Capitolo 3.

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Non sono una ragazza che fa trapelare sul suo viso tutte le emozioni e i sentimenti.
Molti mi definiscono: "dura" o "senza cuore"
Il cuore ce l'ho, o per lo meno lo avevo.
Se lo è portato via mio padre.
Non provo odio per lui.
Ho sempre provato amore.
Sono sempre stata innamorata di lui, dal mio primo giorno su questo pianeta.
L'ho sempre visto come l'unico uomo in grado di farmi spuntare un vero sorriso sul mio viso.
Poi però, pian piano ha frantumato questo stereotipo: di papà eccezionale, che avevo costruito negli anni.
Ma ormai è così la vita, si affibbiano stereotipi a tutte le persone che in questo mondo ancora respirano.
"Il secchione della classe"
"Il bullo"
"Il figo"
Che però nella maggior parte dei casi sono destinati ad essere distrutti.
Prima o poi crollerà ogni tipo di stereotipo.
Prima o poi quel: "bullo" diventerà
"il secchione della classe" o così viceversa.
Prima o poi:
"tutto tornerà alle origini" così dice mia madre.

Non sono di certo la ragazza che sorride ad ogni ragazzo che incontra, e di certo non lo voglio diventare.

Credo che quel sorriso che ti compare sul volto quando qualcuno dice una battuta, non sia un vero sorriso.
Molte volte mi ritrovo a chiedermi se ognuno di noi nella vita abbia soltanto un'opportunità per sorridere.
Ovvio si può ridere quanto si vuole.
Ma io penso che ci siano due modi di sorridere, sorridere con il viso e sorridere con il cuore.
E io continuo a credere che una sola volta, la vita ci concede un sorriso venuto dal cuore.
E Credo proprio di aver sprecato il mio sorriso con mio padre.
E non ci sarà un'altra volta.

Dopo aver passato altre quattro ore seduta su quella sedia maledettamente scomoda ad ascoltare a raffica tutte le cazzate che escono dalla bocca dei professori, che credono che facendo i filosofi siano i professori più bravi sulla faccia della terra.
Il suono paradisiaco della campanella delle 14:05 mi entra nelle orecchie mentre la massa di rinoceronti mette a soqquadro la classe.

In classe sono rimasti 4/5 alunni che stanno ancora mettendo a posto lo zaino.
Mi dirigo alla porta e iniziò a camminare con le note di
Demons degli Imagine Dragons nelle orecchie.
Sono proprio questi i momenti in cui ti rendi conto di essere sola, quando vedi tutti i ragazzi tornare a casa ridendo e scherzando con i propri amici.
Ma a me piace stare da sola.

Mi sento pedinata da qualcuno, mi giro e vedo il ragazzo nuovo anch'esso con le cuffiette che cammina sui miei passi.
Mi guarda e mi sorride e con un cenno di mano mi saluta.
Resto impassibile e allungò il passo.
Continua seguirmi e questo mi intimorisce un po'.

A forza di camminare veloce dalla tasca mi scivolano a terra le chiavi di casa.
Impreco contro le chiavi che sono sul marciapiedi.
"Cazzo"
Mi piego per prendere le chiavi ma una mano mi precede.
Alzò lo sguardo e incontro una terza volta i suoi occhi blu mare.
Non avevo mai guardato attentamente gli occhi di una persona.
Non ho mai fissato negli occhi una persona così attentamente.

Con una mossa si leva una cuffietta dall'orecchio destro.
"Ecco" disse allungandomi le chiavi con mano.
Mi sorride, ha dei lineamenti molto marcati.
È biondo con gli occhi azzurri, sul mento si intravede un minimo di barba, ha le labbra carnose che si aprono in un sottile sorriso facendo intravedere i denti.

Con uno scatto gli strappo le chiavi dalle mani e mi alzo nuovamente in piedi.
Gli faccio un cenno con la testa in segno di ringraziamento.
E mi avvio rimettendomi le cuffie che erano cadute durante lo scatto in piedi.
"Aspetta" grida una voce dietro di me.
Una mano fredda si appoggia sulla mia spalla.
giro la testa con un'altro scatto.
Mi ritrovo di nuovo quegli occhi azzurri puntati su di me.
"Che vuoi?" Chiedo aspra
Con una mano tira lo zaino davanti e inizia a frugarci dentro, tira fuori il mio blocco da disegno.
"Ti è caduto dallo zaino alla ricreazione" disse
Prendo lo zaino e mi assicuro che stia dicendo la verità.
È vero dentro lo zaino non c'è più.
Alzo lo sguardo su di lui che mi guarda e sorride.
Ma sto ragazzo sorride sempre!?
"Sono molto belli" disse
"Non ti ho dato il permesso di guardarli" dissi strappandogli di mano il mio blocco.
Nessuno e ripeto nessuno deve vedere i miei disegni sopratutto un estraneo.
Creo i miei disegni a seconda delle mie emozioni e nessuno deve guardarli.
Sarei troppo vulnerabile se il mondo guardasse i miei disegni.
"Scusami ma erano caduti allora nel mentre che li tiravo su li ho visti" si scusò abbassando il volto.
"Ok, comunque grazie." Dissi abbozzando un sorriso sforzato in segno di cortesia.
mi sorrise e mi fece un cenno di testa
"Non sei così dura come vuoi far credere" disse
"Non sono dura." Riposi
"Beh solo un pochetto" scoppio in una risata leggera
Rimasi titubante.
"Dai scherzo! Comunque visto che prima mi hai cacciato ci provo di nuovo"
"Piacere Federico" allungò la mano
Invidio molto la sicurezza di Federico.
"Cosa ti fa pensare che io non ti cacci anche questa volta?" Chiesi
"Perché ti sono simpatico" disse con espressione maliziosa per poi trasformarla in un espressione piena di sorriso.
"Francesca" gli strinsi la mano
"Visto lo sapevo" disse sorridendo
"Allora Francesca la dura ha da fare questo pomeriggio?" Chiese
"Credo che guarderà qualche serie TV o qualche film" dissi
Mi fa strano parlare con qualcuno dei miei pomeriggi.
Nessuno mi ha mai chiesto che cosa faccia nel tempo libero.
"Dici che possa uscire con il tipo che gli ha ridato il blocco da disegno?" Chiese
"No" disse secca
"Sicura?"
"Sicura"
"Poi tanto devi uscire con Bella, sai ti deve dare "i suoi appunti" " dissi
Trattenendo la risata sulla cazzata che ho appena detto.
"Dici che se gli do buca per una ragazza più bella si arrabbia?" Chiese
"Conoscendola... Si. Sopratutto se gli dici che sei uscito con una ragazza più bella di lei. Lei crede che nessun essere umano barra extraterrestre possa superare il suo indice di bellezza" dissi
"Però tu sei più bella" disse
Sviai la conversazione con un:
"È tardi devo andare" dissi fredda
Feci retromarcia e tornai a casa.
Per tutto il tragitto rimasi stupita per le sue parole, ripensai e ripensai che cosa trovasse di bello in me.
E non ho concluso niente.
Mi misi sdraiata sul letto e nel mentre mangio il panino che mamma mi ha lasciato per pranzo.
Prendo fuori il mio blocco da disegno e inizio a sfogliare i disegni per capire anche lì cosa c'è di bello i quegli schizzi.
Il suono di una notifica risuona in tutta la stanza.
Il display mostrava l'anteprima della notifica di Facebook.
Federico Rossi ti ha inviato la richiesta di amicizia

Sbloccai il  telefono e aprii Facebook.
Entrai nel suo profilo e iniziai a guardare le sue foto.
Accettai la sua richiesta, misi in
stand-by il telefono e mi stesi sul letto a guardare il soffitto.
Il rumore di un'altra notifica mi risveglio dalla trance in cui ero caduta.
Messanger:
Federico Rossi: 16:30 al parco, ti aspetto. 😘

•         •         •        •        •        •          P.S. Scusate se non ho scritto molto bene la parte su Facebook non avendo Facebook non so bene come funziona quindi ho cercato di scrivere le uniche cose che so sul social network.
SPERO VI PIACCIA! 💓

"Un'opportunità per sorridere." [Benji&Fede]Onde histórias criam vida. Descubra agora