La rivedrò mai?
Stefan acconsentì a voler ospitare il signor Alesky sino alle prime luci del mattino ed io ne fui sinceramente sollevata.
Nel momento del bisogno, Alesky mi aveva sempre aiutato e non si era mai tirato indietro.
Coraggiosamente, rischiando la propria vita ogni giorno, aveva messo a disposizione la sua piccola automobile per potermi accompagnare alle riunioni della Resistenza.
Sebbene la freddezza e la diffidenza iniziale nei miei confronti e la grande antipatia che provava per tutto il popolo tedesco.
Alesky si era ricreduto poiché gli avevo dimostrato quanta determinazione ci mettessi nel voler provare a cambiare le cose.
Aveva osservato la mia rabbia, quella che mi spronava a non arrendermi, che mi incitava di continuare a combattere e allo stesso tempo, resistere.
Probabilmente, negli occhi delle altre ragazze della mia età che aveva incrociato, non aveva intravisto tutta quella tenacia che caratterizzavano le mie iridi color nocciola.
Lo stupore dipinto sul suo viso da un lato mi gratificava, ma dall'altro, a volte, mi destabilizzava.
Era la mia nazionalità che continuava a non convincerlo?
Oppure, perché, avessi scelto di combattere e - di conseguenza - schierarmi dalla parte opposta?
La curiosità di scoprire il suo pensiero mi spingeva a volerglielo domandare, ma per qualche strano motivo a me ignoto, non riuscivo a trovare il momento più adatto per parlare in privato con lui.
Pretendevo assoluta sincerità dalle persone.
La maggior parte della mia vita l'avevo vissuta mentendo a me stessa e agli altri, fingendo quotidianamente di essere una persona che non fossi, ma quel tempo fatto di menzogne era finito.
Non avevo più paura di dimostrare al mondo chi ero veramente. Non avevo più paura di nascondermi, o di tacere per timore di essere picchiata da mio padre. Non avevo più paura di essere ebrea e di appartenere al popolo più antico della terra.
Se avessi dovuto morire, l'avrei fatto con dignità.
D'ora in poi, avrei accettato qualsiasi cosa il Signore avesse avuto in serbo per me.
La prima vera vittoria, concreta, l'avevo ricevuta contro mio padre. Non aveva vinto lui, no...
Io ero ancora viva e, cosa più importante, ero libera.
Il mio cuore non aveva più catene, non ero più sotto il suo perenne controllo tirannico.
Ero tornata ad essere una persona nel momento in cui i miei piedi avevano toccato il terreno dalla parte opposta di quella casa.
Non aveva vinto lui, aveva vinto la vita.
Durante quella notte, approfittai del silenzio e della tranquillità che emanava la rimessa per leggere e rispondere alla lettera di Friedhelm che Alesky mi aveva consegnato non appena varcato la soglia d'ingresso.
In quel preciso momento venni travolta dalla commozione e diversi brividi intensi percorsero tutto il mio corpo.
Gli occhi mi divennero lucidi e qualche lacrima solcò le mie guance.
Mi precipitai nelle braccia ossute di Alesky e lo ringraziai infinitamente per avermi fatto quel meraviglioso regalo.
Se solo fosse arrivata per tempo, avrei potuto scrivergli i miei auguri di compleanno, ma ormai le lettere dal fronte giungevano a destinazione con un ritardo impressionante.

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Intertwined destinies
Historical FictionBerlino 1942; Annelies Von Falk è una giovane ragazza figlia del Colonnello delle SS Wilhelm Von Falk. Ella è costretta a vivere parte della sua infanzia e adolescenza con un padre dispotico, rigido e scostante che le porterà via le cose a cui tiene...