2. Che emozione e cosa cazzo sta succedendo?!

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Mi accorgo di essermi addormentata solo quando mi sveglio, raddrizzando la testa dalla spalla di mio padre. Mi stropiccio gli occhi e mi guardo intorno, notando che gli altri sono impegnati ad ascoltare musica o chiacchierare.

"Ah, sei sveglia." constata mio padre accanto a me, "stavo giusto per svegliarti, siamo quasi arrivati." mi dice dolcemente. Mi limito ad annuire, guardando il bellissimo spettacolo che mi si presenta fuori dal finestrino. Roma è una bellissima città, nonostante io non abbia mai avuto l'occasione di visitarla tutta. Sorrido al pensiero che ora lo potrò finalmente fare quando voglio.

"Signore e signori. Volevo avvisare i gentili viaggiatori che la destinazione è stata raggiunta. Pertanto, vi invito a slacciarvi le cinture e uscire ordinatamente dal pullman. Grazie per l'attenzione," termina il simpatico calciatore bosniaco, il numero cinque di questa bellissima squadra.

"Veh Pjanic, lo sai che sembri quasi italiano?" grido per farmi sentire dalla testa del pullman. Tutti scoppiano in una grassissima risata, compreso mio padre, da cui mi guadagno un bel cinque.
Pjanic è una persona dolcissima e vivace, è un po' come un secondo padre per me.

"Senti chi parla!" ribatte lui prontamente, facendomi l'occhiolino, per poi scendere dal pullman e scomparire temporaneamente dalla mia vista. Ridacchio e scuoto la testa. Ci sarà da divertirsi.

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"Oh mio Dio!" è l'unico commento che riesco a fare quando realizzo che l'hotel a cinque stelle che mi si è presentato davanti è tutto per noi.
La struttura era ampissima, dotata di campo da tennis, piscina, sala da biliardo, sala cinema, sala da pranzo, teatro, sala per le serate importanti e campo da calcio.

"Beh allora, piccola Buffon? Sei felice?" mi affianca Sami, anche lui un ragazzo molto dolce e altruista. Annuisco con entusiasmo e lui mi scompiglia i capelli.
Che emozione, l'inizio di questo nuovo capitolo della mia vita mi entusiasma parecchio e quasi mi dimentico dei problemi che ho lasciato a Milano.

"Ma, Capitano?!" dice con aria interrogativa Sami, attirando l'attenzione di mio padre. "Che fine hanno fatto Dybala e Bernardeschi?"
Domanda interessante, pensai. Mi ero completamente dimenticata che mancassero due componenti della squadra. Sono curiosa di conoscerli e di complimentarmi con loro. Peccato non ci sia più Dani Alves, ho sempre amato il duo tra lui e Dybala. Con Dani come assist, il gol era assicurato.

"Paulo e Federico hanno avuto un contrattempo e ci raggiungeranno in giornata, suppongo," fa spallucce mio padre e sia io che Sami annuiamo.

"Allora ragazzi," grida il mister per farsi sentire da tutti. "tra due ore dobbiamo andare allo stadio ad allenarci, quindi fino ad allora siete liberi di fare ciò che volete. Mi raccomando solo di essere puntuali," calca l'ultima parola, guardandomi. Fischietto e faccio finta di guardare altrove, ma lui mi sorride e io faccio lo stesso.

"Vuoi mangiare qualcosa?" mi chiede mio papà, affiancandomi, mentre la squadra si divide in diverse stanze.

"No papà, preferisco andare a riposarmi un po', sono un po' stanca." gli sorrido e lui annuisce. Saluto gli altri ragazzi, o meglio, parte degli altri ragazzi e vado nella mia stanza.

È enorme: c'è una gigantesca vetrata che dà sul balcone, dotato di vasca idromassaggio e una vista mozzafiato.
Sorrido a me stessa e chiudo le tende per avere un po' di buio e poter dormire meglio.
Mi tolgo le scarpe ed il vestito che avevo deciso di indossare quel giorno e tiro fuori dalla valigia un paio di shorts e una canotta leggera e li indosso. Mi sento già meglio, ripeto a me stessa legando i miei capelli in una coda alta.
Soddisfatta mi butto, letteralmente, sul letto. È talmente comodo che dopo pochi minuti cado belle braccia di Morfeo.

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Paulo's POV

"Grazie Berna per il passaggio, non so come avrei fatto se non ci fossi stato tu," ringrazio il mio amico nonché collega quando scendo dalla sua bella decappottabile, prendendo velocemente la mia valigia.

"Non devi neanche dirlo," mi sorride, facendomi l'occhiolino. Mentre cammino noto il pullman della Juventus vicino all'entrata del bellissimo hotel che il mister ha scelto per noi.

Appena entriamo, la receptionist ci saluta calorosamente e le sorrido, notando il suo leggero imbarazzo.

"I vostri colleghi sono nelle varie stanze di cui dispone il nostro hotel e, ehm," si interrompe per un attimo, fissandomi. Aggrotto le sopracciglia e guardo il collega accanto a me, con uno sguardo perplesso. "S-si, ad ogni modo qui ci sono le chiavi magnetiche delle vostre stanze, siete liberi di andare dove volete." finisce il discorso cortesemente e io annuisco, ringraziandola.
Prendo la mia chiave e leggo il numero della camera: 10. Quasi quasi mi metto a ridere per la coincidenza.

"Io mi cambio e poi vado in piscina, tu vieni con me?" mi chiede Berna con una pacca sulla spalla.

"Credo che andrò a riposarmi un po', sono stanchissimo," dico facendo spallucce. "puoi avvisare il mister da parte mia?"

"Fatto tardi ieri sera eh?" ammicca il mio collega accanto a me con un sorriso malizioso, alzo gli occhi al cielo e mi limito ad un "ciao Berna" prima di salire le scale e cercare la mia stanza.

Non mi è difficile trovarla visto che è una delle prime, perciò infilo la chiave magnetica nell'entrata e la porta si apre automaticamente davanti a me.
Tiro un sospiro di sollievo per il pensiero di poter finalmente dormire un po'.
Trascino la mia valigia dietro di me e chiudo la porta. Noto che la stanza è completamente buia poiché le tende non sono tirate, ma non me ne preoccupo perché per dormire l'avrei fatto io successivamente.
Facendomi luce col cellulare, appoggio elegantemente la valigia a terra, togliendomi poi scarpe e maglietta.

Il letto è al centro della stanza e non faccio fatica a trovarlo neanche al buio; appena sento il morbido mi sdraio e sospiro. I miei muscoli si rilassano non appena il mio corpo tocca il materasso sotto di me.
Chiudo gli occhi e mi sistemo comodamente nel letto, come sono solito fare a casa.
Dopo qualche minuto sento dei mugoli accanto a me e spalanco gli occhi immediatamente.

"Nggrrr," mugola qualcuno, prima di avvolgere le sue braccia attorno a me e trascinarmi più vicino.
Che cazzo sta succedendo? 

Despacito. || Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora