È parte di te.

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L'indomani vengo svegliata da Josh.
«Chanel, di sotto c'è Leonardo, vuole vederti.» Ha la faccia sbiancata, peccato che sia io quella che deve affrontarlo.
Scendo di corsa le scale, lo trovo seduto al bancone della cucina.
«Ciao.» Sbuffo preparando del caffè.
«Però, sei proprio carina quando vai a dormire." Mi prende in giro notando le mie mutandine a righine bianche e rosa, in tinta con la magliettina.
«Leonardo, cosa sei venuto a fare?» Sorseggio nervosamente dalla tazza.
«Però io ti preferisco nuda, Chanel.» Si avvicina, mi soffia le parole dietro al collo.
«Per favore, smettila.»
«Perché? Di cosa hai paura? Di fare un figlio con me?» Bisbiglia. «Jack è mio figlio, vero?» Chiede afferrandomi per le spalle.
«Leonardo...» cerco di parlare.
«Sì o no?» Delle lacrime gli passano negli occhi.
«Sì.» Lascio cadere le lacrime trattenute fino a quel momento.
«Perché non me l'hai detto?» Tira su con il naso.
«Da quando sei entrato nella mia vita non hai portato altro che scompiglio. Ti ubriachi, scopi a destra e a manca, hai un cognome scomodo e fai parte di un mondo che non mi piace, perché affidarti mio figlio?» Gli urlo contro, intanto sulle scale ad origliare vedo la figura di Josh e Jess.
«Nostro figlio, Chanel.» Urla più forte, mi tiene la testa tra le mani e piange con me. «Quella sera abbiamo fatto l'amore insieme, io e te.» Mi sussurra.
«Sesso Leonardo, quello si chiama sesso.» Mi stacco da lui. «Sono stata dal primo all'ultimo momento un gioco, eri un uomo povero di spirito, uno che stava per sposarsi per la pubblicità, il tuo matrimonio senza amore ne logica era in crisi ancora prima di cominciare e ti sei voluto sfogare con me. Perché io? Perché una ragazzina e non una donna?»
«Perché sei più donna di tante altre, Chanel.» Sembra aver abbassato la guardia, il suo fare da stronzo riposa in qualche parte del suo cervello. «Sei stata capace di darmi un figlio.» Tenta di abbracciarmi, mi scosto.
«È l'unica cosa che ci legherà, da questo momento in poi io e te siamo due perfetti sconosciuti.» Gli dico rassegnata.
«Due perfetti sconosciuti che hanno fatto un figlio.» Ride nervosamente.
«È stato un errore.» Urlo ancora.
«Posso vedere Jack?» Chiede arreso e questo non posso vietarglielo.
Saliamo su in camera, nel frattempo Josh e Jess fingono di star facendo altro, li ammonisco con un'occhiataccia.
Jack dorme nella sua culletta, Leonardo gli si avvicina e gli stampa un bacio sulla fronte.
«Però, mi somiglia parecchio.» Sorride, poi guarda verso di me. «Tra i tanti casini che abbiamo fatto, questo è quello che ci è riuscito meglio.»
Annuisco, non posso dargli torto, lo raggiungo di fianco alla culletta e mi metto ad osservare mio figlio. Pardon, nostro figlio.
«Vorrei dichiararlo, e vorrei essere suo padre a tutti gli effetti, per favore.» Non sembra più lui, come se la paternità l'avesse colpito al cervello. È docile, non tenta di spogliarmi e ragiona. Cazzo, Leonardo ragiona. E chiede per favore.
«Va bene, del resto sei suo padre, non posso negarlo, l'essere stato uno stronzo con me non vorrà dire che lo sarai anche con lui. Perché in quel caso, te la vedrai brutta. Stabiliremo quando puoi venire a prenderlo, ma io e te dovremmo vederci solo per Jack, per il resto stai fuori dalla mia vita.» Sbuffo nevrotica.
«Posso chiederti una cosa?» Esordisce ignorando tutto ciò che gli ho detto. Annuisco nervosa, dunque prosegue. «Allora Will, l'altro uomo, non c'era nessuno?»
«L'altro uomo eri tu idiota e con Will non c'è stato mai niente di concreto.» Sbuffo arresa.
Va via dopo poco, ci siamo accordati per quanto di burocratico c'è da fare perché lui possa dichiarare Jack suo figlio, intanto lo vedrà nei giorni che insieme abbiamo stabilito.
Se mi fido di quest'uomo? Nemmeno un po', ma non posso negargli la possibilità di crescere suo figlio, ne tanto meno posso negare a Jack la possibilità di avere un padre. Del resto, non è detto che un cattivo compagno sia anche un cattivo padre.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐫𝐚𝐠𝐚𝐧𝐨. -𝐋𝐞𝐨𝐧𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐃𝐢𝐂𝐚𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐟𝐟Where stories live. Discover now