Capitolo 4

109 19 6
                                    

Fra non molto arriverà il tramonto, il velo nero inizia ad oscurare il cielo, mentre l'azzurro chiaro cala dietro il sole.
È bellissimo.
Mi affretto a salutare Lily e imbocco la strada di casa.
Aaron è un villaggio povero, in continua crescita.
Gli unici paesi o città che sono riusciti a riprendersi economicamente, nonostante gli attacchi, affiancano le terre del Re.
Noi confinanti col Regno del Buio siamo considerati immondizia, posti da evitare per il semplice motivo che ci troviamo in stretta vicinanza con gli stati nemici.
Pensare a Re Stronzositá mi viene da rimettere. Il mio odio è palpabile, no?
Di conseguenza: villaggio povero, case povere, e la mia non è da meno.
Non possediamo un giardino, la nostra casa è costruita nel cuore di Aaron, dove si affaccia la piazza centrale, circondata da qualche negozietti, molti di questi durante la crisi sono stati costretti a chiudere, e altre abitazioni. 
Le vie sono piccole e strette, ci si addentra uno alla volta, ma molto comode per un eventuale incontro amoroso nella sera.
Casa mia appartiene ad una famiglia modesta, ci accontentiamo di quello che ci offre la natura. Forse una persona di alto rango le affiderà il paragone di una topaia, per me è un luogo speciale.
Li sono nata e cresciuta, lì ci sono i ricordi della mia infanzia, lì sono avvenuti i momenti più belli e purtroppo dolorosi che la vita ci ha riservato.
Insomma, casa è uno scrigno di ricordi e pensieri che non consegnerei a nessuno. Figuriamoci ad uno che la chiama topaia. Nel pian terra c'è la cucina, affiancata da un piccolo salotto; salendo le scale si arriva al piano superiore provvisto di un bagno, e due camere da letto, l'una dei miei genitori e l'altra mia ( e di Luca quando era ancora vivo).
Lo stretto indispensabile, ma l'importante è avere un tetto sulla testa, un letto dove poter dormire e riscaldarsi, e un pasto caldo tutti i giorni.
Molti ragazzi prediligono una stanza propria, ma io no: amavo la presenza di Luca, se non c'erano le lamentele ad accompagnarmi per tutto l'arco della giornata,  c'era l'amore e l'affetto.
Ora la mia camera è vuota, scura e triste senza quel giocherrelone dai capelli color fuoco.
Mi avvicino alla riva del fiume, il quale divide Aaron dalla campagna circostante, solo un ponticello collega le due estremità; lo stesso fiume dove ha trovato la morte il licantropo anni fa.
Ora al posto del suo corpo c'è un piccolo avvallamento bagnato dall'acqua.
È come se l'anima dell'animale volesse dirmi che non se ne sarebbe mai andata.
Distratta dai miei pensieri, percepisco solo dopo qualche momento un suono stridulo poco distante da me, avvicinandomi poi distinguo il grido acuto di un uccellino, dal piumato color arancione.
Lo trovo rannicchiato dietro un cespuglio, quando la mia ombra si estende su di lui, i suoi occhi neri mi inquadrano.
Mi inginocchio e lo prendo tra le mani.
Dal suo continuo dimenarsi scopro che ha un ala rotta.
«Non ti muovere, non ti farò male», sussurro.
Gli accarezzo il dorso arancione e lui lentamente si calma.
Gli sollevo con la punta delle dita l'ala sfortunata, dai polpastrelli iniziano ad uscire scintille di luce che vanno a ricoprire l'arto piumato dell'animale.
Non passa molto che l'uccello ritorna a muovere in modo naturale entrambe le ali.
Prima di spiccare il volo, i suoi occhi profondi rimangono a guardarmi riconoscenti.
«Cerca di non cadere più», gli raccomando e lo lascio volare verso il suo nido.
Ricordo un piccolo dettaglio negli anni passati che ho trascorso con Luca: eravamo al fiume e mi disse che una volta lasciata questa terra avrebbe voluto essere un uccellino rosso, come colore dei suoi capelli.
«Cosí posso viaggiare lontano e quando voglio tornerò a casa a vegliare su di voi», aveva aggiunto.
E in un certo senso è come se fosse tornato. Negli occhi dell'uccello ho rivisto quelli profondi di Luca, e il colore delle piume sono identiche alla chioma riccia di lui.
Forse sto sognando troppo, forse non dovrei fantasticare più come una bambina, però nel profondo so che non si è mai allontanato da noi, è sempre rimasto qui.
Ritorno a casa con un sorriso stampato sulle labbra.

****
Buongiorno vampiretti miei !!!
Questo capitolo non è abbastanza lungo, più che altro mi sono concentrata nel descrivere il villaggio natio della protagonista, e la sua casa, i continui ricordi di Luca.
Pearl ama i suoi genitori, vorrebbe fare qualcosa per sua madre, gli manca molto il fratello e ha un istinto materno innato poiché insegna a bambini analfabeti o che hanno iniziato da poco la scuola.
Ma più avanti noterete altre caratteristiche di questa meravigliosa ragazza.
Buona lettura a tutti!!!
Bacioni 💋
Giorgia

THE DEAL Where stories live. Discover now