Capitolo 21

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I passi sonori della balia seguono la fila ordinata di noi ragazze, svolta finché non si trova di fianco all’ultima, e cammina lentamente finché non si trova al centro, davanti ai due reali.
Qui si inchina silenziosamente, restando in silenzio per vari secondi, si rialza ed incomincia a parlare.
«Vostre Maestà, ho il permesso di presentare Loro con immensa gioia le future candidate al corteggiamento del futuro erede al trono, il Principe Daimond?», chiese, in un atto adorante.
«Prego», le permise Titanium.
Non riesco a vedere le mosse poiché sono rivolta al pavimento freddo della stanza, ma posso immaginare la mossa leggera della mano diafana di quest’ultimo.
La vecchia si allontana dal posto e avanza verso la prima a sinistra, nonché Sasha.
«Sasha Brave, nata a Saldo, piccola città, il suo potere è quello di costruire e saper maneggiare armi da guerra»
Sento Sasha alzarsi. «Vostra maestà», sussurra lei, la sua voce è agitata.
Riesco a sentirne il suo tremolio, nonostante mi trovo abbastanza lontana da lei.
«Benvenuta Lady Sasha», la voce annoiata di Daimond mi crea dentro paura.
Che cosa dirà a me? Cosa devo fare?
All’improvviso dimentico perfino come ci si alza.
La Grande Signora procede la sua selezione fino ad arrivare alla ragazza al mio fianco.
Lei è timida, e il sovrano dovette chiederle cortesemente di alzare la voce più di tre volte, nonostante mascherasse l’impazienza, quando le chiese l’età.
Rimango spiazzata quando scopro la stessa età di Isadora, difatti la sua altezza arriva fino alla mia spalla, e gli davo si e no sedici anni.
E comprendo così la timidezza della bambina.
Dopo tre secondi, la donna anziana mi copre per metà il corpo col suo vestiario scuro.
«Pearl Howard, nata ad Aaron, paesino situato tra i confini del Regno della Luce, il suo potere è il più prestigioso di tutto. Essa, infatti, possiede il potere della vita, capace di curare perfino gli ammalati»
Quando la signora fece il mio nome, la Sala si riempie subito del vociare fastidio dei presenti, tanto che Titanium è costretto ad ordinare silenzio.
Ora tocca a me.
Le gambe sembrano incollate al terreno. Con incertezza e un po’ imbronciata, riesco a sollevarmi da terra. Il tum tum del cuore è l’unico rumore udibile in questa silenziosa sala.
Stando attenta a non alzare lo sguardo verso i reali, nuovamente mi inchino, ciò mi costa quasi una slogatura alla caviglia poiché ho spostato goffamente il peso su una gamba.
Fortunatamente per me, riesco a mantenermi in equilibrio, evitando un possibile evento imbarazzante. Non avrei sopportato gli sguardi divertiti di tutti, nonché dello stesso Principe.
«Vostre Altezze», dico, lasciando per un secondo da parte l’agitazione.
«Quindi sei tu la famosa ragazza che ha cercato di far colpo su mio figlio», scherza il Re, ed immediatamente la sua fragorosa risata viene accompagnata dal resto della folla dietro di noi.
Mi sento piccola, rossa dalla vergogna e piena di rabbia per aver permesso senza pietà di lasciarmi deridere in questo modo.
«È il mio compito Vostra Maestà, di sicuro troverò tanti altri modi per portare a termine quello che ho iniziato», aggiungo io, lasciandolo stizzito.
«Oh, noto con piacere che non ti lasci scoraggiare da qualche battuta. Perdonami, mia cara, a volte non sono molto prudente con le parole»
Annuisco, incapace di consolarlo poiché non trovo perdonabile quello che mi ha fatto.
«Devi stare attento, figliolo, questa ragazza è temeraria, è capace di metterti al  a tappeto con uno schiocco di dita», aggiunge il Re al figlio prediletto.
Lui sogghigna divertito. «Non ho mai perso una guerra, non mi farò sottomettere nemmeno da una ragazza»
Io sono rimasta in silenzio, confusa sul perché ancora non mi hanno lasciato ritornare al mio posto.
Poi qualcuno si alza dal trono, avanza e le scarpe lucidate di Diamond si avvicinano ai miei piedi.
«Alzati», mi ordina.
Io raddrizzo la schiena e finalmente ritorno in posizione eretta. Lui mi solleva il mento con le dita, costringendomi a guardarlo, e i miei occhi ritrovano i suoi.
Quei occhi tanto odiati, ma dai quali sentivo una sincera mancanza nei due giorni passati.
Il ghiaccio freddo delle sue iridi si scontra con l’acqua agitata delle mie,  creando così una tempesta di emozioni contrastanti.
Sembravano da quando non l’avevo visto eppure sono passate solo 48 ore. Così poco ma anche così tanto.
Il suo viso perfetto, familiare, e bellissimo ritorna a dominare la mia mente, e il suo sorriso dolce e preciso mi scioglie la tensione. È un momento in cui mi sento sollevata e tranquilla, mi sento al sicuro.
«Sono contento che sei sopravvissuta a questi giorni di viaggio. Benvenuta alla tua nuova casa»
Silenziosamente, inchino appena il capo. «Grazie, Vostra Maestà», aggiungo.
«E fai la brava, non costringermi a diventare cattivo con te»
Annuisco. I suoi occhi mi hanno letteralmente rubato la lingua, a stento riesco a capire quello che ho appena detto.
Lui mi guarda dalla testa a piedi, finché il suo guardo non si possa sulla zona più esposta del vestito.
Divento rossa, desidero sotterrarmi in questo momento. D’istinto chiudo le gambe appena aperte e guardo oltre il vampiro, studiando il braccio destro del trono vuoto.
Lui sembra capire il mio disagio e finalmente giro i tacchi e ritorna a sedersi.
Io ritorno inginocchiata a terra per far uscire tutta l’agitazione in un unico sospiro.
Dopo di me è il turno di Isadora. Fa i miei stessi movimenti appena si alza e ringrazia il Re di essere stata accolta così meravigliosamente in questo splendido castello. Il Re rimane compiaciuto dagli elogi della bambina e le permette di ritornare al suo posto dopo quattro secondi.
Ariel viene dopo di lei, la sua presentazione appare precisa e cristallina, la sua gioia fa illuminare gli occhi del Re, e in un minuto scoppia a ridere ad una battuta della ragazza che però io non sono riuscita a cogliere.
L’ultima della classifica è Penélope, la ragazza dai boccoli biondi, dal viso e corpo perfetto, con la quale mi ero scontrata una volta durante una sosta al treno.
E anche quel giorno l’intera situazione non tradiva la sua spietata bellezza.
Il suo corpo è snello, i seni prosperosi fuoriescono dal vestito, a malapena sembra contenerli, un fondoschiena tonico e muscoloso, e i capelli biondi fino alla schiena, risaltano ancora di più il suo fisico da dea. In questo giorno indossa un vestito attillato, lungo fino al pavimento. La stoffa è rosso sangue, ricoperta di brillanti dello stesso colore.
Ovvio, come può una ragazza come lei essere ancora vergine? Non ho dubbi che con il suo fisico abbia fatto una strage di cuori.
Al solo guardarla provo una forte invidi e gelosia. Chi non vorrebbe essere come lei?
«Penélope Cruz, proviene da Besitz, ha un potere disarmante, e cioè far innamorare o lasciarsi innamorare a suo piacimento»
Ecco spiegato il motivo della strage di cuori.
Non è un potere il suo, ma una maledizione. A questo punto, sarà tanto facile per lei lasciare che il principe cada ai suoi piedi.
Mi gioco le mie venti dita che il giorno dopo saremmo tutte spedite a casa. E un parte di me lo spera.
«Devo dire che si tratta di un potere interessante, appartenente da un altrettanto interessante ragazza», aggiunge Titanium, lasciandomi interdetta quando la sua voce è piena di fastidio.
Per una volta, io e il Re, su questa cosa, potremmo andare d’accordo.
Tutto questo viene visto in modo totalmente diverso dal figlio che, suppongo, stia mangiando la ragazza con gli occhi, escogitando vari metodi come invitarla in camera da letto.
Reprimo l’impulso di lanciargli un pugno in faccia.
Penélope si inchina e poi ritorna al suo posto, senza aver fiatato, senza complimentarsi col Re o col Principe.
Che comportamento sfacciato, altro che io.
La presentazione termina con applausi di ringraziamento, la gente si sparpaglia e anche noi ci alziamo dal posto.
I primi occhi che incontro sono quelli di Jude. «Presentazione impeccabile, complimenti», dice lui.
«Grazie, Jude», ringrazia la mia amica, mentre io mi limito ad annuire.
«Ho come il timore che la nostra Pearl avrà una nemica»
Guardo il demone confusa, mi giro verso Ariel per trovare una risposta che non sembra arrivare e poi ritorno a guardare il mio amico.
«Che cosa stai dicendo?», chiedo.
«La ragazza in rosso, sembra la prima e prelibata preda del principe»
Storcio il naso schifata, guardandolo storto. «Facessero quello che gli pare, tutti e due a me non mi interessa», ribatto.
«Mi deludi, Jude, pensavo fossi dalla nostra parte», aggiunge aspra Ariel, incrociando le braccia al petto, chiaramente offesa.
«Io non nego che siete le più adatte come ruolo di Regine, poiché rispecchiate entrambe l’essenza pura e combattiva della futura sposa del Re. Però non nego che Penélope rispecchia la tentazione di ogni uomo…»
Io e Ariel rimaniamo a bocca aperta, davanti a lui sembriamo due pesci che boccheggiano aria.
«Non ci posso credere!», esplode Ariel, muovendo le braccia. «Voi uomini siete tutti uguali, preferite le ragazze pure ma quando vi si presentano una gatta morta difronte non vedete l’ora di portarvela al letto»
Jude la guarda confuso. «E con ciò? È la natura di tutti gli uomini, calmare le loro voglie carnali»
Un altro schiaffo. «Jude, mi sei cascato proprio. Davvero trovi interessante Penélope? È troppo orgogliosa, e non gioca ad armi pari, se questo lo vogliamo considerare un gioco»
«Qui ognuno gioca con quello di cui più bello possiede, e voi avete il dono di essere vere donne. Dovete conquistare il Principe con la vostra personalità, e vedrete che vi apprezzerà»
«E Penélope cos’ha di tanto speciale con cui potrebbe conquistare il Principe e lo stesso Jude?...», fa la mia amica, trattando una posizione pensante. «Ah, già! La vagina!», sputa subito dopo lei.
Io e Jude rimaniamo pietrificati dal duo comportamento, non l’avevo mai vista così arrabbiata. Oserei dire anche….. gelosa.
«Ariel…calmati», cerco di dire io, appoggiando una mano sulla sua spalla.
Ma i suoi muscoli rimangono rigidi e il suo sguardo è glaciale come quello di un iceberg.
«Dai retta alla tua amica. Non c’è bisogno di arrabbiarsi se una persona ha opinioni diverse dalle tue», aggiunge Jude, questa volta distaccato tanto quanto lei.
Vedo gli occhi di lei farsi due fessure, poi con uno scatto allontana la spalla dalla mia mano e mi guarda. «Scusa, tesoro, vado un attimo ha prendere una boccata d’aria. Non voglio stare in compagnia con persone dove il pudore o l’amore non sta di casa», aggiunge, per poi avviarsi verso l’uscita.
La guardiamo svoltare l’angolo, rimango in silenzio, sorpresa.
Ancora di più quando Jude sospira rassegnato e mi guarda per l’ultima volta. «Scusami, vado a recuperare la tua amica. Non sia mai che un mostro decide di attaccarla e il Principe non me lo perdonerà mai se non arrivo in tempo», mi afferra agitato una mano e, inchinandosi, ne bacia il dorso.
«Col suo permesso, Lady Pearl?», chiese.
Io annuisco permettendogli di andare, guardo anche lui scomparire tra la folla, consapevole che è la necessità di salvarla che lo ha portato a seguirla, ma il fatto che vuole parlarle in privato per chiedere scusa.
Mi ritrovo sola, in mezzo a tanta gente sconosciuta.
Intimorita, cerco di trovare al più presto Isadora, ma non appena vero Sasha che le impara a maneggiare un piccolo arco, decido di non disturbare.
Ritorno alla Sala da Ballo, dove una musica gioiosa padroneggia l’intero perimetro della stanza.
Mi avvicino a una delle finestre che coronano la parte ovest della Sala, e mi limito a guardare il paesaggio circostante.
Fuori il cielo è azzurro, sembra che qualcuno lo abbia pitturato con il pastello, talmente è chiaro, anche se ci troviamo in una zona in ombra.
Guardando in alto, i miei pensieri vanno a casa mia, per l’ennesima volta mi chiedo come stanno i miei genitori, se lo spirito di Luca veglia costantemente su di loro.
Ritorno ad immaginarmi tra le vie di Aaron, aggrappata ad un ramo di un albero per poi lasciarmi dondolare, le passeggiate insieme a Lily e le rare visite che facevo a mio padre quando lavorava.
Lo immagino così intensamente che mi parve reale perfino il sorriso dei miei genitori che mi stanno guardando felici, mentre nella realtà qualcuno si stava schiarendo la gola, alle mie spalle.
«Lady Pearl?»
Trattengo un grido, quando la pressione di una mano diafana mi congela la spalla.
Mi giro a mia volta, rimango sopraffatta dalla presenza del Sovrano.
Re Titanium, in pietra e ossa, davanti a me, col più bello dei sorrisi.
Deglutisco. «Vostra Maestà….», balbetto, facendo il secondo goffo inchino di quella giornata.
«La vostra presenza mi lascia senza parole. Non mi aspettavo che il Grande Re si prestasse in chiacchiere con una ragazza goffa quale sono», aggiungo.
Il suo sorriso si allarga. «Lady Pearl, se sono venuto qui è per sapere come state. Vi vedo molto distante a quello che si sta svolgendo in questa Sala», allarga le braccia verso la stanza, sottolineandone la grandezza e lo sfarzo.
«Tutto ciò che accade oggi mi riempie il cuore di gioia, il benvenuto che ci avete donato non potrà mai essere paragonato ad altri, e per questo ve ne sarò riconoscente a vita.
Ma, sì, Vostra Altezza, volevo concedermi un po’ di tempo per pensare alla mia famiglia.»
«Avete ricevuto notizie da casa?»
«Certo, ho spedito varie lettere alla mia famiglia e me ne sono arrivate altrettante con le loro risposte»
«Ma vi gioirà di più se la loro presenza non sia solo scritta in un foglio, ma divenisse anche fisica»
«Vostra Maestà è molto comprensivo», aggiungo, compiaciuta di aver compreso il mio pensiero.
«Non le do torto, Lady Pearl, riesco a capire come vi sentite. Accadde lo stesso con me alla morte di mia moglie, solo Dio sa quanto desidero la sua presenza anche in questo momento»
«La Regina Martha?»
Il suo viso seppur perennemente annoiato, tradiva un velo di sofferenza. «Morta molto tempo fa, ma mi ricordo quella notte come se fosse accaduto ieri»
«Anch’io perdetti una persona cara, qualche anno fa»
«E potrei sapere chi?»
«Certo. Mio fratello, si chiamava Luca. È morto assassinato al suo ottavo compleanno»
Notai un movimento impercettibile dei suoi occhi, i quali si allargarono per una fra di secondo, mentre il suo viso mostrava il rimorso e la tristezza di quello che entrambi ci stavamo confidando.
Poi il Re fa qualcosa che mi lasci spiazzata, qualcosa che di sicuro non credevo fosse nella sua natura.
Sì avvicina a me, e col fare paterno posa le mani sulle mie spalle. Un attimo dopo mi trovo contro il suo dorso, completamente abbracciata.
Mi lasciò trasportare, seppur abbastanza spaventata, da quell’abbraccio per me insensato, ma che da parte sua racchiude tutto l’amore di un padre di cui Diamond si rifiuta di ricevere.
Ci troviamo dietro una parete, quindi nessuno può vederci, siamo solo io, lui è la nostra importante prima conversazione privata.
«Penso che quindi sia vero quello che dicono: sono le persone più buone, quelle che se ne vanno»
Mi scosto dal suo abbraccio e nascondo da un lato il viso per impedire che il Re mi veda piangere.
«La prego, Maestà», lo supplico, soffocando un singhiozzo.
Lui comprende nuovamente. «Hai ragione, mia cara. Perdonami, sono stato nuovamente imprudente»
Avvicina la mano al mio viso e io istintivamente mi scosto.
«Non sono così cattivo come tutti dicono»
Rimango stizzita, incapace se ribattere o meno. Abbasso imbarazzata lo sguardo e lascio che le dita lunghe del Re prendano la lacrima sulla mia guancia.
La guarda, sembra studiarla, poi lascia che si assorba tra il polpastrello bianco.
«Assomigliate molto a lei…», sussurra tra se. Ma io riesco a sentirlo.
Lui si rianima e dal vampiro pensieroso ritorna il Re sorridente di prima.
Mi tende la mano.
«Lady Pearl, lasciamo che la tristezza scivoli via dai nostri passi con un ballo»
Non posso rifiutare, poiché lui è il Re, quindi gli permetto di condurmi in silenzio al centro del salone, dove ora le coppie di sono inchinare al cospetto del Sovrano.
Quest’ultimo chiede all’orchestra di suonare una musica più romantica; quando la musica inizia la sua melodia, anche noi incominciamo a danzare al suo ritmo lento e dolce, mentre l’intera folla si era radunata a cerchio intorno alla stanza.

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Buonasera miei vampiretti!!!!
Il Re Titanium sembra essere un sovrano molto comprensivo, eppure a Pearl qualcosa la turba.....
Spero il capitolo vi piaccia!
Buona lettura vampiretti ❤
Giorgia.

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