Capitolo 3

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Siamo sempre stati una famiglia serena,felice e che condivideva tutto con tanto amore.
Mio padre di lavoro fa l'avvocato e mia madre lavorava in uno studio dentistico come assistente.
Siamo stati sempre una famiglia benestante. Non mi sono mai potuta lamentare con loro,non mi facevano mancare mai nulla e mi davano tutto.
In famiglia eravamo tutti uniti,ci aiutavamo sempre nel bene e nel male. Dopo la morte di mia madre tutto mi é crollato addosso e ancor peggio al suo funerale,dal quale non riuscivo a staccarsi dalla sua tomba gridando e piangendo.
Ricordo solo che qualcuno mi prese per i fianchi e mi portò via.
Dopo di quello che successe non ricordo nulla.
Sono stata rinchiusa per una settimana nella mia stanza non mangiando praticamente nulla e quelle poche volte che lo facevo davanti a papà andavo in bagno e vomitavo tutto.
Sarei rimasta ancora nella mia stanza,non vedendo nessuno,isolandomi completamente dal mondo,se non fosse venuto lui,l'unica ragione di vita che mi é rimasta. Sono stesa sul mio letto a pancia in sú a fissare un punto fisso del soffitto.
Sento bussare alla porta ma non rispondo,voglio stare sola senza nessuno che mi dica che stare qui mi fa solo stare peggio.
Sento la porta aprirsi e cosi dei passi avvicinarsi sempre di più. Sento la parte del materasso vicino a me abbassarsi segno che si é seduto.
Il mio sguardo é rivolto ancora verso il soffitto,ma all'improvviso sento la sua mano accarezzarmi il viso.
Il suo viso si avvicina alla mia spalla e mi lascia piccoli baci.
Sorrido per il suo gesto perché ricordo che lo faceva sempre quando ero bambina e la cosa mi faceva pensare che il mio papà mi voleva tanto bene.
Mi guarda intensamente e accarezzandomi la guancia mi dice <Lo sai che non lo avrebbe mai fatto e che ci amava come noi amavamo lei> sospiro e annuisco con la testa <Ti prego amore sei l'unica cosa che mi é rimasta da amare per tutta la vita e non voglio per nessuna ragione perdere anche te. Ti scongiuro amore fallo per me>
Stringo forte mio padre tra le mie braccia e piango mentre lui mi sussurra all'orecchio che andrà tutto bene. Forse non me ne sono mai accorta,ma stare tra le braccia di mio padre é il miglior rifugio.
<Vieni giù amore,ci sono ospiti>
É sabato sera,sono riunita a casa mia con tutta la famiglia.
Tutto tace,si sente solo il ticchettio dell'orologio in cucina.
Tutti presi dai loro pensieri. Di fronte a me c'è mio padre:é stato sempre un uomo meraviglioso con occhi blu notte e capelli brizzolati e spettinati.
I suoi occhi sono spenti,segno di stanchezza. Ma non parlo di quella stanchezza di quando qualcuno ha poche ore di sonno,o di quando lavori cosi tanto che i tuoi occhi hanno bisogno di riposo,no,parlo di quella stanchezza di combattere,stanco della vita e stanco di essere stanco.
Mi accenna un sorriso, un po spento e questo mi fa capire tutto.
Ha perso sua moglie,la sua ragione di vita e lo capisco perché era la persona più importante per me non togliendo nulla a mio padre.
A tavola ci sono mia zia,la sorella di mia madre con la sua famiglia non al completo visto che... <Din-Don> il suono del campanello mi distrae dai miei pensieri e cosi mi alzo contemporaneamente a papà.
<Vado io papà, non preoccuparti> mi fa un lieve sorriso e prima che mi sposti per andare ad aprire la porta,mi prende la mano e mi bacia il dorso,gli do un bacio sulla guancia e vado ad aprire.
Ma come si dice parli del diavolo e spuntano i ...

É arrivò la pioggiaWhere stories live. Discover now