4.5. Jimin's freedom

27 3 0
                                    

Jimin uscì dalla clinica molto tempo prima di Hoseok nonostante andasse a trovare l'amico quasi tutti i giorni.
I medici ritennero che il suo fosse stato solo un caso, dettato dalla disperazione.
Jimin sapeva non fosse vero. Dopo quella volte molto spesso aveva pensato di togliersi la vita. Era solo troppo codardo per farlo.
Ciò nonostante accettò il verdetto dei medici e tornò a casa, insieme ai suoi genitori che cominciarono a chiedergli molto più spesso se stesse bene e a viziarlo.
Non che prima si disinteressassero di lui, assolutamente no. I suoi genitori erano sempre stati piuttosto affettuosi e Jimin voleva loro immensamente bene. Ma probabilmente si erano sentiti terribilmente impotenti quando avevano visto il loro unico figlio in una vasca da bagno, semi cosciente e sul punto di uccidersi.
Jimin era loro grato perché l'atteggiamento dei suoi genitori lo faceva sentire amato e protetto ma non soffocato dalle loro attenzioni. I suoi genitori sapevano quando lasciargli i suoi spazi.
Una sera Jimin camminava per le strade poco illuminate di Seoul quando cominciò improvvisamente a piovere forte.
Cominciò a correre per trovare un riparo e si fermò sotto una tettoia, sperando che la pioggia diminuisse velocemente.
Si perse nell'osservare le gocce cadere copiosamente sull'asfalto, formando pozzanghere e nel suono provocato dal contatto dell'acqua con la terra. Sospirò profondamente e socchiuse gli occhi ricordando il passato.
Dentro di sé sentiva essere il momento giusto. Il momento per lasciarsi tutto alle spalle senza rimorsi.
Jimin si rivide in quella vasca e rabbrividì mentre sentiva ancora vivamente le goccioline d'acqua scendere sul suo corpo infreddolito. Sentì il rumore provocato dal rubinetto che perdeva acqua e il freddo delle piastrelle della vasca sulla sua pelle.
Sentì anche la voce di sua madre che chiamava disperatamente il suo nome, come un mantra.
Sentì il forte odore di disinfettante dell'ospedale e il pallore accecante dei muri mentre una lacrima solcò il suo viso.
Il sé stesso su quel lettino d'ospedale aprì gli occhi e vide sulla soglia della stanza Jin che gli sorrideva calorosamente e lo salutava, un'ultima volta.
Jimin doveva dargli il suo addio. Doveva andare avanti e vivere anche per lui.
Debolmente alzò il braccio e lo salutò.
Quando aprì gli occhi la pioggia aveva smesso di scendere e poco più in là un vivace arcobaleno si stava formando. Jimin lo seguì convinto che si trattasse dell'inizio di un nuovo capitolo della sua vita.

Memories Of YOU // BTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora