C'è chi arriva secondo, chi telefona in mutande e chi sopravvaluta le tragedie

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C'è chi arriva secondo, chi telefona in mutande e chi sopravvaluta le tragedie
 
 
 
Nicholas Grimshaw sorseggia un the caldo che Liam ha preparato per tutti, mentre fissa indisponente il suo – ex? – migliore amico.
Anche Louis, seduto accanto a Harry, non fa altro che guardarlo. In realtà, lo sta studiando da quando si sono incontrati.
C'è anche Eleanor che in quell'incontro è passata inosservata, seduta accanto a Nick, insolitamente complice di quest'ultimo. Ha sul viso un dispiacere che trasuda finzione anche agli occhi stanchi di Liam – figuriamoci.
Ma nessuno le dà peso. Soprattutto Harry che resta calmo soltanto perché Louis gli è accanto.
 
"Scommetto che è una tua idea, questa" borbotta duro Harry. E non sembra nemmeno più lui a parlare.
Era già arrabbiato con la migliore amica, questo nuovo avvenimento lo ha fatto alterare soltanto di più.
 
"Nick mi ha chiamato, mi ha spiegato le sue ragioni e non mi sono proprio sentita di negargli dove fossi" commenta la ragazza, spostandosi una ciocca di capelli dietro il viso per poi sorseggiare il the.
Eleanor sa. E non è un bell'affare, quello. Non lo è mai, un piano nelle mani di una donna. Perché sì, anche questo puzza di piano organizzato. El e la sua ostinazione a non mollare mai.
Harry annuisce, abbozzando un sorriso. "Certo, e da quando avete iniziato a starvi simpatici, voi due?" domanda, fingendosi curioso, e improvvisamente non balbetta nemmeno più.
Liam lo guarda, alzando un piglio. Ha come l'impressione che un Harry arrabbiato sia meglio evitarlo.
Nick abbozza un sorriso divertito e abbassa il capo verso il tavolo, mentre Eleanor lo glissa con un alzata d'occhi.
Louis segue quello scambio di battute e le varie movenze di entrambi e rende limpido il pensiero che ha avuto fino a quel momento: non lo immaginava così, il migliore amico di Harry Styles.
Si era fatto mentalmente l'immagine del tipico ragazzo bello, quello che in classe è desiderato dalla maggior parte delle ragazze, quello con la sua cerchia d'amici, predisposto fisicamente a comportarsi da bullo.
Uno meno Harry, in questo caso. Ma Nicholas non è così.
La prima cosa che manda al diavolo tutto è l'età. Perché è senz'altro più grande di Harry.
Louis direbbe una decina d'anni, ma forse, semplicemente, Nick se li porta un po' male e ne avrà al massimo cinque di più. Che sono comunque tanti.
Un'altra descrizione che compie, Louis, è sul suo fisico. Nicholas è alto, asciutto e sobrio. Sembra il tipico ragazzo che passa indifferente alla massa, ma che ha qualcosa che lo fa brillare. Il suo sorriso, ad esempio, o il suo viso tipicamente inglese, come il suo accento quando parla.
Non è affatto il bullo che ha visto nei meandri della sua testa. Non è l'etero, omofobo che la sua mente gli ha propinato, piuttosto è il gay, fiero che riesce a prendere in giro il proprio carnefice senza nemmeno farglielo capire.
Anche se stenta a crederci, nonostante tutto, che quello sia il migliore amico di Harry Styles, perché da quel poco che gli è stato raccontato di lui sa che qualcosa non torna.
Nick sarebbe quello che è rimasto in silenzio al suo coming out, quello che non ha accettato il proprio migliore amico, deridendolo.
Ecco, quello è un problema. Perché Harry gli ha raccontato pressoché nulla di quel tipo, lasciando che la sua fantasia si crogiolasse in pensieri che lo hanno fatto cadere soltanto in fallo.
C'è qualcosa in tutta quella storia che non quadra, Louis deve solo trovarla.
 
Un'altra caratteristica di Nick, poi, spunta in quella conversazione che, restia, viene fuori a braccio. E Louis non può far altro che notare la maliziosità dei suoi interventi, la scaltrezza nel capire cosa Harry stia provando e l'azzardo nel saper dire le parole esatte per apparire glorificato.
A pelle, a Louis, Nick non sta molto simpatico. E forse è proprio per quella falla che non trova.
 
"Allora? Me lo spieghi dove sono finiti i tuoi occhiali?" domanda Nick, che le prova tutte, sperando che Harry gli risponda. Perché fino ad ora ci ha pensato qualcun altro; prima Liam, invitandoli a salire in casa per evitare sconvolgimenti in piazza.
E ora Louis che "gli ho consigliato di non metterli, sta meglio senza" risponde, sentendosi interpellato.
Harry si gira nella sua direzione e abbozza un sorriso. Arrossirebbe, se non si sentisse ancora un ghiacciolo.
Poi lo ricorda, quel fugace momento nella loro stanza. E un po' del suo corpo si scioglie.
 
"Sei obbligato a portare sempre questi occhiali?" gli domanda, sdraiato sul letto con il computer acceso, ma ipnotizzato da qualche minuto sul viso del riccio.
Non per altro, ma porge quel quesito perché sta tentando di descriverlo oggettivamente e quel paio di occhiali cozzano un po' troppo poco con la bellezza smeraldina dei suoi occhi grandi.
Harry si volta a guardarlo. Alza un piglio e nega. 
 
"No, in realtà sono soltanto un po' astigmatico e dovrei portali soltanto quando leggo, studio o sono davanti alla televisione o al computer"
Louis sorride di slancio a quella risposta e posa il computer a terra. "Bene, ora non stai facendo niente di queste cose..." inizia.
 
"Ma-" interviene il ragazzino, sgranando gli occhi quando Louis si accinge a sfilargli gli occhiali quadrati.
In realtà è davanti ad un affaretto tecnologico, perciò dovrebbe indossarli.
Ciò che Louis afferma subito dopo, però, rende vani i suoi pensieri. "Perché, vedi? Mi stai abbracciando..." continua lo scrittore, avvicinandosi e realizzando le sue affermazioni.
Lo abbraccia e si fa abbracciare, distendendosi completamente nel letto. "Io lo so perché li usi e non c'è bisogno che ti nasconda, Harry" gli sussurra sulla pelle. Harry rabbrividisce.
 
"Quegli occhiali mi impediscono di vedere i tuoi occhi. Che sono bellissimi, perciò smettila di nasconderti"
 
Harry si allontana e non sa se sorridere o commuoversi. "G-grazie...?" afferma semplicemente.
Louis scoppia a ridere, teneramente. "Non ci sai fare con i complimenti, ma dovresti imparare a riceverli! 
Prima lezione, non si ringrazia, non con me. Devi solo abbracciarmi e dimenticarti degli occhiali quando non ti servono. Me lo prometti?" domanda, forzandolo a stringersi in quell'abbraccio.
 
"Mh, mh" farfuglia Harry, con il cuore riverso in troppe capriole. "Non è una risposta..." lo rimprovera Louis. 
 
"Te lo prometto, Lou" risponde alla fine con un sorriso sulle labbra rosse, come tutto il suo viso.
 
"E tu saresti?" domanda Nick, facendo alterare l'animo di Louis che si smuove sulla sedia. La mano che, però, Harry gli posa velocemente sulla coscia, sotto il tavolo, lo fa calmare.
 
"Lui è Louis" risponde ovvio Harry, puntando i suoi occhi verdi su Nick. E quelle tre semplici parole vogliono significare tanto.
Lui c'è stato. Lui è migliore. Lui è lui.
Louis Tomlinson lo ha aiutato a non avere paura del silenzio. Lui non è te. Ecco, quello è il senso.
Nick annuisce e sorride ancora. "Piacere di conoscerti, io sono il suo migliore amico, Nick. Ti ha parlato di me?" domanda, volgendo il suo sguardo sullo scrittore.
 
"Mi ha detto l'essenziale" afferma, fissando quelle iridi che nel verde hanno un po' di grigio. E Louis detesta quel colore. "E migliore amico non rientra fra queste..." continua, poco obiettivo. Ma se non ci riesce Harry a fargli male, deve pensarci lui.
 
"Già, Harry non è un gran chiacchierone" scherza Nick, immaginando quanto poco di lui sappiano i suoi nuovi amici.
 
"Non parla a sproposito, è diverso" chiarisce, mentre Harry si imbarazza leggermente, per quell'improvvisa presa di posizione di Louis. Ne è piacevolmente colpito.
Nick annuisce e "al contrario di me!" ironizza, puntando il suo sguardo sul riccio che lo guarda, studiando la sua improvvisa serietà.
Nicholas fa raramente sul serio; spesso e volentieri la sua è una presa in giro, una battuta, una frecciatina, benché resti comunque ironia inglese – e quella poche volte fa ridere.
Ciò che osserva, però, lo sorprende. Sembra sul serio dispiaciuto e Harry, che lo conosce meglio di chiunque altro, nonostante quel trascorso, non ha dimenticato quanto Nick fosse stato speciale nella sua vita.
È sempre stato il migliore amico. L'unico.
Harry si volta verso Louis, stuzzicando nervoso un labbro.
Nick è stato il fratello maggiore che non ha mai avuto, è stato l'unico amico che fosse veramente interessato alla sua persona.
L'unico, sempre. Prima di Louis.
Poi è successo quel che è successo e tutto è andato sgretolandosi. E tutto si è perduto. Ma ora eccolo di nuovo lì, Nick. Di fronte a lui, a elemosinare un perdono.
 
"Perché sei venuto?" domanda a bassa voce, ma facendosi udire da chiunque. Nick si illumina per quell'improvvisa domanda posta a lui da Harry e allunga la bocca in un sorriso contento e innamorato –peccato che lo abbia capito tardi, di esserlo. Troppo tardi.
 
"Pensavo che il mio sms fosse abbastanza chiaro" risponde Nicholas e al riccio pare improvvisamente impacciato.
Louis si acciglia e guarda prima il ciuffo sbarazzino di Nick, che svolazza irrequieto, e poi Harry che ha abbassato il capo.
 
Di quale sms parla? E perché lui è tanto infastidito al pensiero di non esserne a conoscenza?
Harry si guarda in giro per la cucina e nel radar dei suoi occhi inquadra anche Eleanor che sorride, mentre accavalla elegantemente le gambe.
Così sospira e si gratta il capo, tornando sul grigio degli occhi di Nick.
 
"Pensavo che il mio non risponderti fosse altrettanto chiaro..." è la risposta che confonde maggiormente Louis.
Perché è vero, lo conosce da poco – sebbene gli sembri sia passata una vita – ma l'idea che Harry non si sia confidato con lui, lo infastidisce ancora di più.
 
Perché non l'ha fatto?
 
Poi si rimprovera per tutte le cose che proprio lui non ha raccontato a Harry. E allora gli è chiaro: hanno fatto l'amore, si sentono legati come fosse passata un'eternità ma si conoscono veramente poco, lui e Harry.
Si son parlati delle proprie vite, veramente troppo poco. Non per questo, però, sente di non conoscerlo.
Lo capisce. Louis lo capisce meglio di chiunque altro.
 
"Sono abbastanza ottuso, lo sai, cupcake" parla Nick con voce affabile, profonda. Harry rabbrividisce e alza gli occhi al cielo. Quel nomignolo.
 
Louis invece scatta sul posto, si alza quasi isterico. Prende la sua tazza vuota e sculetta verso il lavabo. È furioso, ma può fare ben poco.
L'ha già sperimentato quel fastidio; l'ha già provata quella gelosia ingiustificabile nei confronti del passato di Harry. E la sua mente non ci mette poco a fare due calcoli e a capire.
Nick non è come lo ha immaginato. Nick è, o è stato, il migliore amico di Harry. Nick deve farsi perdonare. Harry non gli ha parlato di lui. Harry ha sofferto per lui.
Perciò... Nicholas è quel passato di Harry.
Stringe i pugni e, no, quella gelosia non è giustificabile, ma la prova. E le sensazioni, a pelle, non lo hanno mai fottuto. Hanno sempre avuto ragione. Nick non gli piace, non gli piace affatto.
 
"Non chiamarmi in quel modo, lo sai che lo detesto..." borbotta il riccio, gettando poi uno sguardo preoccupato in direzione dello scrittore, che continua a dar loro le spalle; non hai più il permesso di farlo, pensa, mentre torna a guardare Nick.
Eleanor sorride ancora, scambiando quello scambio di battute per un flirt. E forse anche Louis le prende per tali.
Liam osserva la scena un po' stanco, un po' trascinato. È preoccupato per Harry, lo è maggiormente per Louis, che in quei giorni si è lasciato tanto andare, mentre tutta quella situazione complica un po' il suo cammino.
Non ha niente contro questo Nick, non gli sta nemmeno antipatico. Ma sta rovinando, a sua insaputa, tante cose.
Si alza anche lui, raggiunge Louis davanti al lavandino e lo guarda con rassegnazione.
 
"Tutto ok?" domanda in un sussurro con la sincerità a trasparire nel fondo dei suoi occhi liquidi. Louis lo guarda, sorride e annuisce.
 
"Vai pure a farti una doccia..." gli dice Louis, capendo le sue intenzioni. Liam sorride e piega il capo.
 
"Mi stai dicendo che puzzo?" Louis ride, buffo, e allenta la pressione dei pugni serrati. "Sì, vai a lavarti" lo beffeggia. Liam sorride. "Posso?" domanda. "O vuoi che resti?"
 
"Vai" è la risposta di Louis che si volta verso il tavolo e affronta quel silenzio che è calato tra i tre.
 
"Che ne dite se andiamo a prendere qualcosa allo Starbucks per allentare la tensione?" domanda Eleanor, agendo prima dello scrittore.
Tutti la guardano, Liam si gira e "io ho altri piani, ma voi andate pure, se volete" dice, dileguandosi in fretta nella propria stanza.
 
"Dovremmo lavarci, siamo stati due giorni fuori casa..." ribatte Louis. Harry annuisce.
 
"Beh, Louis, tu puoi anche restare a casa... Harry, a te va un frappuccino?" domanda Nick che sta palesemente invitando lo scrittore a farsi da parte. E Nicholas non lo sa, che non bisogna mai sfidare Louis.
 
"Harry, ho bisogno di parlarti, vieni un attimo di là?" domanda. E lo sa che è da maleducati quel gesto, ma si giustifica mentalmente con un "ha iniziato quell'essere".
Harry annuisce, felice di poter abbandonare quella stanza e sgattaiola via, assieme allo scrittore, dopo delle scuse poco convincenti dirette a Nick e Eleanor.
Si chiudono velocemente in camera e Louis lo guarda prepotente in viso. "Fammi capire le tue intenzioni: Vuoi avere a che fare con quel tipo oppure no?" domanda semplicemente.
Sarebbero altre le domande – indiscrete, la maggior parte di esse – ma lascia la curiosità e la gelosia da una parte.
È più importante il volere del ragazzo che ora lo sta guardando confuso e indeciso.
 
"Non lo so..." farfuglia, infatti, Harry guardando altrove.
 
"Harry, è semplice. Ti fa piacere che sia qui?" domanda. Harry si agita sul posto e, poi, lo ammette "sì", lasciando senza fiato l'altro.
 
Come sì? – si domanda. Poi, però, pensa a Stan e automaticamente lo capisce.
 
"E no" continua Harry. "È Nick. È stato uno stronzo ma..." farfuglia ancora.
 
"Ma è il tuo migliore amico. Lo so, ti capisco. Darei anch'io tutto per poter rivedere il mio, di migliore amico" si lascia scappare lo scrittore.
Harry sgrana gli occhi e balbetta qualcosa privo di senso compiuto. È la prima volta, quella, che Louis se ne viene fuori parlando della sua storia, del suo passato.
 
"Scusami, io..." tenta Harry. Louis aggrotta la fronte confuso, quelle scuse non le capisce ma le glissa – sbagliando.
 
"Devi parlarci, allora. E se questo significa andare fuori da questa casa senza lavarci, va bene" continua lo scrittore.
Harry si imbambola a guardarlo, arrossisce e poi sorride ingenuo. "Vieni anche tu?" domanda.
 
"Non ti mollo" risponde, chiudendo il caso.
 
Una volta in cucina, però, l'insofferenza di Louis nei confronti di Nick arriva alle stelle: "Allora, vostra maestade ha preso una decisione o ci taglierà a tutti la testa?" e non ci sono dubbi con chi ce l'abbia, perché i suoi occhi grigi sono puntati su uno scrittore che, inverosimilmente, si fa rosso per la rabbia.
 
 

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