3.3. Is this sweat or tears?

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Jin non aveva mai creduto ai fantasmi.
Tanto meno credeva a quelle assurde storie dove uno spirito non può andare nell'aldilà se ha un conto in sospeso.
Eppure lui, nonostante fosse morto da ormai un mese, continuava a trovarsi sulla terra.
Nessuno poteva vederlo o sentirlo ma lui si trovava ancora lì ad osservare tutto e tutti.
D'altronde sapeva quale fosse il suo conto in sospeso.
La sua morte stessa.
Nonostante razionalmente se ne fosse fatto una ragione, in cuor suo non riusciva ancora ad accettare quel che gli era successo. A volte gli sembrava di essere ancora vivo, mentre vagava per le strade affollate di Seoul o quando andava a trovare sua madre in casa. Doveva continuamente ricordare a sé stesso che lui era morto e che non sarebbe più tornato. Ma era difficile, dannatamente difficile.
Molto spesso Jin si ritrovava rannicchiato su sé stesso e se solo i fantasmi avessero potuto piangere, in quei momenti Jin lo avrebbe seriamente fatto.
Era una situazione terribile e lui non aveva la più pallida idea di come gestirla.
Un'altra situazione in sospeso erano i suoi amici.
In quel mese il ragazzo aveva sempre vegliato su di loro e sua madre. Ma mentre la donna sembrava aver accettato la sua morte, i ragazzi non parevano prendere in considerazione la cosa. Jin vedeva in diretta quanto si stessero lasciando andare e quello che stavano diventando e odiava tutto ciò dal profondo del suo cuore.
Si sentiva terribilmente in colpa.
Perchè la causa di tutto era stato solo e unicamente lui. Lui e il suo egoismo che lo avevano portato a quell'incidente e alla conseguente morte.
Era colpa sua quindi se Taehyung era arrivato a ferire gravemente il padre.
Era colpa sua se lui e Namjoon erano diventati dei vandali.
Era colpa sua se Jimin e Hoseok avevano tentato il suicidio e adesso si trovavano rinchiusi in quella clinica.
Era colpa sua se Yoongi era diventato un mezzo alcolizzato e aveva litigato con Jungkook.
Jin aveva assistito a tutto quello che stava avvenendo ai suoi amici e più i giorni passavano e più lui si sentiva morire una seconda volta.
Vedere i suoi amici lasciarsi morire lo stava uccidendo nuovamente.
Jin avrebbe di gran lunga preferito non vedere quelle cose dolorose perché per quanto volesse che i suoi amici accettassero la sua morte, neppure lui sapeva come fare e cosa più importante, neanche lui l'aveva accettata.
A causa di ciò, quella sera si trovava insieme ai suoi amici, sul loro fidato pick up.
In poco tempo raggiunsero una galleria che collegava Seoul a tutte le città del sud della Corea. La galleria era vuota e i ragazzi parcheggiarono l'auto nel mezzo di essa, bloccando la strada alle auto che avrebbero dovuto passare di lì.
Si trovavano tutti lì riuniti, pronti per compiere l'ennesimo atto di follia e Jin non poteva fermarli. Decisi quindi di rimanere lì, perché voleva assicurarsi che tutti stessero bene.
In pochi istanti la galleria si era completamente riempita di auto che avevano cominciato a suonare ripetutamente i loro clacson, naturalmente infastiditi dalla situazione che si era venuta a creare. Jungkook era seduto sul tetto dell'auto e osservava la situazione dall'alto mentre gli altri si trovavano all'interno, riempiendo il veicolo di schiamazzi e imprecazioni urlate agli automobilisti spazientiti.
Lentamente scesero tutti dall'auto e si schierarono davanti ad essa mentre Jin si spostava sul sedile del guidatore per osservare meglio la scena.
Per un breve istante si sentì sono il rumore che producevano le auto; poi i ragazzi urlarono forte e presero a correre tra le auto, cominciando così il vero divertimento e vandalismo.
Hoseok sputò alcol su tutti i finestrini delle automobili che incontrava e poi rideva istericamente orgoglioso della sua malefatta mentre Jimin buttava le sue patatine in tutti i veicoli che trovava aperti, scambiandosi poi il cinque con l'amico.
Jungkook andava in giro mangiando le sue patatine e Namjoon passava a Yoongi l'alcol da versare sulle auto.
Taehyung invece si arrampicava su di esse e naturalmente le imbrattava con le sue bombolette spray. Erano completamente fuori controllo e senza più un freno che li contenesse.
L'oceano di negatività li stava risucchiando sempre più a fondo e se non avessero fatto qualcosa in quell'istante sarebbero stati irrecuperabili.
Un uomo rabbuiato uscì dall'auto urlandogli contro. Yoongi gli mostro il dito medio e poi insieme ai suoi amici corse verso la loro auto. Erano soddisfatti del loro operato e quindi potevano anche andarsene.
I ragazzi si arrampicarono sul retro del veicolo che partì a tutta velocità lasciandosi dietro la galleria e raggiungendo ben presto una strada secondaria poco frequentata.
Alla guida dell'auto c'era naturalmente Namjoon e nel sedile del passeggero Jin lo guardava piuttosto scosso.
In cosa si stavano trasformando i suoi amici?
Era tutta colpa sua?
Si prese la testa fra le mani, disperato e incapace di fare altro.
Loro non erano così. Erano particolari, erano difficili, erano complicati, erano fragili ma non erano dei delinquenti e Jin non voleva assolutamente che i suoi migliori amici rinunciassero ad una vita normale a causa sua.
In quel momento decise che si sarebbe preso cura di loro e avrebbe fatto il possibile per aiutarli a superare la sua morte, così forse anche lui lo avrebbe fatto.
Non avrebbe permesso a loro di rovinarsi l'intera esistenza, avrebbe fatto di tutto per vederli felici.
Nel mentre, nel retro i ragazzi non facevano che ridere giocosamente soddisfatti del loro operato e delle reazioni delle persone. Tutti ridevano tranne Jungkook che era seduto nell'angolino, le ginocchia portate al petto, e pensava.
Cosa diavolo avevano appena fatto?
Era davvero quello il modo giusto di comportarsi?
No, Jungkook finalmente ci arrivò. Avevano sbagliato tutto e quell'ultimo sbaglio fu per lui la goccia che fece traboccare il vaso.
Si morse il labbro inferiore e dentro di lui nacque una nuova consapevolezza.
Namjoon fermò l'auto in un parcheggio e i ragazzi scesero continuando il loro tragitto per chissà dove a piedi.
Seokjin si riscosse si affrettò ad uscire dall'auto e incondizionatamente fece per sfiorare il polso di Jungkook e richiamare la sua attenzione.
Ritirò velocemente la mano, come se si fosse scottato, conscio che il ragazzo non avrebbe mai potuto sentirlo.
Ma sorprendentemente il ragazzo si voltò lentamente e guardò attentamente indietro, scrutando chissà cosa.
E poi sorrise.
Fu un debole sorriso, che non arrivò agli occhi ma gli angoli della sua bocca si erano chiaramente alzati.
Quella notte Jungkook capì che Jin in un modo o nell'altro avrebbe sempre trovato il modo di essere con loro e vegliare su di loro e quindi sorrise, pronto a ricominciare.
Era il momento di risalire a galla.

Memories Of YOU // BTSWhere stories live. Discover now