2.3. Don't try to disappear

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 Il sole stava iniziando a sorgere quando Jin venne svegliato dai picchiettii di una mano sul vetro dell'auto. Il ragazzo socchiuse gli occhi e si stiracchio lentamente guardando poi Yoongi, colui che lo aveva svegliato.
Poco a poco tutti quanti aprirono gli occhi e scesero dall'auto, avvicinandosi poi al pontile che affacciava sull'Oceano.
Ancora una volta si soffermarono sul paesaggio che si stagliava di fronte ai loro occhi, una bellissima alba che aveva colorato il cielo di colori mozzafiato.
Jin non notò l'improvvisa inquietudine nel cuore di Taehyung e nessuno notò lo sguardo che diresse all'alta impalcatura che si trovava accanto a loro.
Il ragazzo, subito dopo aver lasciato uno sguardo ai suoi amici, senza dire nulla si alzò e cominciò a camminare, mettendosi il cappuccio scuro della felpa in testa.
Prese ad arrampicarsi al lato dell'impalcatura, dove si trovavano le scale di ferro e solo in quel momento gli altri si accorsero di ciò che stava facendo.
All'inizio ridacchiarono tutti ma quando videro Taehyung salire sempre più in alto, verso la cima, gli chiesero di scendere, preoccupati che potesse seriamente farsi male.
L'aria era cambiata, cominciava a tirare un vento freddo, che ghiacciava le ossa di Jin e il ragazzo non si sentiva più sereno e in pace con sé stesso e gli altri. L'ansia cominciava a crescergli nel petto e neppure lui sapeva spiegarsi esattamente cosa stesse succedendo e perché si sentisse in quel modo.
Taehyung era arrivato in cima e rimase fermo sul posto per una manciata di secondi, come se non sentisse ciò che i suoi amici gli stessero dicendo o fosse troppo occupato ad osservare il cielo arancione e rosa che colorava il mare di un violetto mischiato all'indaco. Sembrava una statua.
Poi si mosse. Girò il volto in direzione dei suoi amici che lo guardavano da una quindicina di metri più in basso. Sorrise loro, come a rassicurarli di qualcosa e poi tornò a guardare di fronte a sé, tornando improvvisamente serio.
Un respiro.
Un passo.
E poi Taehyung corse, buttandosi e lasciandosi divorare dall'acqua che lo avvolse nelle sue fauci non permettendogli alcun rimpianto e di riemergere.
L'incantesimo idilliaco si spezzò velocemente e tutto intorno a Jin prese a vorticare su sé stesso mentre il ragazzo sconvolto vedeva i volti dei suoi migliori amici mutare e tutto ciò che lo circondava scomparire, lasciandolo nel vuoto assoluto.
Si rannicchiò su sé stesso, tutto ciò gli stava facendo venire la nausea e le orecchie che avevano cominciato a fischiare violentemente non lo stavano aiutando a calmarsi.
Poi tutto divenne improvvisamente silenzioso.
Jin aprì lentamente gli occhi e si rialzò, stirandosi i jeans scuri.
Si trovava in una piccola stanza poco illuminata.
Sentì un rumore provenire dalla sua destra e solo allora si accorse di non essere solo.
Accanto a lui un uomo, probabilmente sulla quarantina, aveva appena tirato uno schiaffo ad una donna che pareva avere la medesima età. Forse era la moglie?
Non potette concedersi altro tempo per pensarci perché la porta davanti a loro si spalancò rivelando la presenza proprio di Taehyung che alzò un braccio e prima che Jin potesse realizzare cosa stesse facendo, colpì l'uomo con una bottiglia di birra che aveva in mano, mentre la donna si avvicinò a lui per tentare di fermarlo.
L'uomo svenne sul colpo e cadde rovinosamente a terra. Jin si accorse che la testa perdeva sangue, la botta era stata davvero violenta.
Taehyung nel mentre sembrava essersi accorto di ciò che aveva fatto. Aveva lasciato cadere la bottiglia a terra, che si era frantumata, e con gli occhi sbarrati osservava le sue mani tremanti per il crimine commesso e la figura dell'uomo a terra, privo di sensi.
La donna si avvicinò all'uomo e gli prese la testa per tentare ti tamponare la ferita profonda da cui continuava a fuoriuscire il sangue.
"Papà..." cominciò a sussurrare Taehyung con una voce roca e le lacrime iniziarono ad uscire copiosamente dai suoi occhi.
Jin a quel punto capì. Quelli erano i genitori del suo amico. Il ragazzo si era più volte confidato con loro sugli abusi che sia lui che la madre subivano dal padre violento. Taehyung aveva sempre avuto paura di reagire ma a quanto pareva era scoppiato. Cosa poteva avere innescato quella reazione?
Il ragazzo era così perso nei suoi pensieri che non si accorse di Taehyung che più sconvolto che mai lasciò la stanza, correndo a più non posso.
Seokjin si sentì soffocare in quella stanza dove era stato appena consumato un crimine ed ebbe bisogno di uscire e prendere aria.
Si ritrovò in un giardinetto e iniziò ad inspirare ed espirare ma la sensazione di soffocamento non voleva saperne di abbandonarlo.
Si mise una mano in tasca e sentì qualcosa di carta tra le sue dita. Lo tirò fuori e si accorse che si trattava della polaroid che aveva scattato con Yoongi. La osservò e gli venne a mancare il respiro.
Su quella foto non vi era alcuna traccia di Yoongi.
E improvvisamente quella foto innescò qualcosa nella sua mente e gli permise di ricordare e mettere a posto l'ultimo pezzo del puzzle che si era venuto a formare.
Rivisse in quegli istanti tutto quello che gli era capitato.
Rivisse il litigio con sua madre, si rivide prendere l'auto completamente accecato dalla rabbia.
Rivisse il momento dell'incidente, le luci accecanti di quel tir che in realtà non riuscì ad evitare. Il clacson assordante che quello produsse, il sangue che coprì tutto l'abitacolo.
Rivisse anche tutto il dolore che i suoi amici e la sua famiglia avevano sopportato in quei giorni e si accorse che l'urlo che aveva sentito in quel bosco altro non era che l'urlo straziante di sua madre, quando i poliziotti le riferirono la spiacevole notizia.
Solo in quel momento Jin riuscì a collegare tutto.
Tutto quello che pensava di aver vissuto insieme ai suoi amici in quegli ultimi giorni era stato prodotto dalla sua mente, forse come per volergli alleviare la morte.
E Taehyung, lui era stata la chiave per ritornare alla realtà.
E Jin non potè fare altro che scoppiare in un pianto disperato.
Perchè era morto.
Perchè non sarebbe mai invecchiato.
Perchè non avrebbe più rivisto la sua famiglia e i suoi amici.
Perchè non avrebbe più avuto alcun futuro.
Pianse per la sua stupidità e per quello che aveva fatto ai suoi amici e ai suoi familiari.
Pianse perché ormai era solo.  

Memories Of YOU // BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora