Capitolo 10.

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Federico Rossi: allora ci vediamo subito dopo usciti da scuola?

Ormai ho già rimandato per troppo tempo questo impegno, rimproverandomi più volte di averlo accettato.
Le parole di Jeremy mi rimbombano nella testa
"Fre" mi accarezza la guancia
"Devi cercare di essere più aperta al contatto umano, devi provare a socializzare e a farti qualche amico, non voglio ritornare all'università e lasciarti qui da sola, voglio vederti con nuove amicizie"
Quel giorno ero incazzata con il mondo, nessuno mi dice come devo passare la mia vita, se da sola o con degli amici.
In questo momento non mi servono persone che mi affiancano ad ogni cosa che faccio, che aspettano che starnutisci per soffiarti il naso.
Ce la faccio anche da sola. Se ce l'ho fatta per 5 anni riuscirò, ci riuscirò anche adesso.

"Non mi servono degli amici."

É quello che avevo concluso dopo quella discussione

Passate le ore scolastiche, esco da scuola con le mie cuffiette alle orecchie e una melodia che rimbomba.

Ulisse - low low

Questa canzone è una sacrosanta verità, dice veramente quello che nessun uomo vorrebbe mai sentirsi dire, perché troppo cruda è la verità.
Cammino a tempo di musica e ogni tanto muovo le labbra per canticchiare la canzone.
Una mano fredda entra a contatto con la mia pelle calda tra il collo e la spalla, detta anche trapezio.
Al contatto mi vengono i brividi mi tolgo la cuffietta e mi giro di scatto.
E rivedendo nuovamente i capelli di quel biondo tendente al castano sbuffo e mi rigiro e mi rimetto la cuffietta.
Continuo a camminare e sento la sua presenza dietro. Ogni tanto mi giro per vedere se tiene il mio ritmo di camminata ma noto che é al mio fianco.
Mi tolgo definitivamente le cuffie e rimango in silenzio.
"Allora... come è andata oggi a scuola?"  Chiese con una voce tremolante
"Sei in classe con me, quindi lo sai anche te come è andata a scuola" risposi fredda e guardando  avanti e continuando a camminare
Sussurrò un "che coglione"
Feci un respiro profondo e dissi
"Tranquillo, non fa niente" cercando dirlo con più convinzione possibile.
Insomma è seriamente un coglione, quello che ho fatto io ha fatto anche lui, abbiamo le stesse lezioni e gli stessi compagni.
Faccio un altro respiro profondo e poi giro l'angolo e ci ritroviamo davanti a casa.
Frugo nello zaino in cerca delle chiavi, dei libri in pendenza caddero per terra e sospiro un
"Eh che cazzo"
Lui si abbassò subito tirando su i libri di matematica e inglese.
"Trovate esclamai" euforica per un mazzo di chiavi
"Ecco" disse Federico rimettendosi in piedi con i miei libri in mano.
Li presi e mi sorrise.
Sposto lo sguardo sui libri e li misi nuovamente nello zaino.
Giro la chiave più volte fino a far scattare la porta.
Entrammo in casa
"Sono a casa" urlai per farmi sentire e per avvertire che ero tornata.
"Vuoi Entrare o aspetti che il principe azzurro venga a prenderti?" Chiesi inarcando le sopracciglia quadri e foto appesi per le pareti di casa.
"Oh, permesso. E comunque stavo aspettando  una principessa" disse scoccando un occhiolino e scoppiando in una risatina fastidiosa.

Ma ride di continuo?

"Allora credo che sia stato tempo perso, in queste zone non ci vive nessuna principessa"
Vado verso la dispensa e tiro fuori una tavoletta di cioccolato bianco e lo inizio a mangiarla.
Lo vidi con lo sguardo riversato tra i quadri e le fotografie sulle pareti.
sforzò lo sguardo su un quadro in particolare e mi resi conto subito che era il mio preferito.
Mi avvicinai a lui che nel frattempo era di fronte al quadro.

"La persistenza della memoria" sussurro"Salvador dalí, uno dei miei artisti preferiti" aggiunsi "Cosa vorrebbe rappresentare?" Chiese girandosi verso di me con il suo sguardo pesante

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"La persistenza della memoria" sussurro
"Salvador dalí, uno dei miei artisti preferiti" aggiunsi
"Cosa vorrebbe rappresentare?" Chiese girandosi verso di me con il suo sguardo pesante.
Incrocio le braccia e do un'altra occhiata al quadro.
"Beh, molti credono che gli orologi molli come li definiva lui fossero lo scorrere del tempo" risposi
"E tu? Cosa credi che vuole trasmettere con questo quadro?" Chiese sorridendo
"Beh ci sono molte teorie ma io credo che Dalí ci volesse far capire che il tempo può scivolare via in un battibaleno, e che bisogna godersi al meglio il tempo che ci rimane" dissi sospirando
"Ma questa è una mia spiegazione, lasciamo perdere, vogliamo iniziare con gli appunti?" Chiesi sforzando un sorriso

Stranamente questa conversazione mi ha fatto rilassare, nessuno che non sia Jeremy mi ha mai ascoltato  così profondamente mentre parlo di un quadro.

Saliamo le scale e arriviamo davanti alla mia camera, allungo la mano alla maniglia ma non si apre, con forza la muovo, un grande busso di una porta che si chiude mi fece sobbalzare.
Vidi il volto di Jeremy saltare dal mio che era bianco dallo spavento e quello di Federico che aveva le guance rosee.
"Che sta succedendo qui?" Chiese guardando con occhi sottecchi
"Ciao Jer, lui è Federico" dissi arossendo
Vediamo come potrei spiegare La situazione, io con un ragazzo in casa, sto cercando di aprire la porta della mia camera da letto... mmm.. si direi che più imbarazzante di così non può
Federico si fece avanti e diede la mano a Jeremy e si presentarono.
"Mm.. quindi voi due... siete fidanzati?" Chiese dubbioso e facendo alcuni gesti con le mani
"Cosa? No! Ma che dici Jeremy!" Gli gridai aspra contro
"Ho capito, ho capito siete scopamici, Francesca ti avverto che  se è così dovete prendere le giuste precau..."
spalanco gli occhi non gli diedi il tempo di finire la frase che iniziai a urlagli contro
"Merda Jeremy! Siamo solo amici! E ha bisogno degli appunti santo cielo, glieli stavo dando e non ho bisogno che tu mi faccia la predica sulle precauzioni che devo prendere, sei arrivato troppo tardi ci ha già pensato mamma a farmi il discorsetto sul sesso circa 8 anni" dissi fulminandolo con gli occhi
La tensione era alle stelle e Jeremy dopo la mia scenata scoppiò a ridere fragorosamente.
"Ok ok scusa sorellina, volevo solo avvertiti, se è maschio voglio che lo chiami Jeremy come il fratello migliore del mondo!!!" Urlò correndo giù per le scale mescolando una risata fortissima
"Sta sera le prendi!" Urlai affacciandomi alle scale, mi giro e vedo Federico con il viso abbassato e le sue labbra strette per non scoppiare a ridere anche lui.
"Continua pure a ridere" dissi sbuffando
Riuscimmo ad aprire la porta finalmente ed entrammo
"Da quando siamo amici?" Chiese rivolgendomi un leggero sorriso

Da mai ecco da quando!
Vorrei rispondergli, ma è vero anche che ho appena detto a Jeremy che è mio amico.
Cazzo, perché mi metto sempre nei pasticci?

Ciao amika, scusa il ritardo per questo capitolo ma sai mangiando e dormendo tutto il giorno è difficile trovare tempo per scrivere!
Scherzi a parte, perdonatemi seriamente!
Grazie ancora per leggere questa storia e spero che vi piaccia! 💗

"Un'opportunità per sorridere." [Benji&Fede]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt