Provocazioni e tradimenti
Scendemmo entrambi le scale, raggiungendo in silenzio la sala da pranzo. Gli altri erano già tutti al proprio posto, le uniche due sedie vuote erano le nostre.
Papà e Hanna ci squadrarono dall'alto in basso, aspettando spiegazioni. Nel frattempo io mi accomodai accanto a Charlotte e Friedhelm prese posto di fronte a me.
«Che cosa stavate facendo di sopra? La puntualità non deve assolutamente mancare in questa casa!» Urlò mio padre, rabbioso.
Friedhelm mi lanciò una breve occhiata, poi si schiarì la gola, intervenendo al mio posto: «Io e Annelies stavamo solo conversando... Riguardo a Herr Liszt.»
Papà aggrottò la fronte e posò i suoi occhi argentei nei miei, fissandoli. «Riguardo alla punizione?» Domandò.
Annuii distrattamente.
«Annelies deve imparare a rispettare le persone più grandi di lei. Se il professor Liszt ha ritenuto giusto punirla, allora io sono perfettamente d'accordo con lui.» Disse con voce atona.
Ghignai sarcastica, annuendo ancora. «Suvvia, papà. Lasciamo stare questo spiacevole inconveniente. Dedichiamoci al pranzo.»
"Caro papà... il tuo infido e spregevole segreto è stato scoperto. Non l'avrai vinta." Mi ripetevo mentalmente come un mantra.
Mio padre continuava a scrutarmi, ma subito dopo distolsi lo sguardo, sorridendo ironica.
Hanna come al solito osservava tutto in silenzio con i suoi occhi guardinghi. La sua attenzione si spostava maniacalmente da Friedhelm a me.
Mentre stavamo mangiando, parlò anche lei, come al solito sprezzante ed offensiva: «Ride anche, Wilhelm. Tua figlia non fa che peggiorare. Da quando in qua una persona...» calcò, sdegnata, la parola "persona" lanciandomi uno sguardo disgustato, alludendo alla mia religione «quando riceve una punizione, sorride, come se non fosse accaduto nulla?»
Con calma alzai il mio viso, guardandola dritta negli occhi. «Ma che brava, complimenti Hanna. Allora riesci a formulare senza alcun problema una frase decente di senso compiuto.» Le risposi, sorpresa ed incredula.
Charlotte soffocò una risata, mettendosi due mani davanti alla bocca. Friedhelm guardò sua madre, notando i suoi occhi piena d'ira.
«Ma come ti permetti, eh? Stupida ed insolente ragazzina! Wilhelm, non le dici niente?» Sbraitò, rivolgendosi rossa di rabbia a papà.
«Non hai niente da dirle, Annelies?» Proferì quest'ultimo, sbuffando e palesandomi la sua irritazione.
Feci spallucce. «Perché dovrei chiederle scusa? Se non erro è stata proprio lei ad insultarmi. Io civilmente le rispondo a tono.»
«Civilmente? Dio, Wilhelm, mandala in camera sua, non ho voglia di vederla ancora a tavola!» Mi indicò furente.
«Mamma... Smettila.» Si intromise Friedhelm, facendo un gesto esasperato con le mani.
«Stanne fuori, Friedhelm! Ma guardati... ti ha circuito per bene. Le vai dietro come un cagnolino.» Hanna guardò suo figlio, sgridandolo con voce isterica.
Alzai gli occhi al cielo, ridendo.
Una risata sana e liberatoria uscì involontariamente dalla mia gola, facendo girare tutti nella mia direzione.
«Cosa diavolo c'è da ridere, Annelies?» Mi ammonì papà con severità, inalberandosi.
«Siete voi che mi fate ridere... Ma guardatevi, dovreste farvi personalmente un esame di coscienza.» Risposi, indicandoli con le dita.

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Intertwined destinies
Historical FictionBerlino 1942; Annelies Von Falk è una giovane ragazza figlia del Colonnello delle SS Wilhelm Von Falk. Ella è costretta a vivere parte della sua infanzia e adolescenza con un padre dispotico, rigido e scostante che le porterà via le cose a cui tiene...