C.4. Le calze a righe di nonna Carolina.✅

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Amo i solitari, i diversi, quelli
che non incontri mai. Quelli
persi, andati, sparati, fottuti.
Quelli con l'anima in fiamme
-Charles Bukowski.

Erano passate quasi due ore da quando eravamo entrate nel bar. Avevamo ordinato due cappuccini e avevamo parlato molto. Io le avevo raccontato del perché ero venuta li a lavorare e lei mi raccontò tutti i pettegolezzi che conosceva su ogni abitante di quella città. Poi mi aveva mostrato il reparto musica e avevamo ascoltato un paio di canzoni. Ora eravamo di nuovo sedute al tavolino e lei mi stava elencando tutti i posti in cui aveva lavorato.

«...e anche da Bob's pizza, Laser video, in erboristeria e perfino in questo posto.» disse indicando il bancone.

«Scommetto che hai lavorato perfino in un sexy Shop.» ridacchiai.

Usai un tono ovviamente sarcastico ma lei non rise alla mia battuta. Prese un sorso dalla tazza poggiata li davanti e guardò il soffitto con aria pensierosa. Io spalancai la bocca.

«Non mi dirai che...»

Non riuscii a terminare la frase.
Lei sorrise maliziosamente e scrollò le spalle

«I due mesi più interessanti della mia vita.»

Scoppiammo a ridere. In quel momento sentii il rumore della porta alle mie spalle aprirsi e una folata di vento mi fece rabbrividire.

«Cassie!» mi chiamò una voce dietro di noi.

Mi girai e vidi Nash fermò sulla porta a guardarmi.

«Nash!»

Mi alzai dalla sedia e corsi ad abbracciarlo. Affondai il naso nella sua spalla e mi lasciai invadere le narici da quell'odore dolciastro. Lui ricambiò la stretta e mi diede un bacio sulla testa, proprio come quando eravamo piccoli. Divenni rossa e mi chiesi come ero riuscita stare tutti quegli anni senza di lui. Mi era mancato moltissimo. Mi staccai da lui a malincuore e mi sorrise.

Dio quanto è bello...

Ricambiai il sorriso imbarazzata.

«Che ci fai qui?» gli chiesi cercando di smorzare la tensione.

Lui, in tutta risposta, mi mostrò una pila di libri.

«Dovevo restituire un paio di libri.»

Non potei fare a meno di lasciarmi sfuggire un risolino.

«Un paio?»

Sul tavolo accanto a lui ci saranno stati si e no una ventina di libri. Non mi ricordavo che fosse un'amante della lettura. Presi il primo e lessi il titolo.

Il giardino segreto.

Mi ricordavo di quel libro, avevo tipo otto anni quando lo lessi per la prima volta.

Lui mi sorrise dolcemente.

«Ti piace?» domandò vedendo il mio sguardo sognatore.

Lo guardai negli occhi e per poco non mi persi in quelle pozze blu mare.

«Si, molto. Dovresti leggere Il buio oltre alla siepe. È il mio libro preferito.» risposi nonostante quei due libri non centrassero nulla l'uno con l'altro.

Lui mi guardò pensieroso.

«Mai sentito.» disse ridacchiando.

Sorrisi. In quel momento sentii Ruby fare un colpo di tosse per attirare la mia attenzione. Mi ero quasi dimenticata di lei.

«Che sbadata, Nash ti presento Ruby. Ruby lui è Nash.» dissi facendo loro un cenno imbarazzata.

Lei gli strinse la mano.

Quello che non ti ho detto di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora