C.12. Mai una gioia✅

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È difficile dimenticare
qualcuno che ti ha dato
molto da ricordare.
-John Green

Iniziai a raccontare a Clover tutto quello che mi era successo da quando avevo messo piede nella piccola città di Chino Hills.

Ma mentre nella mia testa il discorso era chiaro e fluido, quello che uscì dalla mia bocca aveva un che di confuso e incasinato.

Lo capii dalla faccia stranita di Clover. Perfino Riley, che sapeva già tutto, mi guardava con sguardo interrogativo. Presi un respiro profondo. Parlare di lui mi faceva sentire male, ma potevo sopportarlo.

Dovevo sopportarlo.

Non appena riaprii bocca per spiegarmi meglio qualcuno bussò alla porta. La voce familiare di Amanda, la guida, ci obbligò ad alzarci dal letto. Prendemmo le borse, scendemmo nell'atrio e io promisi a Clover che le avrei raccontato tutto il prima possibile. Gli altri ragazzi erano già giù ad aspettarci. E quando dico "altri ragazzi" intendo tutti a parte Cameron. Cosa aveva in mente quel cretino? Perché non c'era? Nash capì che avevo notato la sua assenza.

«Non si sentiva bene...» mi spiegò.

Sorrisi imbarazzata, non volevo che pensasse che mi importava qualcosa di quel deficiente. Un pensiero orribile mi attraversò la mente. E se Cameron gli avesse già raccontato tutto di noi? No, non l'avrebbe mai fatto, non poteva. Conoscendo Nash non gli avrebbe mai permesso di trattarmi così e passarla liscia.

Seguii gli altri ragazzi cercando di stare lontana il più possibile da lui, parlargli era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.

Camminammo per alcuni minuti in cui non feci altro che fare fotografie e cercare di distrarmi. Ero lì per dimenticarmi di quel coglione e l'avrei fatto. Visitammo il centro storico e poi Amanda ci lasciò il resto della giornata libera. Quella sera avremmo avuto la cena in hotel con tutti i ragazzi dalle altre città, per questo dovevamo essere di ritorno entro le sette e trenta. Mi sedetti su una panchina assieme a Riley e iniziammo a consultare una cartina per decidere dove andare. Lei iniziò ad elencare una serie di luoghi che non avevo mai sentito e, quasi per caso, alzai lo sguardo. Davanti a noi, dall'altro lato della strada, c'era Clover. Era intenta a scattare fotografie al paesaggio, da sola. Mi dispiaceva che non avesse nessun amico e mi sentivo ancora in colpa per essermi sfogata con lei poche ore prima. Infondo io non conoscevo lei e lei non conosceva me e probabilmente ora mi odiava per averla investita con la valanga di cazzate sulla mia vita incasinata. Riley si accorse che la guardavo.

«Mi spiace che sia li da sola.» disse sospirando.

Annuii, quasi senza accorgermene.

«Ehi Clover!»

Lei si girò verso di noi e io guardai Riley allarmata.

«Che fai?» chiesi cercando di non urlare.

Lei sorrise in modo sarcastico.

«Non mi dirai che vuoi lasciarla li da sola?»

Certo che no, ma non volevo neanche sembrare troppo invasiva.

Lei fece cenno a Clover di avvicinarsi.

Bene, ora crederà che siete due povere sfigate.

Ma non appena si avvicinò a noi mi accorsi che sorrideva.

Riley le fece spazio e si sedette accanto a noi.

«Ti va di venire con noi? Volevamo andare a vedere la Walk of fame. » le chiese come se nulla fosse.

Lei mi guardò, come per chiedermi il permesso e io sorrisi imbarazzata.

«Certo.»

* * *

Quello che non ti ho detto di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora