Via da me.

1.1K 59 5
                                    

Tuttavia il giorno dopo sono puntuale all'Università, assisto all'esame di Will, come se la sera prima non fosse successo nulla, come se mi fossi appassionata a quel film che davano sul quinto canale e basta.
Una volta finito lo raggiungono degli amici, vanno a bere qualcosa per festeggiare ed io sono ben contenta di non dover stare con lui e fingere che vada tutto a meraviglia.
Mi sento piuttosto sola, non mi sono mai soffermata a pensare al fatto che qui non ho nessuno, se non Josh. Mi mancano i miei genitori, le mie amiche, la mia Boston. Ci penso un bel po', mentre percorro l'uscita dell'Università.
«Chanel.» Una voce cattura la mia attenzione.
«Leonardo, che ci fai qua?» Chiedo scontrosa.
«Ascolta, ho bisogno di parlarti, sali in macchina.» Quasi me lo ordina.
Parte e non diciamo nemmeno una parola, nessuno dei due ci prova nemmeno, io sono rivolta fuori al finestrino, la sua attenzione è rivolta alla guida. Arriviamo ad una piccola spiaggetta abbandonata, ci sediamo sulla sabbia umida.
«Cosa vuoi?» Gioco con i granelli.
«Non so cosa mi sia preso, sei una ragazzina, io un uomo adulto, ho sbagliato tutto.» Non fa in tempo a concludere, che il mio dito è sulla sua bocca.
«Mi hai portata fino a qui per dirmi quello che già sapevo? Anche tu sei stato l'errore più grande per me, ma dagli errori si impara.» Scrollo le spalle.
«Ho sbagliato i tempi, il modo d'approccio, volevo giocare le carte del bello e stronzo come se tu fossi una ragazzina qualunque che cade ai piedi di un belloccio, ma sapevo non fosse così. Ho sbagliato tutto con te, ma non quello che abbiamo fatto, di quello non mi pento.»
«Ti sbagli, sono una ragazzina qualunque Leonardo, sono una ragazzina che ha ceduto a quattro moine, due strusciatine. Non sono mai stata al passo con le regole, non ho mai dato ascolto a ciò che si fa o ciò che non si fa, ho sempre seguito un maledetto istinto che mi ha sempre portata a sbattere la testa contro il muro. Ed ecco qua, ti auguro di essere felice con la tua Winona e i vostri miliardi, io finiró questo film poi ritorno a Boston, quello è il mio posto e l'ho capito stando lontana.»
Mi fissa per un momento come se non avesse capito quanto detto. Mi guarda con la faccia stordita di chi ha appena ricevuto un cazzotto, di chi proprio non se lo aspettava.
Smette di guardarmi, poi con uno scatto mi sdraia sulla sabbia, si stringe sul mio corpo e mi bacia. Lo fa ripetutamente, come se in quel bacio ci fosse un addio.
Ma cosa ci può essere di disperato? Siamo andati a letto una sola volta, da lì nulla più, cosa può esserci di tragico nel nostro addio? Nulla, sicuramente nulla. Fatto sta che mi sembra di aver visto delle lacrime passare nei suoi occhi, le stesse che sono passate nei miei.
Non reggo più, gli chiedo di andar via, non voglio più stare in questo posto con quest'uomo, non voglio ascoltare più un'altra parola che esce dalla sua bocca e soprattutto non voglio più la sua bocca sulla mia.
Così, senza obiettare, mi riporta a casa.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐫𝐚𝐠𝐚𝐧𝐨. -𝐋𝐞𝐨𝐧𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐃𝐢𝐂𝐚𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐟𝐟Место, где живут истории. Откройте их для себя