Vorrei amarti.

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Il giorno dopo vado via presto, Jessie e Josh dormono ancora, seguo le indicazioni che mi ha dato Leonardo per arrivare sul set.
Una volta lì mi guardo attorno, c'è un via vai di persone che corrono frettolose a destra e a manca, ognuno ha qualcosa da fare. Dopo qualche minuto finalmente Leonardo mi viene incontro.
«Ah eccoti, ormai non ci speravo più venissi.» Sorride.
«Scusami, ma ci ho messo un po' ad arrivare a piedi, inoltre con Jack in braccio che pesa un accidenti.» Rido.
«Vieni qui ciccione, la mamma è stanca.» Gli stampa un bacio sulla guancia. «Come stai?» Prosegue.
«Bene.» Sorrido, cerco di non guardarlo troppo negli occhi, io non l'ho ancora scordato.
«Sono felice.» Sorride, poi la sua attenzione ricade nuovamente su Jack.
Non posso fare a meno di notare che non porta la fede, che Winona non era alla festa, che lui no ne parla e che soprattutto sembra molto più libero e sciolto.
«E tu e Winona quando farete un bambino?» La butto lì imbarazzata.
«Cosa?» Ride, continua a giocare con Jack. «Io e Winona non stiamo più insieme.» Scrolla la testa.
«Ah mi dispiace.» Mi porto una mano alla bocca, fingo un'amarezza che non provo.
«A me no.» Ride. «Ci ho pensato, non ha senso quello che stavo per fare, non ha senso sposarsi per copertine, perché per la gente siete una coppia carina e felice, io non voglio essere risucchiato in questo meccanismo. Quando andai all'Università e Will mi disse che non era il padre del tuo bambino, pensai subito che fossi io, non credevo avessi altre relazioni. Lì realizzai che avrei preferito la normalità di vedere nascere un bambino, a quattro copertine.»
Le sue parole mi fanno gelare il sangue, il mio istinto vorrebbe avere la meglio e dire la verità, ma come faccio? Come posso?
Credo sia più opportuno tacere, non sono pronta ad una simile confessione, non sono pronta ad una sua reazione, non sono pronta al suo mondo, forse non lo sarò mai.
Riprendo Jack in braccio, Leonardo deve girare, mi siedo in disparte e fisso la scena.
Mi si avvicina una donna, è abbastanza giovane, anche se è difficile capirlo dai quintali di trucco che ha sul viso, mastica una gomma rumorosamente, mi fissa attorcigliandosi i capelli. Indossa un vestitino succinto.
«Sei la ragazza di Leonardo?» Chiede continuando a masticare, quasi rido stizzita.
«No.» Cullo Jack sulle mie gambe.
«Vi ho visti parlare, io sono la costumista, piacere Magda.» Mi porge la mano, intanto il rumore della sua gomma è sempre più insistente.
«Chanel.» Farfuglio appena, non capisco che interesse abbia verso di me.
«Ti do un consiglio, quelli come DiCaprio lasciali perdere.» Sforza un tono amichevole, per fortuna dopo poco arriva Leonardo e mi salva da quella strana conversazione.
«Pensavo.» Esordisce, infilandosi il giubbotto. «Ti va di cenare a casa mia?» Sorride, sembra lo stesso sorriso stronzo e malizioso che mi ha fregato un anno prima. Ma no, stavolta non ci cascherò più, non daremo nessun fratellino a Jack.
«D'accordo.» Accetto e subito dopo me ne pento, ho paura di quest uomo e del fascino che esercita su di me, ho paura perché come dice Jess non è sano tenere il mio segreto costantemente a contatto con chi non deve esserne a conoscenza.
Arriviamo a casa sua, è un villone enorme, le stanze sono tutte ampie e ariose.
«Benvenuta nella mia umile dimora.» Scherza.
«Umile mica tanto.» Mi guardo intorno.
«Sono o non sono DiCaprio?» Ritorna al suo fare da stronzo sbruffone, non mi era mancato per niente.
«Ah, non crescerai mai, hai 40 anni quando attacchi la testa al collo?» Sbuffo premurosa. Premura di cosa? Se vuole crescere o meno, non mi riguarda.
Sistemiamo Jack in stanza, mi fa strada in cucina.
«Saró pure DiCaprio, ma la cena stasera dobbiamo prepararla con le nostre manine.» Mi da un buffetto sulla guancia, mi cinge i fianchi e resta a fissarmi. «Hai lo stesso buon odore di un anno fa.»
Cerco di staccarmi da lui, mi trattiene. «Hai paura?» Mi respira in pieno viso.
«E di cosa?» Il mio respiro è affannato. Sì brutto stronzo, ho paura.
«Di finire come un anno fa.» Continua a soffiarmi le parole in faccia, sento una leggera eccitazione dentro di me, cerco di tenerla a bada.
«Come siamo finiti un anno fa?» Sussurro anche io cosa ho da dire. Ma che faccio? Gioco al suo stesso gioco?
«Non te lo ricordi? Già, mi hai cancellato con ben due uomini, ma io lo ricordo perfettamente Chanel. Il tuo seno sul mio petto, il tuo fiato sulla mia bocca, la tua voglia contro la mia. Io me la ricordo, la tua soddisfazione nelle mie mani. Sì Chanel, me lo ricordo il tormento che mi ha bloccato ad un passo dall'altare, le tue fossette dietro la schiena, il tuo corpo, per una sera mio.» Sembra eccitato al solo ricordo, cerco di allontanare quelle immagini ma non posso negare che muoio dalla voglia di finire di nuovo a letto con lui, come però non posso negare che c'è Jack che è suo figlio e non lo sa, e non deve sapere, perché per Leonardo sarò sempre l'eccitazione di una sera.
Il pianto di Jack fa raffreddare l'aria, mi stacco da Leonardo e corro da mio figlio. Al mio ritorno la tavola è già imbandita.
«La cena è servita.» Mi dice con l'accento alla francese. Mi siedo e cerco un briciolo di orgoglio femminile che mi aiuti a dargli un due di picche, non gli daró soddisfazione alcuna.
«Davvero non ricordi?» Chiede portandosi il bicchiere di vino alle labbra.
«Leonardo, non è stato importante.» Scrollo le spalle.
«Davvero?»
«Avanti, siamo stati entrambi una scopata, l'uno per l'altra.» Ridacchio nervosa.
«Certo certo...» annuisce «ma...»
«Ma cosa?» Lo ammonisco. «Vuoi farlo ancora?» Sbuffo.
«Tu non vorresti?» Si morde il labbro, sta rendendo le cose più difficili.
«Leonardo...» sbuffo ancora, voglio cambiare discorso.
Prima che possa concludere qualsiasi discorso e cena compresa, le sue labbra sono sulle mie. Quanto mi è mancato questo sapore. Dovrei respingerlo, ma non trovo la forza così lo assecondo.
Le sue mani veloci mi scorrono sulla schiena, mi prende in braccio e mi mette a sedere sul tavolo non curante dei piatti ancora pieni di cibo. Continua a baciarmi, intanto si sfila la camicia ma prima che possa continuare, suonano alla porta.
Rimette la camicia, senza chiudersi i bottoni, come uno che sa che liquiderà presto chi è sulla porta e tornerà a fare quello che stava facendo. Va ad aprire, mi sporgo appena verso l'ingresso per curiosare. Una donna gli corre tra le braccia, prima che lui possa parlare gli stampa un bacio.
Riconosco Magda, la donna che mi si era avvicinata il giorno. Mi sento stupida, mi sento vuota e poco donna. Mi sento carne da macello, sono una delle tante che avrà scopato sul tavolo. Mi ricompongo e raggiungo la stanza in cui dorme Jack, lo avvolgo alla meglio nella sua copertina, sto per caricarmelo in braccio, quando Leonardo mi raggiunge.
«Tesoro, che fai?» Chiede, ha la camicia ancora aperta.
«Per stasera le voglie può soddisfattele quella lì.» Prendo Jack in braccio.
«Chanel è solo una pazza, ha preso un capriccio su di me, non so quante volte l'ho allontanata già.» Sbuffa.
«Oh, questo è quello che dirai di me alla prossima? Sai che c'è? Che se proprio devo farmi una scopata vado da un uomo. Ah, quella sera l'ho rimossa dalla mia testa perché è stato uno degli errori peggiori della mia vita.» Raggiungo l'ingresso, vado via.
Lo lascio in casa stordito, stupido com'è, con la camicia aperta e i capelli alla rinfusa. L'unica cosa bella di quella sera, è il figlio che stringo tra le braccia. Sono sempre più convinta del fatto che il mio bambino non ha bisogno di un padre del genere.

𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐮𝐧 𝐮𝐫𝐚𝐠𝐚𝐧𝐨. -𝐋𝐞𝐨𝐧𝐚𝐫𝐝𝐨 𝐃𝐢𝐂𝐚𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐟𝐟Où les histoires vivent. Découvrez maintenant