16. Dimmelo in spagnolo e possiamo parlare?

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Alla fine Paulo mi lascia la maglia e, dato che con me ho solo il vestito, mi dà anche dei jeans che suppongo siano di Antonella. Non voglio entrare nell'argomento quindi non glielo chiedo.
Mi entrano perfettamente e ne sono contenta, Paulo concorda con me.
Cerco di non pensare al perché i jeans di Antonella siano a casa Dybala e mi infilo i tacchi di ieri sera. Non sono tanto alti quindi va bene così. Tutto sommato mi piaccio, soprattutto per la maglia di Paulo. Profuma di lui e ciò mi fa sorridere.

Io e Dybala decidiamo di andare a fare colazione fuori, anche se ormai è quasi ora di pranzo.
Non abbiamo ancora chiarito del tutto, ma onestamente nessuno dei due ha voglia di litigare ancora, voglio solo passare del tempo con lui in tranquillità.
Dopo essere scesi dalla macchina decidiamo di fare due passi per le vie, nonostante i miei piedi chiedano già pietà.

"Non posso credere che io sia uscita di casa struccata," ribadisco per l'ennesima volta, coprendomi il viso con le mani mentre continuiamo a camminare.
Riesco comunque a vedere Paulo alzare gli occhi al cielo e ridacchio.

"Sei bellissima lo stesso, te l'ho detto cento volte, in che lingua te lo devo dire?" mi dice teneramente e le mie guance si riscaldano.

"Dimmelo in spagnolo," replico, spostandomi una ciocca di capelli da davanti agli occhi.

"Tu eres la más linda del mundo." risponde prontamente il ragazzo argentino accanto a me. Il suo accento mi fa letteralmente impazzire, ci manca poco perché mi sciolga sul posto.

"Dimmi qualcos'altro in spagnolo." dico, non potendo trattenere la mia curiosità.

"Mh... tu eres la cosa más maravillosa que me ha pasado*." dice Paulo velocemente, non riesco a capire una parola.

"Che cosa vuol dire?" chiedo, aggrottando le sopracciglia.

"Che sei molto fastidiosa." ridacchia, ed io gli tiro scherzosamente uno schiaffo sul braccio, mentre mi porta un braccio sulle spalle.
____

Facciamo colazione in un bellissimo bar, ed ovviamente Paulo non mi fa neanche mettere mano al portafoglio. Alzo gli occhi al cielo e offro almeno di pagare il cappuccino, ma non c'è proprio verso. Come parlare ad un muro.

Sembriamo due bambini dell'asilo mentre mangiamo, ridiamo come matti e ci divertiamo tantissimo.
Paulo si sporca con la schiuma del cappuccino e io scoppio a ridere, consapevole di avere lo sguardo di tutti addosso. Onestamente non mi importa, continuo a scherzare con il ragazzo argentino davanti a me e gli tolgo la schiuma dalle labbra, portandola poi alle mie.

Lo sguardo di tutte le ragazze presenti nel bar è su Paulo ed io me ne accorgo subito.
Lui, però, sembra non accorgersene e continua a consumare la sua colazione in tranquillità. Mi piace pensare che i suoi occhi siano interessati solo a me, ma ne dubito.
Ha occhi troppo grandi per guardare solo me.

"Vieni a vedere la partita domani?" mi chiede Paulo, addentando il suo cornetto.

Distolgo lo sguardo dalle arpie intorno a noi e mi concentro su Dybala, che a quanto pare non riesce proprio a mangiare senza sporcarsi. È talmente dolce che non posso fare a meno di sorridere ampiamente.

Gli tolgo nuovamente la cioccolata dalle labbra con le dita mentre annuisco. Pulisco il mio indice con la lingua e ridacchio.

"Grazie." mi sorride ed io faccio lo stesso.

"Figurati." rispondo dolcemente, finendo poi il mio cappuccino.

Despacito. || Paulo DybalaOnde as histórias ganham vida. Descobre agora