Tasti dolenti.

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Emma.
Rudy convocò tutti i componenti della mia squadra in sala canto per una lezione importantissima a detta sua.
La lezione si basava sul confronto. Sosteneva che una volta usciti da lì ci saremmo dovuti confrontare con le varie case discografiche ma anche nella nostra piccola realtà di Amici eravamo chiamati ogni giorno a confrontarci, scegliendo chi schierare nelle puntate del sabato. Non nascondo che questa situazione mi metteva un po' di ansia, non sapevo cosa pensassero su di me i miei compagni e avevo il timore di ricevere delle critiche.

"Mettetevi alla prova. Chi vuole cominciare?" chiese il prof ed Einar alzò prontamente la mano. L'Italo-Cubano si esibì con 'Falco a metà' e fece una buona impressione a tutti noi, infatti alla domanda di Zerbi "chi non lo schiererebbe?" nessuno si fece avanti. Successivamente si propose Carmen e, per quanto la trovassi insopportabile, sarebbe stato sciocco negare la sua bravura. Vocalmente era impeccabile, l'unico difetto che potevo trovarle era che fosse un po' rigida. Così quando il professore mi chiese un parere risposi proprio questo "forse potrebbe dare un po' di più con il corpo". Notai immediatamente la sua espressione stizzita ed ero sicura che quando sarebbe stato il mio turno non mi avrebbe risparmiata. Dopo Mose, a cui nessuno dei miei compagni risparmiò dure critiche, toccò a me.
Mi posizionai al pianoforte e cantai 'Fast car'. Sono sempre stata una perfezionista e, per questo, non ho mai detto e mai dirò di essere stata brava, però ero abbastanza soddisfatta della mia esibizione. "A chi non è piaciuta?" chiese Rudy. Nessuno alzò la mano e tirai un sospiro di sollievo. Intervenne Mose e ascoltai ciò che aveva da dirmi "quando è col pianoforte riesco a sentire la sua emozione mentre invece quando canta con una base sotto non mi arriva così tanto". Presi di buon grado la sua osservazione, in fondo anche io ritenevo di essere molto più convincente accompagnata dal mio strumento. "C'è qualcun altro che pensa che la personalità di Emma non sia ancora a fuoco?" domandò il docente. Immediatamente prese parola Carmen "Io." rispose convinta "Io, perché non riesco a inquadrarla" continuò scuotendo la testa "ci sono delle cose che mi piacciono, altre meno. Su base non mi arriva l'emozione." Prevedibile da parte sua e per questo non mi sentii colpita più di tanto. Ciò che realmente mi ferì fu il fatto che soltanto Einar alzò la mano quando venne chiesto "Chi di voi investirebbe sul futuro di Emma?".
Cercai di non far notare il mio disappunto ma purtroppo non ero mai stata brava a nascondere le emozioni e sentivo che le lacrime sarebbero uscite fuori da un momento all'altro. Notai un sorriso compiaciuto da parte di Carmen e mi stupì abbastanza che fu proprio lei ad abbracciarmi quando le prime lacrime iniziarono a rigare il mio viso. Mi stupii inizialmente di questo suo comportamento ma poi ricordai di quando, dopo una lezione collettiva, Biondo mi aveva spiegato che Carmen davanti alle telecamere si trasformava nella persona più sorridente e cordiale del mondo. "Double-face" era diventato ormai il nomignolo che usavamo per parlare di lei senza farci scoprire dalle telecamere e, mai come in questo momento, era più azzeccato.

Usciti dalla lezione ci aspettava il fatidico momento degli schieramenti e fu una grandissima dose di autostima sentire l'appoggio di Einar. "Schiero Emma come 'punta di diamante' nel canto". Felicità destinata a durare per poco poiché la sua decisione scaturì le polemiche da parte di Claudia. "Non è beneficienza, tu devi cercare di portare il punto a casa. Emma per me non ha fatto un pezzo più forte di Carmen" mi avvicinai quando sentii il mio nome e ascoltai il discorso "Chi è la punta di diamante?" chiese ad Einar "Emma" le rispose deciso "Punta di diamante vuol dire che è il più forte." Gli spiegò come se fosse stupido "Perché hai scelto Emma?" continuò inferocita "Perché a me piace Emma, semplice!" rispose il caposquadra strappandomi un sorriso.
Erano già due volte che mi dimostrava tutta la sua stima e gliene ero davvero grata. Lo apprezzavo come cantante e ancora di più come persona. Non potevo invece dire lo stesso delle mie due coinquiline ma per fortuna avevo capito che in quella scuola non erano tutti come loro.

