Capitolo 11

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Ormai tutti sapevano ogni cosa.
Negare era completamente inutile, quindi la sceneggiata non si prolungò oltre e quella mattina i due ragazzi entrarono in Sala Grande tenendosi per mano come una coppia qualsiasi mentre, dalle risate e dalle battute squallide che riempivano la Sala all'ora di colazione, si sollevavano i primi mormorii e le prime occhiate.

Harry strinse la mano a Draco più forte e si fermò di fronte alle quattro tavolate ormai quasi completamente in silenzio a guardarli.
Sapeva che per Draco era più difficile che per lui.
Il Serpeverde non aveva amici fantastici come Harry che lo avrebbero appoggiato in tutto.

"Ehy Dray... puoi sederti con noi se ti va... non credo che ci toglieranno dei punti..."

Draco, che fino a un attimo prima era presissimo dal far scorrere lo sguardo da un capo all'altro della Sala Grande nervoso come non mai, si riscosse e spostò gli occhi su quelli del moretto non riuscendo a celare un sorriso. Erano dannatamente belli.

"No... tranquillo."

Rispose dolcemente prendendogli anche l'altra mano.

"Ci vediamo dopo colazione, in giardino."

Harry sorrise e fece per parlare, ma il furetto fu più svelto: abbassandosi aveva sigillato le labbra del Grifondoro con le proprie.
Questo Harry non se lo aspettava, non di fronte a tutti quanti.
Tuttavia non si degnó nemmeno di cosiderare la possibilità di staccarsi e ricambiò il bacio alzandosi appena sulle punte.

Poi le loro labbra si separarono e i due si diressero ognuno al proprio tavolo sorridendo al pavimento mentre l'intera Sala Grande era pietrificata.

Quando Harry si lasciò sfuggire una rapida occhiata verso il tavolo dei professori, accanto a un Piton disgustato più del solito, giurò di intravedere un sorriso di trionfo farsi strada nella barba millenaria di Silente.

Abbassò lo sguardo imbarazzato e si sedette con Ron ed Hermione.
Il Weasley, bianco come un cencio, si ingozzava peggio del solito, mentre la Granger sembrava sull'orlo di un momento di euforia incontenibile.
I segnali erano chiari: occhi da pazza, sorrisetto perverso, tremiti nei movimenti, respiro affannato e vocetta stridula.

Al tavolo dei Serpeverde invece regnava un'atmosfera completamente diversa; Draco prese posto con finta indifferenza e iniziò a mangiare senza spiccicare verbo mentre gli occhi di tutti pesavano sulle sue spalle.
Quando la tensione divenne insostenibile il biondino fece appello a tutti i geni Malfoy che possedeva.
Prima di tutto appoggió lentamente la forchetta a lato del piatto poi drizzó la schiena e fece scorrere lo sguardo gelido su tutti i presenti, che lo fissarono incuriositi ed intimoriti allo stesso tempo.

"I vostri sguardi mi infastidiscono"

Scandì glaciale attendendo che ognuno di loro si voltasse da un'altra parte per tornare a mangiare.

A dire il vero la situazione miglioró di poco: anche se gli occhi delle Serpi erano impegnati altrove la tensione non diminuì.
Così, quando potè finalmente uscire da quella Sala infernale, Draco ne fu più che sollevato, poiché con tutto se stesso si pregustava già il pomeriggio più bello di sempre con il suo Grifondoro.
Il biondo si sdraió sotto un albero e mise le mani dietro la nuca prima di chiudere gli occhi e aspettare lì Potter.

Il moro arrivò trafelato pochi secondi dopo che Draco si fu definitivamente addormentato.
Lo trovò steso sotto l'albero dunque si mise accanto a lui e si girò a guardare il volto del biondino.
Il sole filtrava tra le foglie e rifletteva la sua luce sulla pelle pallida e le palpebre chiuse del ragazzo accentuandone il candore.
I raggi che sfioravano i capelli biondi di Malfoy davano alla figura un aspetto tanto angelico e luminoso che Harry non riuscì a fare a meno di far scorrere le dita tra quei fili d'oro.

Le palbebre di Draco tremolarono appena ed Harry sorrise chiedendosi cosa stesse sognando il biondino.
Il Grifondoro accorciò ancora la distanza tra i loro volti fino a che i loro nasi non fossero abbastanza vicini da toccarsi.

"Draco?"

Lo chiamò piano Harry e quello aprí piano gli occhi resi grigio chiarissimo dal sole.
Harry smise di tentare di trattenersi e si fiondò sulle labbra del Serpeverde che si lasciò andare sorpreso.

Quando i loro volti si allontanarono Draco sorrideva. Harry con lui, ma in modo più imbarazzato.

"Weasley ti ha attaccato la carotite, Potter?"

Domandò il biondino spostando il peso su un lato e appoggiando la testa sulla mano.
Harry in tutta risposta diventò ancora più paonazzo e Draco scoppiò a ridere.

Il moretto lo guardò in silenzio e sentì di nuovo il bisogno di attaccarsi alle sue labbra, ma lo represse bruscamente.
Malfoy peró sembró notarlo e si fece più vicino al Grifondoro.

"Che c'è Potter, vuoi baciarmi?"

Domandò al moretto sorridendo con una nota di autentico narcisismo negli occhi mentre lo accarezzava con una mano gelida dal collo fino al mento facendogli alzare lo sguardo.

Harry rabbrividì e credette di non poter resistere oltre, ma era sbagliato... in tutti i suoi pedolunosi film mentali era Draco a subire in silenzio.
Così decise di reagire e, posandogli le mani sui fianchi, si mise su di lui e prese possesso della sua bocca.

Il biondino sembrò stupefatto e allo stesso tempo segnava una vittoria in più per i Serpeverde al suo punteggio.
Doveva ammettere che essere in balia di Harry non era per niente male, dunque attorcigliò le mani attorno al suo collo e prese a ricambiare con foga ogni movimento delle labbra del moro sulle sue.

Facevano a gara come al solito.
Solo che stavolta avrebbe vinto chi baciava di più e chi riusciva a far andare di più l'altro in Paradiso.
Cosa si vinceva? Beh per la prima volta non si vinceva nulla per sè, se non le sensazioni strepitose e i brividi ad ogni movimento.
Si vinceva per l'altro perchè il vero amore è questo: volere, pensare e fare tutto solo e soltanto per l'altro.
Perchè di certo la cosa che rende più felice chi ama, è la felicità di chi é amato.

Andarono avanti a stringersi sul tappeto d'erba della scuola a lungo finchè Harry non fu scosso da un brivido e iniziò a sentirsi osservato.
A malincuore si staccò dal volto del giovane Malfoy, che si mise a sedere e guardò alle spalle di Harry sbiancando, se possibile, più del naturale.

"E-ehm... Harry..."

Riuscì solo a balbettare prima che il Grifondoro si girasse e si trovasse davanti una professoressa McGrannit, paonazza e con le labbra strette in una smorfia iraconda, ma segretamente divertita.

Harry, a differenza di Draco, perfettamente in grado di sbiancare come si deve, superò il record mondiale delle candeggine più candide del mondo magico quando notò la donna svettare su di loro.

"Signor Malfoy, il Professor Silente desidererebbe vederla."

La McGranitt stava per girare sui tacchi ed andarsene sventolando il mantello, ma si girò e aggiunse un particolare.

"Signor Potter, lei può restare dove sta"

Harry prese ad annuire con vigore come un mongospastico finchè la Capocasa dei Grifondoro non se ne fu definitivamente andata.

N/A

Salve gente... scusate l'assenza.
Comunque.
A parte che secondo me la Minervina non era l'unica ad assistere.
Insomma il povero Albus lo conosciamo tutti.
Comunque.
Ecco il capitolo 11, spero vi piaccia.

Ary❄

My Unspoken Vertigo //DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora