capitolo 6

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Non è stato facile adattarsi alla perdita di qualcuno che ami.

Si dice che l'assenza addolcisca il cuore, ma in realtà, lo fa solo sentire una merda.

Justin non ha dormito per settimane, le borse sotto i suoi occhi erano evidenti, ma con le offerte di lavoro da soddisfare a seguito e con i piani da portare alla pari, non ha avuto molto tempo per fare qualsiasi cosa.

Anche se tutti sapevano qual era il vero motivo, soprattutto perché il matrimonio era dietro l'angolo.

È stato difficile augurare al suo migliore amico la felicità, mentre lui era infelice, ma sapeva, che non c'era nessun'altro da incolpare tranne che se stesso.

Però, se gli chiedessi se avesse voluto cambiare le circostanze, lui risponderebbe che non l'avrebbe fatto. Indipendentemente dalle sue decisioni, non l'avrebbe mai messa in pericolo. Era sufficiente per lui solo sapere che lei era viva e respirava, sorrideva e rideva.

Lei era ancora lì. Solo che non era sua.

"Hey, sei sveglio?"

Allontanandosi da quei pensieri, Justin velocemente scacciò quell'immagine dalla sua testa e si alzò. "Sì."

Aveva fissato la stessa immagine di Jazzy per anni, soprattutto in alcuni giorni, sentiva come se avesse bisogno di consigli, come se potesse sentirla mentre gli diceva cosa era giusto e cosa invece era sbagliato.

Anche se era più giovane, gli diceva sempre quando si comportava da idiota, e ora, lui sapeva che avrebbe fatto la stessa cosa. L'avrebbe costretto ad alzarsi, a fare molto di più con se stesso, anziché mettere il broncio su cose che non si potevano più cambiare.

Aprendo la porta, Bruce entrò. " Prince ha detto che il carico è intatto, sta solo aspettando che Morgan gli mandi il resto della lista."

Annuendo, Justin allungò le braccia verso il soffitto prima di sporgersi e prendere il suo telefono, notando che Prince aveva scritto anche a lui. Dopo aver risposto si alzò per recuperare i pantaloni, per poi tirarli su ed allacciare la cintura.

"Stai bene?"

Facendo scattare la testa verso l'alto, Justin annuì nel momento in cui realizzò che Bruce stava parlando con lui. "Sì." Dopo aver messo una maglia, gli diede una pacca sulla schiena e iniziò a camminare, superandolo. "Sto bene."

Fermandolo prima che potesse andare oltre, Bruce lo guardò negli occhi. "Sai che sono qui nel caso in cui tu avessi bisogno di qualcosa, vero?"

Stringendosi nelle spalle, sorrise tranquillamente, anche se esso non riusciva a raggiungere i suoi occhi. "Grazie."

Prima che Bruce uscisse dalla stanza, ci fu una silenziosa comunicazione tra i due, nel momento in cui rivolse lo sguardo verso di Justin.

Quella casa non era più la stessa da quando una ragazza con gli occhi da cerbiatto entrò a seguito di Justin, inciampando.

Ed una parte di lui era grato per questo.

Mentre l'altra parte avrebbe voluto che non fosse mai successo.

Appartenendo ad una famiglia di criminali, Bruce sapeva che ci sarebbero stati dei rischi. L'amore non era un'opzione, era una distrazione, un veleno – era morte. Ha complicato la situazione, ha complicato di più le cose. Come puoi salvare te stesso, quando non puoi nemmeno salvare la persona che ami?

Bruce non lo capiva, nessuno lo fece fino a quando non persero qualcuno a cui tenevano.

Avere una sorella più piccola era qualcosa che non aveva mai immaginato, soprattutto perché era circondato solo da uomini, con l'unica eccezione della madre, così quando dovette abituarsi alla presenza di un'altra donna, si trovò in difficoltà.

Danger's back 2Where stories live. Discover now