Biondo.
Primo sabato di rientro dalle vacanze natalizie e invece di essere elettrizzato ero terrorizzato. Il giorno precedente un signore della produzione mi aveva avvisato che nella puntata si sarebbe parlato della vicenda dei tre ballerini e che sarei stato coinvolto. "Stai attento a quello che dici, ti sto avvisando solo perché almeno domani in diretta puoi chiedere scusa senza balbettare. Preparati un discorso decente" affermò stizzito prima di andarsene.
Iniziò la puntata con una lunga predica da parte della conduttrice. Via il dente via il dolore. I tre ballerini occuparono il centro dello studio e partì un filmato del giorno in cui la Celentano riprese i tre ragazzi e comunicò loro il provvedimento. Immediatamente la maestra di ballo prese la parola e fece scendere anche me. Notai Emma sgranare gli occhi sconvolta e cercai di tranquillizzarla con uno sguardo. Mentre li raggiungevo, i ballerini iniziarono a scusarsi per l'accaduto e successivamente la conduttrice mi diede la parola "So di aver sbagliato e ciò che mi dispiace di più, essendo stato io ad aver organizzato i party, è aver messo in mezzo tutta la classe. Quindi mi prendo tutta la responsabilità e le conseguenze e probabilmente le userò per fare musica migliore e per migliorare me stesso come persona e mettere la testa a posto." Conclusi a testa bassa.

Non mi ero mai sentito così. Avevo trasgredito spesso le regole, amavo farlo. Oltrepassare il confine mi faceva sentire vivo, ribelle e grande. Questa volta avevo capito che non era assolutamente un comportamento da grande. Ero stato sciocco ed immaturo ma soprattutto per niente furbo. Come potevo pensare di passarla liscia?

La Celentano riprese parola dopo gli applausi che mi rivolse il pubblico ed emise il verdetto "Dopo esserci riuniti abbiamo deciso che da questo momento siete ufficialmente espulsi dalla scuola" sentenziò fredda. Mi crollò il mondo addosso, non potevo credere a ciò che avevo appena sentito. Non potevo essermi giocato un'opportunità del genere per una maledetta canna di cui i ballerini non erano riusciti a nasconderne le prove. Mi maledissi dentro mentre fuori conservai il mio atteggiamento da duro. Ricominciai a realizzare qualcosa soltanto quando Maria De Filippi contraddì la Celentano "forse non è detta l'ultima parola" pensai sollevato.
"Avrete l'opportunità di sostenere un esame di riammissione" continuò la maestra dopo una lunga, lunghissima pausa. Le mie orecchie decisero che avevano sentito abbastanza. Avevo avuto un'altra possibilità ed era giunto il momento di far vedere quanto ci tenessi alla mia musica e al mio sogno.

Dopo averci comunicato le varie richieste per l'esame di riammissione ci fecero lasciare la scuola e me ne tornai a casa incazzato ma motivato. Volevo e dovevo riprendermi quella maglia. Nel tragitto, ormai quotidiano dagli studi a casa, pensavo alla delusione dei miei genitori nel vedermi punito in diretta nazionale. Volevo migliorare, glielo dovevo.
Mi chiusi in camera mia e lo schermo del cellulare si illuminò e, quel messaggio, illuminò anche quella buia giornata

Da Emma
Come stai?

A Emma
Mah, normale. Vorrei cancellare quella giornata.

Ed era vero. Sapevo che avrebbe capito che non mi riferivo solo alla trasgressione delle regole.

Da Emma
Anche io. Qualcosa è cambiato da quel giorno e avrei voluto non cambiasse.

A Emma
Non ci pensiamo più
Mi devo concentrare solo sulla mia musica adesso.

Non rispose più e la ringraziai mentalmente di questo. Avevo bisogno di stare da solo, sapevo quanto Emma potesse cambiare il mio umore o semplicemente distrarmi e non potevo permettermelo, non adesso.


Sto cercando di seguire passo passo le vicende realmente accadute e di inventare ciò che invece non possiamo vedere.

Cosa pensate della reazione di Emma alle critiche dei compagni?

Secondo voi fa bene Biondo a non voler sentire Emma durante questa settimana?

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora