Letters; Sami Khedira.

Chapter 10; finally

"Sami,
ti scrivo quest'ultima lettera. Tra pochi minuti il dottore staccherà la macchina e dovrò sopportare la tua perdita. Tre cazzo di settimane inutili.
Io, comunque, credo ancora in te. Sono gli ultimi 5 minuti che posso passare con te. Ti amo, come mai ho amato nessuno.
In questo momento il foglio è bagnato dalle lacrime, mi mancherai.
Ma era 'fino alla fine' ricordi? E invece no. Vorrei urlare ma non posso. Sei la cosa più bella che sia mai esistita. E dovrò accettare che ti hanno portato via da me, da noi tifosi.
#FinoAllaFine
Ti amo,
Giulia x."

Proprio mentre scrivo queste ultime parole vedo la sua mano muoversi. No dai, è un sogno. Le sue labbra si schiudono e lentamente solleva le palpebre.
No, non sto sognando.
"Sami..."
"Chi sei?" sussurra lui piano.
"Storia lunga. Ma adesso, sei... sei sveglio!" dico quasi piangendo.
"Ma la partita? Ma la Champions? Ma tu?" Continua Sami.
"Allora, il big match è rimasto così, il tuo gol ci ha fatto vincere lo scudetto. E... siamo in finale di Champions. Si giocherà tra un mese. E io mi chiamo Giulia... beh, insomma, io ero allo Stadium durante il tuo incidente e ho deciso di venire a... vedere, ecco, vedere come stavi." concludo.
"Beh è stato, uhm, davvero carino da parte tua. Ma, hey, perché piangi?" domanda lui, curioso.
"Lo scoprirai col tempo." ribatto.
In quel momento entra il dottore. Si meraviglia anche lui di quanto succede.
Dopo tre settimane Sami è sveglio.
Il medico svolge alcune pratiche burocratiche per poi concludere:"Signor Khedira, lei dovrà stare un paio di giorni ancora qui, in osservazione, dopodiché potrà tornare a correre.
Torniamo nella stanza 446 e Sami si stende sul letto.
"E quante volte sei venuta a trovarmi?"
"Tutti i giorni alle 11." rispondo. Noto il suo sguardo meravigliato.
"Davvero?"
annuisco.
"Ho passato giorni e giorni qui, con la tua mano stretta nella mia, a piangere e a parlarti."
I suoi occhi si chiudono, per poi riaprirsi.
"Grazie." ribatte.