Attraversai l'arco. E trovai Kimi con Elise distesi in divano.
Elise sopra a Kimi.

Io:"ma che diamine succede qua?"

Elise si alzò e in pochi secondi anche Kimi.

Elise:"no Ruby, ti posso spiegare tutto"

Kimi:"anch'io posso spiegare"

Io:"tu stai zitto, che ne hai fatte troppe fin d'ora"

Kimi alzò le braccia e calò la testa. In segno di arresa.

Io:"dai, prendi le tue cose, si va via. Ho trovato un posto dove dormire"

Elise:"ma cosa...!?"

Kimi:"ma stai scherzando spero"

Io:"no! Non sto scherzando. Dai muoviti"

Elise guardò Kimi quasi con le lacrime agli occhi.
Kimi non poteva dir niente. La cosa l'ho decisa io.
Lei si alzò mettendosi la maglia. Infilò anche i pantaloni.

Elise:"le cose le ho messe vicino alla porta"

Io:"prendile. Grazie di tutto Raikkonen. Grazie per l'ospitalità"

Kimi mi diede la mano.

Kimi:"di niente! Potete venire qui quando volete. Ormai é come casa vostra"

Sorrisi. E me ne andai.

Elise:"arrivederci signor Vettel"

La trovai a dargli la mano a Sebastian.
Una mano teneva la borsa. E con l'altra saluto Sebastian.

Io:"dai muoviti"

Sebastian non capì più nulla. Era confuso.
Già la perdita di sangue gli ha fatto salire il mal di testa.
E ora anche questo.
Era perso.

Elise:"arrivederci! Ciao Kimi"

Kimi:"ciao bella"

(Sotto voce)
Elise:"mi ha chiamato bella!"

Aprii la porta d'ingresso.
Non feci ora a mettere il piedi al di fuori. Che Sebastian. Mi fermò. Prendendomi in un braccio.

Sebastian:"dove stai andato? Non sembra il caso di andarsene"

Un perfetto disastro || F1 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora