capitolo 13

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[Scusatemi per gli eventuali errori]

"Forza... dai." Justin passava da una corsia ad un'altra, mentre aspettava impazientemente che rispondessero.

Nulla.

" 'fanculo." Lanciando il cellulare, continuò a guidare mentre si passava le dita tra i capelli, ignorando il bruciore.

Era confuso, esausto e lacerato dentro, mentre lottava con i demoni che gli dicevano di scappare. Era così, lo sapeva – lo sentiva, e niente avrebbe potuto salvarlo da ciò che sarebbe successo dopo.

Hanno passato anni a lottare per le loro vite, proteggendo ciò che ritenevano fosse importante. Denaro, macchine, potere... non valgono nulla quando non si ha la persona che si ama al proprio fianco.

Ora l'avevano capito.

Lui l'aveva capito.

Ma era troppo tardi.

_ _ _

Chiudendo la chiamata, Justin guardò l'ufficiale Martinez. "Devo andare."

"No, non puoi."

"Puoi anche portarmi fuori in manette, ma non mi fermerai. Ti ho fatto un favore, non dimenticarlo."

Sbuffò incredulo, bloccando un sotto ufficiale che aveva già preso le manette. "Capisci in cosa ti stai cacciando, vero?"

"Sì, ed è un rischio che sono disposto a correre. Tu difendi i tuoi uomini, quando devi, vero? Questo è tutto ciò che sto cercando di fare io. Tu ed io, noi non siamo poi così diversi come credi."

Schiacciando le labbra tra loro, mentre chiudeva la giacca, rimase in silenzio.

"Portala in ospedale."

Scuotendo la testa, Kelsey fece un passo avanti. "Justin no. Dove stai andando?"

"Guardami." Le prese il viso tra le mani. "Tornerò, okay? Lo prometto."

Ma le promesse sono create per non essere mantenute.

"Per favore non lasciarmi." Sussurrò, mentre delle lacrime iniziavano a formarsi. Si aggrappò ai suoi fianchi, nella speranza di tenerlo vicino. "Non di nuovo."

"Ti amo."

Piangendo, chiuse gli occhi mentre premeva la sua fronte contro quella di Justin. "Ti amo anche io."

Sollevandole il mento, lui premette le labbra contro le sue, baciandola dolcemente prima di staccarsi e guardare Martinez negli occhi. "Prenditi cura di lei."

Girandosi, lasciò la mano di Kelsey e uscì dalla porta per raggiungere la macchina.

"Dai."

Obbligando se stessa a muoversi quando Martinez la prese per il braccio, riluttante lo seguì fino alla macchina della polizia. Sedendosi nei sedili posteriori, guardò fuori dal finestrino, mentre il suono delle sirene la distraevano dai suoi pensieri.

_ _ _

"Per favore Dio." Justin mormorò, così piano, che era a malapena udibile. "Per favore."

Parcheggiò e scese dalla macchina, lasciandola accesa, poi si avvicinò al garage, dove trovò la porta aperta. "Cosa cazzo stai facendo?"

Guardandolo, John ghignò, per poi rigirarsi e mentre raccoglieva le pistole, esse furono spinte a terra. "Quante volte devo riformulare la domanda?"

"Non stai pensando lucidamente." Scosse la testa, mentre cercava di avvicinarsi. Non c'era possibilità che potessero sopravvivere. C'erano troppe cose da affrontare.

Danger's back 2Onde as histórias ganham vida. Descobre agora