Un senso di te.

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Biondo.
Emma rovistò nel suo borsone ed estrasse dei fogli, poi si sistemò fra le mie gambe e appoggiò la schiena sul mio petto.
Osservai con attenzione i fogli già scarabocchiati in cui si era annotata i vari accenti per pronunciare bene le parole e le note con cui cantarle. La canzone era di Elisa e come tonalità Emma non avrebbe avuto nessun tipo di problema a raggiungerla, con l'italiano poi era molto migliorata, quindi l'unico punto su cui ci saremmo dovuti concentrare insieme sarebbe stato il significato della canzone.

Doveva tirare fuori le sue emozioni, continuavano a dirle che era fredda da quando era entrata mentre io, e forse solo io lì dentro, sapevo che lei era tutt'altro che fredda. Iniziai a leggere il testo con attenzione e, nonostante fosse una canzone molto conosciuta, non mi ero mai soffermato a riflettere sul suo significato.
Ero dell'idea che ogni persona avrebbe dovuto cantare o ascoltare una canzone e poterci rivedere dentro una parte di sé e non soffermarsi sul motivo che ha spinto l'autore a scriverla.

"Leggiamo insieme così ripassiamo anche la pronuncia" proposi accarezzandole un braccio.

'A un passo dal possibile
a un passo da te.
Paura di decidere
paura di me'

"Prova ad immaginarti una situazione in cui hai avuto paura di decidere qualcosa" suggerii "io quando canto le mie canzoni cerco di rivivere quelle stesse immagini".

'Di tutto quello che non so
di tutto quello che non ho'

"Secondo me dovresti concentrarti su un'esperienza che hai vissuto" annuì con la testa ma senza dire nulla "cerca di pensare se c'è stato un momento nella tua vita in cui hai voluto rischiare anche se non sapevi a cosa saresti andata incontro".
Continuammo a leggere insieme il ritornello e il suo italiano era meglio di qualsiasi mia più rosea previsione.

'Eppure sentire
nei fiori tra l'asfalto
nei cieli di cobalto - c'è

Eppure sentire
nei sogni in fondo a un pianto
nei giorni di silenzio - c'è'

"Simo io qui non capisco cosa significa" esordì Emma "cos'è che 'c'è'?". Rilessi con attenzione e alla fine le rivelai la mia personale interpretazione "io credo sia quella cosa oppure quella persona per cui hai avuto paura di decidere e paura di rischiare, ed è ovunque per te".
Le scostai di lato i capelli e le lasciai di tanto in tanto qualche bacio sulla guancia o sul collo mentre la vedevo intenta a fissare il muro davanti a sé, probabilmente concentrata a pensare a chi avrebbe dedicato la canzone.

Emma.
Simone aveva fatto un'analisi perfetta del testo, mi aveva aiutata tantissimo a trovare il senso profondo della canzone e non soltanto a capire il significato delle parole in italiano. Più andava avanti con la spiegazione e più delle immagini nitide si coloravano nella mia mente, ad ogni strofa che aggiungeva riuscivo a rivedere perfettamente i giorni di indecisione che avevo vissuto non molto tempo prima.
Ricordo la paura che avevo provato avvertendo il senso di cambiamento quando io e Simone ci stavamo avvicinando sempre di più. Mi spaventava l'idea di non sapere a cosa sarei andata incontro lasciando Keanu e di conseguenza mettendomi alle spalle la mia vecchia vita, ma giorno dopo giorno avevo capito che di Simone non avrei potuto fare a meno. Mi ritrovavo a pensare continuamente a lui. C'è stato dal primo giorno, è stato il primo con cui ho legato, il primo con cui mi sono sfogata quando le cose con le altre ragazze non andavano bene. Ha asciugato le mie lacrime ed ha imparato a capire i miei silenzi.

"Ti va di cantarla?" mise fine ai miei pensieri con la sua domanda e sentii le guance avvampare "mi vergogno" confessai timidamente "ma Emma!" alzò la voce spazientito "se ti vergogni di me come fai a cantarla davanti ad un pubblico che neanche ti conosce?"
Sei proprio tu il problema infatti!
"Lo so, ma è imbarazzante" non trovavo il coraggio di voltarmi e guardarlo ma lo sentii ugualmente sospirare scocciato.
Posai il testo della canzone e poggiai le mie mani sopra alle sue che erano da un po' sul mio ventre. Feci scorrere le dita lungo il suo avambraccio e girai la testa di lato avvicinando la bocca alla sua. Cercai le sue labbra ma non le trovai "Emma guarda che con me non attacchi" proferì serio come non l'avevo mai visto "poi non ci rimanere male se ti dice che sei fredda!".
Uffa!
"Mi spieghi perché non vuoi cantarmela?" non sapevo se avrei mai trovato il coraggio di rispondere a quella domanda "c'è qualcosa che non hai capito? Vuoi che lo rileggiamo?" chiese premuroso con un tono decisamente più dolce rispetto a qualche minuto prima.
"No, no! Ho capito tutto è che..."
Che cazzo mi invento ora?
"Emma, lasciati andare. Qui non c'è nessuna telecamera, non devi fare finta. Siamo solo io e te" tentò con l'idea che fosse quello il problema.

Ripercorsi mentalmente tutte le sensazioni terribili che avevo vissuto durante l'incontro con Paola e mi sforzai di dare ascolto alle poche cose che ritenevo sensate del suo discorso. Non dovevo farle vedere la mia emozione, dovevo sentirla.
Ero sicura che se avessi cantato quella canzone specchiandomi negli occhi di Simone ne avrei sentite più di mille di emozioni, tutte di forme e di colori differenti come quelle che stavo provando da quando aveva fatto irruzione nella mia vita.
"Ok, ci provo".
Respirai profondamente e feci partire la base dal mio cellulare.
Sentivo il suo sguardo ardere su di me e chiusi gli occhi ripercorrendo nella mia mente tutte le fasi iniziali della nostra storia, che forse non era cominciata come nei migliori film romantici, però mi aveva fatto sentire viva.

Quando riaprii gli occhi, abbastanza soddisfatta del risultato, notai un'espressione dolce comparsa sul suo viso. Ero certa che avesse capito e me lo confermò "è per me?" domandò con la voce tremolante, completamente rosso in volto.
Fui incapace di rispondere, forse un "sì" sarebbe stato riduttivo, presi la rincorsa e mi lanciai letteralmente su di lui che prontamente mi accolse tra le sue braccia.
Affondai le labbra sulle sue e quella volta non si oppose, le dischiuse e iniziò ad intrecciare la sua lingua alla mia con foga. Mi strinse forte a sé e mi fece sdraiare completamente sopra di lui, potevo sentire perfettamente il battito del suo cuore e mi staccai per ammirare i suoi occhi neri chiusi in una linea sottile. Era incapace di tenerli aperti quando un sorriso sincero, proveniente direttamente dal cuore, si faceva spazio tra le sue labbra.
Sorrisi felice anche io perché ormai ero consapevole di essere io la causa di quell'espressione che gioiosa, sapevo di essere io il senso di quel sorriso, come lui era diventato per me il senso di ogni mia giornata. Un senso di me.

Buonasera a tutti! -1 al serale e l'ansia non manca mai.
Spero che questo capitolo vi piaccia perché mi è piaciuto tantissimo scriverlo e soprattutto pensare che Emma abbia dedicato a lui quell'esibizione pazzesca!
Fatemi sapere cosa ne pensate, buonanotte!

Un sex symbol tutto mioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora