capitolo 7

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Entrando dentro casa, Justin sbatté la porta dietro di lui, prima di lanciare le chiavi da qualche parte e di mettersi le mani tra i capelli. Era sconvolto, arrabbiato e respirava in modo troppo pesante, come se fosse sul punto di esplodere da un momento all'altro.

Le sue dita pulsavano, aveva bisogno di sbollire la rabbia in qualche modo. Afferrò un bicchiere che si trovava vicino a lui, e lo buttò dall'altro lato della stanza, il rumore della sua rottura era simile al suo cuore spezzato.

"Whoa, cosa diamine sta succedendo qui?" Esclamò Bruce, nel momento in cui si precipitò nella stanza, con gli occhi spalancati per via della preoccupazione, guardandosi intorno per vedere se ci fosse qualcun altro. John era dietro di lui.

Justin rise fortemente, mentre iniziavano a spuntare delle lacrime. Era rosso, le sue guance erano in fiamme. Sembrava che fosse a migliaia di chilometri di distanza con i suoi pensieri.

Lo guardavano, preoccupati. Sapendo.

Dopo essersi calmato abbastanza, rilassò le dita, inspirando profondamente. "Lei non è qui, se vi interessa saperlo." Portò le mani fino ai suoi fianchi.

"Cos'è successo?"

"Cosa pensi?" Justin esalò bruscamente, guardando il soffitto, prima di camminare verso di lui lentamente. "Non fare mai più una merdata del genere, capito?"

"Justin -"

"Dopo il matrimonio, non aspettarti che le permetterò di entrare qua dentro, di nuovo."

"Cos'è successo?" Dissero contemporaneamente, sapendo che qualcosa dovesse essere davvero successa per portarlo a comportarsi in questo modo.

"Stiamo meglio separati." Lui concluse con una scrollata di spalle. "Non c'è nient'altro da dire." Sorpassandoli, Justin si diresse verso la sua stanza, scomparendo attraverso le scale.

Mentre Bruce fece un passo per raggiungerlo, John lo bloccò, afferrandogli un braccio. "Lascialo stare." Sospirando, si voltò a guardare il suo migliore amico, mentre ripeteva. "Lascialo stare."

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"Ehi uomo, stai bene?"

Marco era in attesa di una risposta quando bussò alla porta, ma quando non ricevette risposta, entrò lo stesso.

"Sto bene."

"Oh, adesso ti va di rispondermi." Lo derise scherzosamente, ma quando vide che Justin non ricambiava, si fermò. Schiarendosi la gola, mise le mani dentro la giacca. "Vuoi parlarne?"

"No."

"Smettila di essere un fottuto testardo."

"Scusami?"

"Salta giù dal tuo grande cavallo, okay? Stiamo solo cercando di aiutarti, uomo."

"Non ho bisogno del tuo fottuto aiuto." Lui ringhiò. "È stata tua l'idea di farci rimanere nella stessa macchina?"

"No, ma in ogni caso non mi sono opposto. "

Deridendolo, Justin scosse la sua testa. "Incredibile."

"Non è la fine del mondo, per l'amor di Dio. Era Kelsey – "

"Esatto! Era Kelsey!" Justin ribatté aggressivamente. "Kelsey, la ragazza che ho rovinato, distrutto, ed ogni volta che la vedo è come se fossimo ritornati alle basi. Ho rovinato tutto da molto tempo, e non c'è nulla che possa fare o dire per poter cambiare qualcosa o riportarla da me. Sai quant'è difficile sapere che è andata avanti e che è felice senza di me? Sai quanto è difficile non poterla più toccare? Stare in quell'auto ha riportato indietro molti ricordi. È stato troppo ed in poco tempo, ed invece ti tenere la bocca chiusa sono stato egoista nei suoi confronti. Ho approfittato della situazione e l'ho quasi baciata e ora lei mi odia, più di quanto già lo facesse prima."

Danger's back 2Where stories live. Discover now