10. Fai piano e a me piaci tu.

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Io e il numero 10 ci baciamo per quella che sembra un'eternità, anche se i nostri corpi chiedevano decisamente di più.
Non voglio correre, è già successo tutto molto velocemente. Mi sembra ieri che io e Paulo ci siamo visti per la prima volta, e già ci ritroviamo in atti non molto casti.
Ad ogni modo, faccio per alzarmi dal suo corpo ma non riesco poiché lui mi tiene ancorata al suo addome, tenendo le mani ben salde sul retro delle mie cosce.

"Avevamo stabilito questo incontro per parlare, non per fare altro," gli ricordo, con il capo ancora appoggiato al suo petto.

Sto così bene, sento il battito del suo cuore e lui mi accarezza dolcemente, è tutto troppo perfetto.

"In realtà, non avevo proprio accennato a ciò che avremmo fatto. Ti ho solo chiesto di venire qua." afferma ed ha ragione. Riesce sempre a rigirare la frittata in qualche modo, è dannatamente fastidioso.

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. Mi arrendo e mi metto comoda su di lui, sedendomi sulle sue gambe.
Impiego un po' per trovare una posizione comoda poiché non è che le sue gambe siano morbide come cuscini.

"Cazzo, fai piano, Lena." impreca Paulo.

"Ti ho fatto male?" chiedo, quando trovo finalmente la posizione giusta.

"No, in realtà hai fatto l'opposto di farmi male." impiego un po' per capire a cosa si riferisce, ma poi realizzo di essermi seduta esattamente sul suo bacino.

"Oh," sento le guance riscaldarsi e lui ridacchia, anche se non so cosa ci sia di divertente. Butto tutte e due le mie mani a coprirmi il viso, scuotendo la testa.

Il ragazzo argentino mi toglie le mani dal viso, ma io mi volto per non guardarlo in faccia. Riesco a percepire che sta sorridendo, e glielo vorrei tanto baciare quel sorriso.
La sua casa è veramente grande lussuosa, quasi più di casa mia. Ci vorrebbe un gatto, o un animale da compagnia. Me lo immagino steso sul divano con il gatto sdraiato a pallina sulla sua pancia e rido da sola come una cretina, pensando che Paulo probabilmente mi sta prendendo per pazza.

"Cos'hai da ridere? Scema," il suo accento argentino mi fa impazzire. Mi prende il viso tra le mani per costringermi a guardarlo ma io scuoto il capo, non gli dirò mai i miei pensieri strani.

"Pensavo che non so neanche come siamo arrivati a questo punto," mento, nonostante questo sia stato realmente un pensiero frequente.

"È solo successo, non importa come." sorride, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Sorrido anche io e mi sembra tutto troppo bello per essere vero.

Ho quasi paura di porgli la domanda che tanto mi tormenta, perché molto spesso fa allontanare tanti ragazzi. Spaventa un po' tutti, anche a me se devo essere onesta, però è necessaria per il bene di tutti e due.

"Quindi ora cosa siamo?" dico in un sussurro dopo minuti di silenzio. Non ho il coraggio di guardarlo negli occhi, mi concentro sulla sua maglietta nera, bellissima maglietta nera.

Paulo sospira, prendendosi qualche minuto per pensare. Il mio cuore batte all'impazzata.

"Siamo due ragazzi che si stanno conoscendo per vedere se sono realmente così affini come sembra all'apparenza," replica, sorprendendomi.
Non mi aspettavo chissà cosa, anzi. Questa risposta mi tranquillizza parecchio, perché è ciò che voglio anch'io.

"Wow, Dybala. Sai parlare italiano meglio di me, mi congratulo." scherzo, ottenendo una grassa risata da parte sua.

"Ti ringrazio piccola Buffon, non a caso ci ho messo un po' per rispondere." dice, facendomi l'occhiolino. Ridacchio e lo guardo finalmente negli occhi.

Mi prendo qualche minuto per osservare il colore perfetto dei suoi occhi, di cui mi innamoro profondamente. Ho sempre amato il verde, sin da bambina. Gli occhi verdi sono stati sempre i miei preferiti, perché i marroni sono la maggioranza, gli azzurri sono sopravvalutati. Ma quelli verdi, quelli verdi sono speciali. Sono speranza, e nella speranza io vedo l'amore, la felicità.

"Mi piacciono i tuoi occhi," ammetto, risvegliandomi da uno stato di trance. Gli accarezzo delicatamente il viso, beandomi della sensazione della sua pelle a contatto con la mia.

"A me piaci tu." dice ed il mio cuore perde un battito.
Mi mordo il labbro e abbasso lo sguardo, sentendo nuovamente le mie guance riscaldarsi. Nonostante abbia sentito centinaia di volte questa frase, fa comunque un certo effetto sentirla dire di nuovo, soprattutto da lui.

"Mi farai impazzire, Dybala."

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Spazio autrice:

il capitolo è corto, chiedo venia. Spero vi piaccia ugualmente, fatemi sapere cosa ne pensate, xx

Despacito. || Paulo DybalaWhere stories live. Discover now