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Erano quasi le quattro di pomeriggio e Seokjin stava pazientemente aspettando l'arrivo di Namjoon dentro casa.
No, non molto pazientemente.
Continuava a fare su e giù per le scale con il telefono in mano, fermandosi per guardare l'ora sullo schermo e ritornando poi a camminare.

Il suono del campanello lo fece immobilizzare all'istante.
Andò poi velocemente allo specchio dell'ingresso, si sistemò i capelli, si infilò la giacca, fece un sorriso al suo riflesso ed uscì di casa.

La prima cosa che pensò una volta fuori fu Wow, perché non si veste così anche a scuola?
Namjoon aveva addosso una giacca di pelle nera con sotto una camicia attillata, nera. Anche i jeans erano neri, strappati sulle ginocchia e aveva degli anfibi che completavano perfettamente il 'look da bad boy'.
Jin lo guardò come si guarda una ragazza in bikini che esce dall'acqua e si passa le mani tra i capelli.

-Ciao Jin-
Jin dovette deglutire prima di rispondere.
-Ciao joonie-
-Ho in mente un posto, possiamo fare merenda se vuoi-
-si si certo, andiamo-

Namjoon non aveva la minima idea di che stava facendo. Quel ragazzo gli faceva provare troppe sensazioni tutte insieme e finiva per non capirci più nulla. Quella felpa è stupenda. Come fa ad avere dei capelli così perfetti? Okay quegli occhiali mi hanno steso. Perché non li mette sempre? sta benissimo oddio.

Namjoon pensò che forse avrebbe dovuto smetterla perché sembrava una ragazzina alla sua prima cotta e lui non aveva una cotta dalla seconda elementare. Si era un po' arreso al fatto di innamorarsi ma quel ragazzo gli faceva rivoltare lo stomaco al suo solo pensiero.

Namjoon aveva deciso di portarlo al luna park, dove di sicuro non si sarebbero annoiati e dove sperava di fare conversazione.

-Quanto è distante?- chiese subito Jin.
-Saranno dieci minuti-
Si incamminarono in silenzio.
Erano entrambi in imbarazzo, e Jin decise di fare qualcosa.

-Beh, Jonnie, parlami di te-
Il ragazzo lo guardò interrogativo.
-Nel senso, cosa fai nella vita, i tuoi amici, tu... non so-
-Allora... Mi chiamo Kim Namjoon...-
-Anche tu sei un Kim?-
-Si. Anche tu?-
-Sí. Non è che siamo parenti, vero?-
A Namjoon dopo quella affermazione venne in mente la parola INCESTO.

-Non lo so, ma non penso-
-Continua, Kim-
-Ehm... Il mio migliore amico yoongi lo hai incontrato l'altro giorno... A parte lui non ho molti amici. C'è Hobi, ma non ci parlo più spesso-
-Che è successo?-
-Abbiamo litigato per una ragazza- ma la verità era: abbiamo litigato perché ho scopato la sua tipa e dopo ho scoperto di essere gay, lui si è arrabbiato per entrambe le cose.

-continua-
-Mi chiamo Kim Namjoon, ho 17 anni, 18 tra un paio di settimane, vado a scuola e lavoro nei weekend-
-Che lavoro fai?-
-Gestisco un locale. Non sono il proprietario, ma io faccio tutte le cose democratiche-
-E sarebbero?-
-Beh, tipo gli ordini per le bibite, la scelta del servizio di pulizia e robe così-
-La tua famiglia invece-
Namjoon sapeva che glielo avrebbe chiesto, ma non ne aveva paura.
Si sentiva come se potesse dire qualsiasi cosa a quel ragazzo.

-Vuoi saperlo davvero?- Jin fece di sì con la testa e Namjoon sospirò.

-Mia mamma è morta circa sei mesi fa, mio padre è uno stronzo di merda, due nonni sono morti e due non mi vogliono nemmeno vedere- ora che aveva detto tutto ad alta voce si sentiva meglio.
Jin come risposta gli prese la mano.
-Mi dispiace tanto, Namjoon-
-Oh, non fa niente, non preoccuparti-
Ma dentro era tipo: STO TENENDO LA MANO DI SEOKJIN ODDIO MIO SONO MORTO È QUESTO IL PARADISO?

Arrivarono dopo un paio di minuti al luna park e appena Jin lo vide gli si illuminarono gli occhi e strinse la mano di Namjoon.

-AH! Guarda! È bellissimo!- Jin corse dentro trascinando Namjoon.

Il biondo continuava a sorridere e indicare giostre.
-Andiamo prima su quella, joonie!-
Era la tipica giostra dei bambini, quella che girava con cavalli e carrozze sopra.
Jin si sedette su un cavallo e Namjoon andò a pagare.
Quando si girò verso Jin, lui stava abbracciando il cavallo da dove era seduto e intanto sorrideva come un bambino.
Non ci pensò nemmeno: prese il telefono e scattò una foto.

Il pomeriggio passò con chiacchere, giostre e risate.
Jin pensava che namjoon fosse proprio carino e simpatico e ogni volta che lo guardava pensava cavolo, che bel naso. E i suoi capelli sono wow. Oddio le labbra...

Namjoon invece continuava a guardare Jin, non spostava il suo sguardo dal ragazzo. Che guardasse il suo viso, le mani, il busto o persino i piedi non smetteva mai.
Pensava che fosse perfetto in ogni dettaglio, in ogni cosa che faceva.

Si era fatta sera e il cielo era rosso scuro.
Il parco avrebbe chiuso da lì a un'ora.
-Jin, manca poco. Vuoi scegliere un'ultima giostra?-
-Si! Andiamo sulla ruota panoramica!- Jin la indicò e i suoi occhi si illuminarono.
-Da lassù si vedono tutte le luci!- prese Namjoon per il polso e lo trascinò correndo fino alla giostra.
Namjoon non ebbe il tempo per sorprendersi che erano già arrivati davanti alla cabina della ruota.
Li fecero salire e la ruota cominciò a girare.
Si sedettero uno davanti all'altro.

-Non hai freddo?- chiese Jin, sfregando le mani tra di loro.
Namjoon si sedette accanto a lui e gli prese le mani tra le sue.
-Sono ghiacciate! Potevi dirmelo...-
Namjoon aveva gli occhi fissi sulle loro mani, mentre Jin guardava il viso di Namjoon.
-Joonie...-
Namjoon alzò lo sguardo fino ad incontrare quello di Jin e si rese conto di essere a pochissimi centimetri dal naso dell'altro.

out of the class! //namijnWhere stories live. Discover now