C.11. A braccetto col destino✅

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Il destino ti aspetta sulla strada
che hai scelto per evitarlo
-Proverbio arabo

Fu una cosa veloce, in pochi giorni eravamo pronte a partire.

Avevo chiesto a mio zio alcuni giorni di ferie e lui me le aveva concesse, anche se un po' contrariato.

Però poi alla fine si era perfino offerto di accompagnarci in aeroporto.

Il nostro volo sarebbe partito da li a trenta minuti e noi avevamo appena fatto il controllo bagagli. Ci sedemmo in sala d'aspetto e iniziammo a chiacchierare.

Era strano come, nel giro di due giorni, le cose avessero preso quella strana piega. Prima Cameron, poi Riley e infine questo.

Mi sembrava di essere entrata a far parte di una dannatissima serie TV per ragazzine, di quelle spagnole in cui la gente si mette a cantare e a ballare a caso.

Mi diedi una rapida occhiata attorno.

Ok, per ora nessuno sembrava aver molta voglia di ballare.

Ad un tratto Riley sgranò gli occhi sorpresa e iniziò a fissare un punto fisso dietro di me.

«Che succede?» chiesi confusa.

Stavo per voltarmi in quella direzione quando lei mi fermò.

«Non girarti.» disse in tono deciso.

Non dirmi quello che posso o non posso fare, donna.

Ok Cassie, placa i tuoi istinti rivoluzionari.

Mi staccai dalla sua presa e mi voltai.

E, in quel momento, il mio cuore si fermò.

A pochi metri da noi si trovava un gruppo di ragazzi e, fra loro, vidi Cameron.

Cosa ci faceva li? Dove stava andando? Mi stava seguendo?

Non potevo parlare con lui, non ci sarei riuscita.

Solo allora, però, una voce metallica mi risvegliò dai miei pensieri.

«IL VOLO 547 È IN PARTENZA AL GATE 7.»

Quello era il nostro volo.

Mi voltai sollevata, presi Riley per il braccio e la trascinai di peso fino all'ingresso dell'aereo. Salimmo a bordo e prendemmo i nostri posti.

Finalmente ero in salvo.

* * *

Il viaggio fu abbastanza breve. Ascoltai musica, lessi i miei amati libri di wattpad, chiacchierai con Riley e feci innervosire l'hostess un paio di volte con le mie continue richieste.

Atterrammo con tranquillità e, dopo aver ritirato le valige, cercammo la persona che sarebbe dovuta venire a prenderci.

Iniziai a far girare lo sguardo fra la folla, fino a quando non vidi una donna bionda con in mano un cartello.

Sforzai la vista per cercare di leggere quello che c'era scritto e, quando riconobbi il nome del nostro gruppo, ci avvicinammo a lei.

Vidi che intorno a lei si erano raggruppati una decina di ragazzi e tutti sembravano avere più o meno la nostra età. Non appena la ragazza ci vide arrivare ci venne in contro sorridente.

«Voi dovete essere Riley e Cassie, giusto?»

Mi spieghi da cosa cavolo l'ha capito?

Noi annuimmo.

«Perfetto, dobbiamo aspettare solo un altro paio di persone e poi andiamo.»

Le sorrisi e mi avvicinai agli altri ragazzi del nostro gruppo.

Quello che non ti ho detto di noiWhere stories live. Discover now